Davide Dileo aka Boosta, la mia avventura su Deejay Tv
Dopo un anno finalmente grazie a ”Jack on Tour” sono riuscita ad incastrarlo con un’intervista. Ecco a voi Davide Dileo detto anche Boosta.
Inizio con una domanda che ti imbarazzerà un po’ conoscendoti, come ti senti ad essere considerato un sex symbol?
Nessun imbarazzo. Basta ricordare di essere stato un brutto anatroccolo, guardare la barba bianca e…sapere di non esserlo mai stato…
Fra pochissimo parte “Jack on Tour” su Deejay tv dove conduci affiancato da Federico Russo. Cosa ci puoi raccontare di questo nuovo progetto?
E’ stata una bella avventura.
Un privilegio perché alla fine il mio lavoro è stato semplice: andare in giro per belle città, conoscere persone affascinanti che hanno realizzato i loro sogni, andare in sala prove e fare dei bei concerti con musicisti amici che ho sempre stimato.
E’ un privilegio godere di un mestiere così bello.
La tua avventura con i SubsOnica è iniziata più di 10 anni fa, quali sono le più grandi soddisfazioni e i più grandi meriti che senti d’aver ottenuto con il gruppo?
Guardando con sufficiente distacco il passato la prima cosa che penso ,sempre , e’ che da piccolo sognavo di fare il musicista, e adesso la mia vita è sostenuta interamente ancora da questo sogno, pragmaticamente, spiritualmente. Subito dopo viene lo stupore e la contentezza per avere fatto parte della vita delle persone. Essere stati la colonna sonora di momenti speciali, esattamente come altri musicisti hanno fatto con la mia.. Beh quello ha davvero un senso per la vita.
Quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere finalmente al cinema “Un’ora e mezza”?
Temo ancora un po’… Ma questo non vieta che prima si veda qualcos’altro che abbia la mia umile firma in calce.
Collabori e hai collaborato con diverse riviste, con radio e televisioni, c’è qualcosa a tuo avviso che ti riesce meglio delle altre?
Il mio mestiere è quello del narratore. Io racconto. Con la musica, con una parola, grazie al cielo non con un disegno, e questo mi piace fare. Io spero di essere così onesto da rendermi conto e da non avere bisogno oltre quando realizzerò di non avere nulla da dire. Per il resto, e’ come avere una tavolozza di colori davanti ad una tela: uso i colori che mi sembrano più opportuni.
Il progetto Iconoclash si farà notare ancora o è stato chiuso dopo il successo di “rock.n.roll robot” dove nel video hai a che fare con una vampira e “Fly me to the Moon” di Frank Sinatra cantata da te?
Il progetto è finito ma lo spazio dei progetti e’ sempre aperto. Fare musica è il cantiere di una grande città. C’è sempre dove metter le mani. Curiosità, desiderio, passione, rispetto sono ingredienti fondamentali per rimanere in buoni rapporti con la musica stessa.
Hai scritto per i più grandi della musica Italiana e per nomi importantissimi della musica mondiale. Vuoi citarcene qualcuno e magari anche una futura collaborazione?
Ho scritto e lavorato con nomi eccezionali, noti e meno noti ma che ho amato ed amo molto, da Mina a Skin, da Erica Mou ai Depeche Mode. Certo che se potessi chiudermi in studio un giorno con Paolo Conte….
L’emozione e la tensione che provi prima di salire in consolle sono paragonabili a quelle prima di un concerto o a quelle che precedono la diretta di un programma televisivo?
Potrei dirti che sono complementari e sarebbe una risposta standard. La verità è che stare su un palco davanti a qualcuno che canta le tue canzoni perché le sente anche un po’ sue e’ un momento unico e speciale. Sempre.
Sei felice?
A volte…
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