Televisione
March 15 2018
Sperimentare e rielaborare. Nel lavoro e in cucina. Per questo Davide Devenuto, volto storico di Un posto al sole – la soap culto di Rai 3 di cui è nel cast da quasi quattrodici anni, nei panni Andrea Pergolesi – ha deciso di lanciarsi in una nuova sfida e da giovedì 15 marzo sarà nel cast di Celebrity MasterChef 2, il cooking show di Sky Uno, dove mostrerà per la prima volta la sua passione per la cucina. In gara con lui un parterre di volti noti che comprende Barbara Alberti, l'ex calciatore Lorenzo Amoruso, Serena Autieri, Laura Barriales, Orietta Berti, la schermitrice Margherita Granbassi, l'astronauta Umberto Guidoni, il campione di rugby Andrea LoCicero, il giornalista Valerio Spinella, Anna Tatangelo e l’ex arbitro Daniele Tombolini. A giudicarli saranno Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo. “Ci vuole coraggio per lanciarsi in quest’avventura, soprattutto per uno emotivo come me”, racconta a Panorama.it a poche ore dal debutto Devenuto, compagno dell’attrice Serena Rossi.
Davide, perché hai deciso di partecipare a Celebrity MasterChef 2?
Perché è arrivato il momento giusto per farlo. Avevo voglia di mettermi in gioco in prima persona, senza un personaggio che mi facesse da filtro. Qualche anno fa non mi sarei nemmeno presentato al provino, un po’ per timidezza e un po’ per carattere. Ci vuole coraggio per fare Celebrity MasterChef.
La spinta decisiva qual è stata?
Oltre ai consigli di Serena, l’aver raggiunto più consapevolezza. Mi sentivo pronto e l’ho fatto: c’è in gioco un hobby, quello per la cucina, che non è la mia professione ma che mi piace molto e mi stimola.
Hai parlato di timidezza: non è una contraddizione in termini un attore timido?
No, io lo sono come molti altri miei colleghi. È difficile da spiegare: il desiderio di nascondersi e quello di essere al centro dell’attenzione spesso convivono e trovano un equilibrio.
Com’è stata quest’esperienza tra Mistery Box e Pressure Test?
Entusiasmante. Mi sono divertito molto. Nel poco tempo a disposizione ho studiato, anche se la cucina è una materia infinita ed è difficile dirsi preparato.
Il tuo cavallo di battaglia?
Secondo Serena, l'amatriciana. Io invece direi la pasta con i gamberi: tutto quello che ha a che fare con i crostacei mi piace molto.
Il momento più complicato della gara?
Trovare degli ingredienti in pochi minuti scatena una paura mentale e psicofisica. La gente da casa pensa sia finzione televisiva, invece scopri quello che devi cucinare nel momento in cui te lo chiedono. Ma l’adrenalina ti fa superare ostacoli che sembrano insormontabili.
Con gli altri concorrenti sono nate amicizie, rivalità e sono scattate strategie, come in ogni competizione. Con chi hai legato di più?
Con Serena Autieri, l’unica che conoscevo, anche se poco, già prima di questa esperienza. Poi con l’ex arbitro Daniele Tombolini, con il giornalista Valerio Spinella, l’ex rugbista Andrea Lo Cicero e con Margherita Granbassi. Poi, col tempo, anche con Anna Tatangelo.
L’avversario più temibile?
Andrea Lo Cicero era uno di quelli che temevo di più. Ma non posso aggiungere niente perché ogni dettaglio potrebbe rivelare qualcosa della gara.
Sono circa 14 anni che interpreti Andrea Pergolesi in Un posto al sole. Come si fa a recitare lo stesso ruolo per così tanto tempo senza annoiarsi?
Non ci si annoia mai perché attraversi mille fasi, dall’amore immenso alla passione totale, prendi le distanze, lo odi, poi lo ami di nuovo ma in maniera diversa. È come avere un fratello diverso e il rapporto varia secondo quello che stai raccontando nella serie. Ho imparato molto da Andrea.
Come hai fatto a conciliare MasterChef con Un posto al sole?
Sono passato da un set blindato all’altro: giravo quindici scene in un giorno spostandomi di notte per essere a Milano la mattina presto. La produzione di Un posto al sole mi ha concesso molto e non mi è pesato fare le due cose in contemporanea: ero stanco ma contentissimo.
Qual è la cosa che ti chiede di più la gente quando ti ferma per strada?
Mi chiedono sviluppi sulle storie e certe volte non so rispondere: pensano che sia una strategia per tenere il segreto ma in realtà non conosco gli sviluppi narrativi di tutta la trama. La cosa bella è che la quotidianità crea un senso di realtà molto forte: per questo il pubblico ama Un posto al sole.
Se arrivasse un grosso ruolo in un’altra fiction o in un film diresti addio a Un posto al sole?
Dipende da cosa mi viene proposto. Non è detto che si possa fare sempre tutto, ma io tenderei a non lasciare il mio ruolo. Certo, nel mio mestiere è bello variare e sperimentare cose nuove ma Un posto al sole ha dignità, solidità e affronta tematiche importanti: perché dovrei lasciarlo?
Intanto ti vedremo nella seconda serie di Rocco Schiavone.
È una parte molto piccola, in cui interpreto un vice questore cui piacciono parecchio le donne: Schiavone si rivolge a lui per alcune indagini e ne viene fuori uno scambio divertente. Mi è piaciuto lavorare con Marco Giallini: è divertente ed è un grande professionista.
Il tuo sogno professionale nel cassetto?
Trovare sempre la strada giusta per rinnovarsi. MasterChef è stata una bella occasione, un modo per mettermi in gioco in maniera diversa e stimolante.
Ultima curiosità: Serena Rossi, la tua compagna, sta vivendo una fase di successo e popolarità molto intensa. Come la vivi?
Non la patisco, se è questa la domanda. Anzi, sono strafelice per lei. Per noi non è cambiato nulla: ci vediamo meno e ci dobbiamo organizzare di più perché abbiamo un bambino piccolo. Ma il nostro rapporto non è cambiato.
Sfuggite con una certa reticenza al gossip: è una scelta strategica?
(ride) No, semplicemente ci piace attirare l’attenzione per quello che facciamo nel lavoro, non per la nostra vita privata.