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November 27 2017
Quella contro il Genoa per lo schiaffo a Lapadula è stata la nona espulsione in campionato per Daniele De Rossi, la quindicesima della carriera considerando anche le manifestazioni internazionali col suo club e con la nazionale. Un numero elevato (in Serie A solo Ledesma e Paolo Cannavaro hanno fatto peggio) aggravato dal fatto che spesso i cartellini rossi sono stati la conseguenza di veri e propri raptus agonistici.
A Marassi il rosso è costato carissimo alla Roma: rigore, pareggio del Genoa e due punti gettati al vento che rischiano di pesare nella corsa scudetto che è serratissima. Era già capitato anche in passato, ad esempio per l'espulsione rimediata all'Olimpico nella gara di ritorno del preliminare di Champions League contro il Porto poi concluso con l'eliminazione dei giallorossi.
De Rossi è un giocatore che fa dell'agonismo la sua caratteristica maggiore. E' sempre stato un pregio in una carriera che si è impreziosita con la conquista di un Mondiale nel 2006 (dopo aver scontato una lunga squalifica per una gomitata), ma rischia anche di restare un limite non superato.
Quella contro il Genoa è la decima espulsione di De Rossi in una partita di campionato. Una serie cominciata nel febbraio 2005 in Cagliari-Roma, proseguita poche settimane più tardi sul campo della Fiorentina e da lì in poi continuata con cadenza regolare. Nel settembre 2008 un altro rosso in Genoa-Roma, poi la cacciata di Roma-Udinese (marzo 2009) e quella col Chievo (dicembre 2010).
Altri due allontanamenti nel maggio 2011 (partita esterna dei giallorossi a Bari) e, particolarmente sentito dal pubblico romanista, nel novembre 2011 durante il derby contro la Lazio. Due anni e mezzo senza castighi, poi l'espulsione contro la Juventus nel gennaio 2014 doppiata da quella col Sassuolo fino ad arrivare all'ultimo episodio di Marassi. In mezzo anche la prova tv per un pugno a Icardi in un Roma-Inter.
Alle espulsioni in campionato si aggiungono quelle in campo inrternazionale. Con la maglia azzurra sono due e sono entrambe celebri, in particolare quella rimediata al Mondiale 2006 per una gomitata allo statunitense McBride costata a De Rossi una squalifica di 4 giornate. Lippi lo recuperò, anche psicologicamente, solo per la volata finale verso il titolo. L'altro rosso è quello rimdiato in una gara contro la Bulgaria, anch'essa delicata per la nazionale.
Nelle coppe europee, invece, ci sono la prima volta nell'ottobre 2004 contro il Bayer Leverkusen (battesimo del rosso per il centrocampista che fino a quel momento aveva la ìfedina penale' pulita), l'espulsione col Bruges nel febbraio 2006 e la cacciata nel preliminare col Porto per un'entrataccia su Maxi Pereira che spalancò la strada ai lusitani verso un facile 3-0 esterno con passaggio ai gironi eliminatori.
Anche in Champions League bisogna aggiungere la squalifica con prova tv per un pugno in faccia a Srna dello Shakhtar Donetsk sfuggito agli occhi dell'arbitro in campo. Era il 2011. Da allora l'episodio si è ripetuto ancora troppe volte.