Lo Sbarco in Normandia: 80 anni fa il D-Day

Il mare è agitato, il cielo delle prime ore del mattino è plumbeo. Gli uomini soffrono il mal di mare durante il tragitto. Si aprono i portelli dei mezzi da sbarco che sputano uomini e mezzi corazzati che avanzano con l'acqua al torace. Una delle più famose battaglie della storia, il "giorno dei giorni", era cominciato.

Il D-DAY fu la più grande operazione anfibia della storia militare. 160.000 soldati sbarcarono il 6 giugno sulle coste della Normandia. Per 4,414 uomini il "giorno più lungo" fu anche l'ultimo.

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UTAH BEACH (US ARMY)

I primi uomini a scendere dai mezzi da sbarco leggeri furono trascinati dalle forti correnti a circa 1,8 km dal punto prefissato. La spiaggia non era una delle meglio difese dai tedeschi per il successo delle incursioni aeronavali delle ore precedenti. Furono presto sbarcati carri anfibi DD (duplex drive). In seguito entrarono in azione i genieri per la bonifica della spiaggia. Utah fu il più grande successo tra gli sbarchi del 6 giugno. Fu possibile sbarcare 21.000 uomini al costo di 197 vittime, mentre le difese tedesche furono neutralizzate entro mezzogiorno.


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Primi difficoltosi passi dei fanti americani sulla spiaggia Utah


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Americani stipati in un LCT (mezzo da sbarco truppa) in vista del tratto di costa delimitato dalla spiaggia Utah.


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Truppe d'assalto dei Royal Marines in appoggio sbarcano a Utah circa 20 minuti dopo la prima ondata americana.


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Foto aerea dell'area di sbarco a Utah beach. Si notino le barriere realizzate affondando parte dei mercantili al seguito della flotta e utilizzate come frangiflutti. Schierate in posizione di tiro, navi da guerra della US Navy martellano le colline sovrastanti la spiaggia.


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Aiutato da una squadra di Sanità, un geniere americano viene caricato su un mezzo da sbarco per l'evacuazione.


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Convoglio di mezzi da sbarco al largo di Utah beach. Si notino i palloni frenati di sbarramento ancorati ad ogni natante.


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Primi soccorsi ai feriti di Utah, dopo il combattimento seguito alla prima ondata di sbarco.


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Mezzi corazzati americani sulla sabbia di Utah beach dopo la bonifica del terreno da parte dei genieri.


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OMAHA BEACH (US ARMY)

Fu lo sbarco più famoso, ma anche il più disastroso. Era il tratto di costa meglio difeso dai tedeschi, mentre i bombardamenti aerei delle ore precedenti erano stati ritardati oltre che inaccurati. Le correnti impedirono uno sbarco rapido, molti mezzi dovettero attendere per poi aprire i portelli e rilasciare i carri armati a quasi 5 km dalla riva. 27 dei 32 mezzi corazzati affondarono, e gli occupanti perirono annegati. Dalle colline sovrastanti si aprì un fuoco di sbarramento micidiale. La 29a Divisione di fanteria americana fu falciata sul bagnasciuga. Il fuoco incessante massacrò in breve 2000 uomini compresi tutti gli ufficiali tranne uno. La prima ondata era allo sbando. L'attività dei genieri per la bonifica fu quasi impossibile. Quasi la metà dell'organico morì colpito dai tedeschi o dalle cariche esplosive che tentavano di rimuovere.  Andò un poco meglio nella parte est di Omaha, dove la seconda ondata riuscì a creare corridoi in punti meno difesi e ad arrivare alle colline.  La svolta avvenne attorno alle 9 del matino quando il 5° Rangers riuscì a aprire un varco sopra le scogliere e allargare il fronte dello sbarco. Poi l'artiglieria navale riuscì ad avvicinarsi alla spiaggia e a colpire una postazione fortificata tedesca che tacque per sempre. Ma al tramonto la spiaggia era ancora martellata dall'artiglieria della 352a divisione tedesca e il ricongiungimento con le altre spiagge fu rimandato. I morti americani furono più di 3000.

Nella foto:mare agitato e nubi plumbee. La prima, tragica ondata di sbarco in vista di Omaha


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Paura e malessere dovuto alla violenza del mare per gli americani. Gli istanti precedenti all'apertura dei portelli del mezzo da sbarco. Omaha beach, prima ondata.


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Si apre il portellone. sbarcano i fanti americani della Company E, 16th Infantry, 1st Infantry Division. Notare la distanza del natante dalla riva.


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Omaha, schieramento di mezzi pesanti da sbarco. Mancano ancora i pontili "Mulberry" per lo sbarco dei mezzi pesanti. Il fuoco nemico impedirà per gran parte dei combattimenti un'azione efficace dei genieri per la bonifica della spiaggia.


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Piegato sul fianco di tribordo, questo mezzo da sbarco americano è colpito e affondato dalle batterie tedesche della 352a Divisione.


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Truppe da assalto americane sulla spiaggia di Omaha carichi di armi e munizioni.


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Corpi di soldati americani della prima ondata di sbarco giacciono ammucchiati sul bagnasciuga nelle prime ore del mattino del 6 giugno 1944.


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Riparato dal tiro tedesco dietro le scogliere che delimitano la spiaggia di Omaha, questo medico americano mostra il suo sguardo stravolto dal massacro dei compagni.


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GOLD BEACH (BRITISH ROYAL ARMY)

A Gold, gli inglesi dovettero affrontare la batteria tedesca di Longues-Sur-Mer. Fortunatamente tre dei quattro cannoni furono subito messi fuori uso dall'artiglieria navale. Tuttavia il fuoco di taglio di altre casematte tedesche martellò gli inglesi, ma furono distrutte dal fuoco dei carri inglesi lanciagranate. Entro sera, il contingente britannico era penetrato nell'entroterra fino a Port-en-Bessin, mentre dall'altro fianco prese Arromanche per collegarsi coi Canadesi provenienti dalla spiaggia Juno. Le perdite furono di circa 1000 uomini.


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Spiaggia "Gold". Gli inglesi sbarcano carri armati direttamente sul bagnasciuga.


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Sulle dune sopra la spiaggia Gold, soldati britannici esaminano una casamatta tedesca distrutta dai bombardamenti alleati.


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Alle spalle del mezzo blindato diretto alla spiaggia, una schiera di mezzi da sbarco pesanti della Royal Navy.


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Cimelio dallo sbarco a Gold: una razione di emergenza in dotazione all'esercito britannico.


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Nella fotografia, una delle prime immagini di prigionieri tedeschi catturati dagli inglesi sulle dune di Gold beach.


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JUNO (ROYAL CANADIAN ARMY)

Lo sbarco canadese fu ritardato dal mare agitato. La situazione appariva simile a quella di Omaha, giacchè i bombardamenti erano stati inefficaci e le perdite iniziali alte. Tuttavia entro il pomeriggio le forze sbarcate riuscirono a procedere nell'entroterra. Non senza difficoltà per i nidi di armi automatiche tedesche che dovettero essere aggirate. A sera si avvicinarono al loro terger, pur senza espugnarlo: l'aeroporto di Carpiquet. I Canadesi persero il 6 giugno 951 uomini. Nella foto: i primi Canadesi nell'atto di sbarcare a Juno. Sullo sfondo le case in riva al mare dalle quali partiva il fuoco tedesco.


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Veduta del fronte di sbarco a Juno beach.


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Canadesi muovono i primi passi a Juno beach.


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In questa immagine a colori, una colonna di uomini e mezzi dell'esercito Canadese muove verso l'entroterra.


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Truppe di rincalzo canadesi a Juno Beach. Il cielo si è fatto più terso rispetto all' ora "H".


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Il sole è alto nel cielo sopra Juno. Le armi automatiche dei tedeschi annidiati nelle ville sulla spiaggia tacciono per sempre.


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Sono le prime ore del pomeriggio del 6 giugno. Un plotone di Canadesi guarda la testa di sbarco dalle dune ormai bonificate dal tiro tedesco.


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SWORD (BRITISH ROYAL ARMY)

Sword fu l'ultimo sbarco in ordine temporale del D-Day. I primi soldati inglesi vi misero piede alle 7,30 del mattino. Anche qui le condizioni del mare e gli ostacoli tedeschi crearono molte difficoltà nell'uscita dalla testa di sbarco. L'ultima batteria tedesca cadde poco prima del tramonto, ma già dalle 16 gli inglesi furono raggiunti dalla controffensiva tedesca operata dalla 12a Panzer-division. Solo dopo aspri scontri i corazzati tedeschi ebbero l'ordine di ripiegare per proteggere Caen e Bayeux.


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Come ad Omaha, le condizioni del mare impedirono uno sbarco più prossimo alla riva, creando moltissime difficoltà di movimento alle truppe.


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Spiaggia Sword: le tracce del passaggio di un cingolato inglese impresse nella sabbia.


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Truppe sul bagnasciuga a Sword. Sulla sinistra, si noti il pesante fardello che il fante inglese porta sulle spalle. Fu comune, durente le fasi dello sbarco, l'abbandono de parte dell'equipaggiamento da parte dei soldati, a favore di una maggiore agliltà.


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Primo piano di un gruppo di soldati inglesi su un mezzo da sbarco leggero diretti a Sword.


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Si aprono i portelli di sbarco per gli ultimi inglesi sbarcati davanti a Sword. Di fronte a loro, i segni della battaglia.


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