Daria Bignardi, durante il photocall dei talent per la presentazione dei palinsesti Rai, Roma, 4 luglio 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Televisione

Daria Bignardi lascia la direzione di Rai 3


ANSA / MATTEO BAZZI
Fabio Fazio, il direttore generale Rai, Mario Orfeo, il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, il direttore di Rai2, Ilaria Dallatana, il direttore di Rai3, Daria Bignardi, e il direttore di Rai4, Angelo Teodoli, durante la presentazione dei palinsesti Rai a Milano, 28 giugno 2017.

Meno di un mese dopo la presentazione dei nuovi palinsesti Rai, Daria Bignardi si congeda e lascia la direzione di Rai3. Non un adieu di quelli clamorosi, sia chiaro, perché dalle parti di Viale Mazzini era noto a tutti che la Bignardi volesse da tempo mollare tutto, ma solo un'accelerazione dei tempi dopo aver trovato una "risoluzione consensuale del rapporto di lavoro ritenendo ormai concluso il proprio percorso lavorativo nella società".

Daria Bignardi lascia Rai 3 (senza buonuscita)

Con l'uscita della Bignardi da Rai 3 - era stata fortemenete voluta da Antonio campo Dall'Orto - per il dg Rai Mario Orfeo c'è dunque ora un'altra casella da sistemare, oltre alla "questione" Massimo Giletti, che ancora non ha chiuso un accordo sul suo futuro professionale dopo la chiusura de L'Arena.

Daria Bignardi lascia l'azienda senza richiedere "il pagamento di alcuna buonuscita", come fanno sapere dalla Rai. "I vertici la ringraziano per il lavoro svolto, la professionalità dimostrata e le capacità organizzative ed artistiche sempre poste pienamente al servizio della società, componenti che hanno permesso a Rai3 di realizzare sotto la sua direzione una programmazione di qualità e la sperimentazione di nuovi format".

Tutti i successi e i flop della terza rete

Come sottolinea la Rai, la terza rete ha raggiunto "livelli di audience che la posizionano quale terza rete generalista italiana", dunque l'era Bignardi si conclude con un bilancio positivo, anche se non mancano le zone d'ombra. Il flop più clamoroso è senza dubbio Politics, il talk con Gianluca Semprini chiuso frettolosamente dopo tre mesi, seguito a ruota dal tonfo di Amore Criminale: con l'arrivo alla conduzione di Asia Argento, il programma ha chiuso al 3% di share contro l'8% delle stagioni passate.

Alla Bignardi va in ogni caso riconosciuta la capacità di sperimentare linguaggi diversi e nuovi format. Tra i più riusciti, Stato Civile - la docufiction dedicata alle unioni civili - e ancora Fuori Roma, l'inedito racconto della politica fuori dal palazzo, affidato a Concita De Gregorio. Ottimo prodotto anche I ragazzi del Bambino Gesù, incentrato sulle storie vere di adolescenti malati, delle loro famiglie e dei medici dell’ospedale pediatrico di Roma.

Il toto-nomine e il futuro della Bignardi

Adesso comincia il totonomine: nei giorni scorsi le indiscrezioni puntavano su Silvia Calandrelli, attuale direttrice di Rai Cultura, e di Maria Pia Ammirati, capo di Rai Teche ma sono in netta ascesa le quotazioni di Stefano Coletta, attuale vicedirettore di Rai 3, con grande esperienza di palinsesti, già braccio destro degli ultimi tre direttori di rete. Il prossimo nominato dovrà in ogni caso affrontare una situazione non facile, considerando il passaggio di Fabio Fazio a Rai 1 e l'addio di Diego Bianchi (in arte Zoro), migrato a La7.

Che farà ora la Bignardi? Certamente si dedicherà alla scrittura, sua grande passione, e alla promozione del suo ultimo libro, in uscita a fine estate. E c'è già chi sogna un suo ritorno a La7, magari alla guida di un'edizione riaggiornata e corretta de Le invasioni barbariche: il direttore Andrea Salerno sarebbe pronto ad accoglierla a braccia aperta ma per ora questa è solo fanta-tv. 

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