Economia
May 05 2022
Poche auto prodotte, e costose, per mancanza di componenti. Strategie di vendita basate sulla redditività e non più sui numeri, attesa per il decreto incentivi, scarsità di chiarezza sulle politiche ambientali dei sindaci, incertezza per le limitazioni alla circolazione, un continuo lavaggio del cervello per l'inesistente (e inarrivabile) mobilità sostenibile, il tentativo delle case di accorciare la filiera spostando i clienti dai concessionari ai siti web. Una ricetta che peggiore non potrebbe essere per il mercato dell'automobile. Risultato, ad aprile le immatricolazioni italiane sono precipitate al numero di 97.339 unità, circa 48.000 in meno dello stesso periodo nel 2021. Il calo percentuale mensile è del 33%, mentre paragonando i primi quattro mesi dell'anno è del 26,5%.
Precipita Stellantis, -40,92%, ma il gruppo guadagna in borsa con l'entusiasmo per gli investimenti nelle startup di tecnologia elettrica. Sprofonda il Gruppo Volkswagen (-32,36%) e lo seguono Renault (-25,60%) e Toyota (-21%). Se il ritardo del decreto attuativo sugli incentivi ha bloccato le elettriche e le ibride, queste ultime ormai sono il 34,1% delle vetture vendute, anzi prenotate, perché le consegne rimangono eventi lontani dagli ordini. Cala anche la domanda di auto alimentate a Gpl (-23%), che oggi rappresenta circa il 7% dell'intero mercato.
Secondo Unrae il 2022 le vendite di quest'anno totalizzeranno circa 1,4 milioni di immatricolazioni, ovvero calcolando una perdita di circa il 4% sul 2021. Quanto a vendite, la scelta dell'acquisto è in calo, mentre aumenta di poco (+3%) il noleggio a lungo termine.
L'auto più venduta resta la Fiat Panda (9.474 esemplari), secondo posto per la Ford Puma (2.898), terzo per la Volkswagen T-Roc (2.743). Resta sempre molto richiesta la Lancia Y seguita dalla Dacia Sandero e dalla Toyota Yaris Cross, quindi dalla Jeep Compass, Fiat 500 e 500X.
Fatta cento la perdita, il 42,9% è stato subito dalle auto a benzina, il diesel segna -38,5% per le diesel. Le elettriche lasciano sul campo il 37,2% e oggi rappresentano circa il 3% del mercato.
Secondo le associazioni di categoria sarebbe necessario ripensare il meccanismo degli incentivi, permettendo la fruizione anche da parte di chi oggi è escluso, come le persone giuridiche. Ma probabilmente occorre anche incentivare il cambio dell'auto usato su usato se il nuovo acquisto è meno inquinante. E soprattutto essere realisti sulla decarbonizzazione: serve ancora molto tempo.