Politica
May 04 2023
«La Meloni è incapace di risolvere i problemi migratori in Italia». Così parlò il ministro dell’interno francese Darmanin. Frase che ha scatenato la giusta reazione del nostro governo con il Ministro degli Esteri Tajani che ha subito annullato la concordata e vicina visita a Parigi: «Accuse gravissime ed inaccettabili» ha detto il numero 1 della Farnesina.
In effetti la reazione spontanea sarebbe quella della replica, secca, ricordando qual è il metodo di gestione migranti in voga in Francia: il manganello dei Gendarmi (capaci anche di sconfinare in territorio italiano senza avvisare e chiedere il permesso…). Poi però ci siamo ricordati che sarebbe bastato leggere quello che scrivemmo lo scorso 10 novembre, nei giorni in cui la Ocean Viking venne fermata al largo delle coste italiane e dovette attraccare (prima ong della storia a farlo, e apriti cielo...) in un porto transalpino. Ecco, anche allora dall’Eliseo arrivarono le solite lezioni di vita e di politica internazionale, gratis, e fuori luogo. Quello che pubblicammo allora, paro paro, è valido oggi.
Così abbiamo cercato ci capire cosa spinga Parigi ogni tanto a tirare qualche sassata a Roma. Ed ecco che la rabbia per le parole di Darmanin si trasformano in umana comprensione, per non dire compassione.
La Francia non sta attraversando un momento particolarmente brillante. Le proteste, violente e massicce, di piazza contro la riforma delle pensioni vanno avanti da mesi e gli scioperi annessi hanno messo in ginocchio più volte il paese. Non bastasse una situazione sociale complessa anche quella economica non è delle migliori: il pil del primo trimestre 2023 è si positivo ma solo dello 0,2%. L’Italia è cresciuta due volte e mezzo tanto: +0,5%.
Ma non è tutto qui; il povero Darmanin, un po’ scosso dal non saper gestire la piazza che ribolle ed un po’ invidioso dei risultati italiani migliori di quelli francesi (sia mai…), deve anche fare i conti con le prossime elezioni che, in questo stato di malessere diffuso a Parigi e nel resto del paese, vedono in calo Macron ed il suo partito mentre la destra di Marine Le Pen è in forte ascesa. Non è infatti incasso che nelle accuse rivolte oggi all’Italia Darmanin faccia un riferimento diretto alla leader della destra transalpina: «La signora Meloni guida un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen».
Campagna elettorale, quindi, con l’aggiunta di un po’ di fango contro l’Italia e fumo negli occhi dei suoi connazionali.
E così questa volta non replichiamo. Ci godiamo anzi il rosicare e le preoccupazioni di Darmanin, la cui debolezza politica interna ed internazionale è oggi quanto mai evidente.