Italia
July 03 2023
Il senso di questa storia italiana di successo è in una cartolina degli anni Quaranta che raffigura una villetta di due piani con il pergolato e i tavolini fuori, la Pensione Impero a Miramare di Rimini. E sotto, la dicitura: «Belle camere, acqua corrente, bagni, termosifone. Ristorante rinomato». La poesia delle estati nella riviera romagnola.
Da quelle camere con acqua corrente è partito Renzo Bongiovanni, come racconta suo figlio Marco: «Mia nonna gestiva la pensione, dove alla fine degli anni Cinquanta andava in vacanza la famiglia Berlusconi. E mio padre Renzo giocava con Silvio e Paolo». Il destino della famiglia cambiò con un viaggio in Sardegna: «Mio padre accompagnò il fratello architetto, che voleva partecipare alla gara per la costruzione dell’ospedale di Santa Teresa di Gallura. L’ospedale ancora non c’è, ma loro tornarono a casa con il Club Hotel a Baja Sardinia, al confine con la Costa Smeralda».
Da quel primo albergo, acquisito nell’inverno del 1970, oggi Marco Bongiovanni, 56 anni, una laurea in Economia e poi la gavetta in azienda, è amministratore delegato del gruppo Baja Hotels, che comprende anche il tour operator Sardinia 360 e Gastaldi Holidays.
«Quando papà iniziò non furono anni facili, poi nel ’74 iniziarono ad arrivare i charter dalla Germania. E la nostra avventura decollò». La forza è stata di rimanere un’impresa familiare: «Siamo io e mio padre, gagliardo e arzillo ottantasettenne».
Sangue romagnolo. Dopo il primo hotel, che ha un ristorante stellato, Somu, arriva l’Hotel La Bisaccia e il Grand Relais dei Nuraghi. Tutti in posizioni eccezionali, affacciati sull’arcipelago della Maddalena: «Ci siamo sempre sentiti dei custodi di questa bellezza e mai dei proprietari. E i custodi devono custodire, preservare. Questo è il nostro compito». Ma Bongiovanni è andato oltre: «Il sogno imprenditoriale di mio padre era di contribuire al lancio della zona di Baja Sardinia, il mio è di riuscire a fare scoprire altri luoghi incredibili di quest’isola. Abbiamo appena preso in gestione l’Is Arenas Resort a Narbolia, vicino a Oristano, nella Costa Occidentale. È un hotel con una valenza naturalistica importante, riconosciuta anche dalla Comunità europea. Ha una filosofia nuova per assecondare i desideri di un turismo totalmente cambiato dopo la pandemia. Ci chiedono oltre a belle stanze e ottimi ristoranti, anche un luogo sostenibile dove essere a contatto con la natura. Vogliono disintossicarsi dal cellulare, computer e ritmi frenetici. Il benessere del corpo, idea anni Ottanta, oggi è affiancato al benessere dell’anima. La gente vuole ritrovarsi, desidera una tregua. La vacanza ormai è questo». C’è una spiaggia di cinque chilometri, uno spettacolare campo da golf, ma soprattutto una immensa pineta dove immergersi nel silenzio.
«L’unico segreto dell’ospitalità è amare il luogo dove si è e amare quello che si fa. Abbiamo cercato di fare in modo che ogni cliente si sentisse come un ospite nella nostra grande casa sul mare. Abbiamo lavorato per un’accoglienza personalizzata, che creasse un rapporto familiare. E per questo abbiamo avuto un’attenzione particolare alla relazione con i nostri collaboratori, che da anni sono stabilmente legati alle strutture. Tutto ciò ci consente di avere una navigazione serena. I ragazzi che lavorano con noi sono parte della famiglia».
Questo è l’ingrediente alla base di un’ospitalità che ha le radici lunghissime in quella pensione stile liberty che garantiva belle stanze e soprattutto acqua corrente.