Cristian Marchi: senza il pubblico sarei niente

Si ok, sono assolutamente di parte, non solo è bonissimo, simpatico e alla mano, ma le sue produzioni sono anche quelle che mi divertono di più quando sono a ballare, che mi fanno cantare e saltare. Tutto made in Italy, un Italiano nel mondo, ecco a voi Cristian Marchi.

Sei un nome ormai da anni affermato nelle classifiche di vendita Italiane ed Europee, ma la prima volta che hai visto un tuo pezzo al top delle charts cosa hai provato?

Una grande soddisfazione, una sensazione che ti sprona a fare ancora meglio. Un dj lavora tanto in studio e non è detto che tutte le ciambelle riescano col buco! Il mio greatest hits “We Are Perfect”, che ha raggiunto il numero uno su iTunes tra gli album dance qualche mese fa racchiude vent’anni di carriera. Tante canzoni e tanto lavoro…

Lavorando un paio di volte con te ho visto che hai un fanclub accanitissimo, il tuo nome scritto sulle magliette, i cuori disegnati in faccia e cori da stadio, per un dj è una cosa singolare, come li hai conquistati?

Mi sento molto fortunato, io faccio del mio meglio per farli scatenare, ma quando in console arrivo stanco o c’è qualche problemino tecnico, riesco a dare il meglio e anche di più proprio grazie a loro! L’energia è soprattutto la loro. Io ci metto la mia voglia e tutta la mia professionalità. Sui social network cerco pure di raccontare com’è davvero la mia vita e di essere disponibile con tutti. Ma come ogni artista senza il pubblico sarei niente.

Il tuo approccio in consolle è da vero showman, si vede che sei lì per il pubblico, ti diverti salti e parli al microfono per ringraziare o presentare i tuoi nuovi pezzi quindi è un’idea diversa di DJ. Noti che c’è differenza fra questo stile e il classico “vengo suono e me ne vado”? In sostanza, funziona di più non essere stronzi che esserlo?

Non è una questione di strategia, almeno per me. Essere una persone educata e corretta, essere gentile con chi si avvicina a me ed ama la mia musica, credo sia il minimo. Per quel che riguarda il dj set, il mio show non è quello del dj da club anni ’80 / ’90, è vero. Io nei set suono prima di tutto le mie canzoni e quelle che produco con la mia Violence Rec, la label che gestisco con Paolo Sandrini. Tutto gira intorno alla mia musica e alla voglia di proporla al meglio in modo sempre sorprendente. La mia è house moderna e le mie performance sono degli show.

I collaboratori con cui ti trovi meglio in studio?

In studio ho le idee chiare ma mi piace circondarmi anche della creatività altrui. Con Paolo Sandrini ormai siamo praticamente in simbiosi, con Robert Fell lavoriamo ormai da danni. Anche con Execute, ovvero Andrea Torretta, Alex Cuccolini e Stefano Liz Lisai, tre giovani dj e produttori piemontesi è stata una bella esperienza. Il mio singolo per l’estate 2012 è in realtà un rework della loro “Have Some Fun”. Sta andando molto bene, incrociamo le dita!

Come nasce in pochi passaggi una tua produzione?

Non c’è un processo standard, senz’altro ci vuol un bel po’ di lavoro. Un dj come me mixa ogni notte del week end e durante la settimana invece di riposarsi un po’, va ogni giorno in studio a preparare nuove tracce, demo, remix. Si parte da un suono, da un’idea grezza che poi viene testata in discoteca. Poi la si mette a punto ritoccandola qua e là. Ad esempio, la melodia ed il testo di “Have Some Fun” è nata in studio mentre lavoravo con Pri-yah, la cantante, con la base già quasi pronta. Ma non va sempre così.

Essere un figaccione ti ha dato una mano nella tua carriera?

Certo che mi ha aiutato, come mi ha aiutato fare una vita sana ed amare lo sport. Chi fa il dj dorme poco tutto l’anno, se esageri pure poi alla lunga ne risenti, secondo me. Ma quello che conta davvero per un dj, probabilmente sono la musica, l’energia, il sorriso e la tecnica. Mi ha aiutato molto in carriera anche l’aver fatto l’elettricista. Un dj è anche un tecnico che lavora con delle macchine e io una certa competenza con la macchine l’ho sempre avuta.

Il paese in cui ti sei sentito meglio in consolle?

Sono appena tornato dalla Corea e mi hanno accolto benissimo! A Mykonos, al Paradise, suono ogni estate ed ogni serata è un delirio, come in Australia. Ma visto che ho la fortuna di girare l’Italia in lungo e in largo ogni week end o quasi, ti dico che noi italiani quando ci vogliamo divertire non siamo secondi a nessuno!

A quando per il nuovo album?

Ci sto lavorando duramente, ma ancora non ho una data certa. Sono molto impegnato con Violence Rec, la mia etichetta. E’ nata da poco e le energie mie e di Paolo Sandrini sono concentrate su questo progetto…

Cosa ne pensi del talent EMI che sta per volgere al termine, SheCanDJ che punta a trovare la migliore dj e produttrice Italiana?

Ogni contest che selezioni nuovi talenti è benvenuto, perché c’è sempre bisogno di rinnovamento. Le donne in console spesso sono bravissime e c’è spazio per tutti e tutte. Anche le porte di Violence Rec sono sempre aperte per chi ha talento. Chi ha voglia di mandarci la sua musica sappia che ascoltiamo tutto, il nostro sito è www.violencerec.com

Tu sai che i miei pezzi preferitissimi in assoluto sono “I got my eye on you” e “I got you”? Come sono nati?

“I Got You” l’ho sempre chiamato il disco dell’amore, è una canzone positiva che parla di come stare insieme con la persona giusta spesso sia un sogno. E’ nata proprio con questo sentimento in mente e nel cuore e Max C l’ha cantata benissimo. Anche “I got my Eye on you” l’ha realizzato con gli amici di Nari & Milani, ma quest’ultima l’ha cantata Luciana. La sua energia e la sua carica si sentono benissimo. E’ una canzone energica, ancora oggi perfetta sulla pista!

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