Economia
September 16 2022
Aumentano le entrate, aumentano gli obiettivi programmatici della finanza pubblica. Si tratta di un tesoretto da 6,2 miliardi di euro frutto della campagna del Governo Draghi; denaro che adesso contribuirà a finanziare il nuovo Decreto Aiuti (il ter) approvato dal Governo uscente per sostenere famiglie e imprese nel compito di pagare le bollette dell’energia di ottobre e novembre. Il piano si articola su tre cardini: aiuto alle famiglie e alle imprese per affrontare la crisi energetica; intervento per accelerare le riforme strutturali del Pnrr e linee guida per la diversificazione energetica dal gas russo, e verso le rinnovabili”.
Nella bozza del decreto legge aiuti ter è contenuto un pacchetto di interventi dal valore di 14 miliardi senza extra deficit.
Il decreto è un documento complesso che prevede una buona quantità di misure.
Intanto attraverso il meccanismo del credito d'imposta l’aiuti ter compensa tra il 30% e il 40% le spese sostenute dalle aziende che hanno subito rincari superiori al 30% nel terzo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Inoltre è previsto il contributo straordinario per regioni e comuni in difficoltà. Tale contributo viene incrementato di 200 milioni di euro. All'articolo 'Misure straordinarie in favore delle regioni ed enti locali' si stabilisce che, per affrontare la spesa per utenze di energia elettrica e gas, saranno destinati ulteriori 160 milioni di euro in favore dei comuni e 40 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province.
Denaro è anche previsto per il fabbisogno del sistema sanitario nazionale. Allo scopo di contribuire ai maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche e al perdurare degli effetti della pandemia – si legge nella bozza - il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 1,4 miliardi per quest'anno.
Inoltre il decreto – approvato all’unanimità – prevede – “Aliquote del 40% per gli energivori e del 30% per le imprese più piccole che impiegano energia elettrica con una potenza dai 4,5 kw in su”.
E’ stata poi approvata la “garanzia statale sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette, con accordi da sviluppare con le banche per offrire i prestiti al tasso più basso, in linea con il Btp”. Confermata anche la riduzione delle accise su gasolio e benzina fino a tutto novembre.
Una tantum per le fasce più deboli
Bonus una tantum di 150 euro per chi percepisce redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui, compresi i pensionati (platea di 22 milioni di persone). E stanziamento di circa 190 milioni per il sostegno alle aziende agricole, con interventi per la riduzione dei costi del gasolio agricolo, dei trasporti e dell'alimentazione delle serre
Arrivano poi ulteriori 100 milioni di euro - che si aggiungono ai 40 milioni già stanziati con precedenti provvedimenti - a favore delle aziende del trasporto pubblico locale per i maggiori costi sostenuti, nel terzo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, per l'acquisto del carburante utilizzato nei mezzi per effettuare il servizio.
L’approvazione del decreto aiuti ter rappresenta l’ultimo importante atto del Governo guidato da Mario Draghi che auspica per il nuovo esecutivo la possibilità di far sedere in Via XX Settembre una figura tanto autorevole e adeguata quanto è stata quella del Ministro Daniele Franco.
Più che una conferenza stampa quella di oggi a Palazzo Chigi è stata una sorta di “testamento tecnico” firmato da Draghi a vantaggio di chi verrà dopo di lui. Oltre ad aver ribadito la sua non disponibilità a un nuovo mandato ha fornito tutta una serie di indicazioni e ammonimenti che elegantemente puntavano a sensibilizzare il nuovo governo (quale esso sia) su quanto chi è venuto prima ha fatto.
Il Ministro per l’economia Daniele Franco, ad esempio, ha ribadito che tutti i provvedimenti che è stato possibile approvare nella bozza dell’Aiuti Ter sono frutto dell’aumento delle entrate fiscali legati alla crescita economica e all’inflazione.
Franco ha poi fatto intendere che le entrate fiscali sono sufficienti non solo per coprire gli aiuti fino a settembre e ottobre, ma addirittura fino a dicembre.
Parole che hanno il sapore di “libretto per le istruzioni”: Come se il Governo uscente non solo stia spianando la strada al nuovo esecutivo, ma stia persino spiegando loro cosa fare e, addirittura, come farlo.
Alla fine – in sostegno a famiglie e imprese – sono stati messi sul piatto 30 miliardi, denaro che servirà per traghettare il Paese attraverso il lungo autunno della crisi degli energetici e denaro che alcune forze politiche proponevano mettere insieme attraverso il famigerato “scostamento di bilancio”.
Draghi in questo senso è stato estremamente chiaro: “Non prevediamo nessuno scostamento di bilancio, ma utilizziamo le maggiori entrate di questi mesi prodotte dall’inflazione e dalla crescita”.
E ha poi aggiunto: “L'andamento dell'economia ci consente di aiutare famiglie e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sui mercati".
In tutto il decreto aiuti ter a sostegno delle famiglie e delle imprese avrà un entità di 14 miliardi, cui se si sommano gli aiuti forniti dal governo si raggiungono i 60 miliardi: "Sono 14 miliardi del decreto di oggi, 17 quelli del decreto bis che è in corso di approvazione, e arriviamo a un importo di circa 31 che sembra corrispondere perfettamente alla richiesta di scostamento di 30 miliardi. Siamo lì, a meno che non si pensi ad uno scostamento di 30 miliardi ogni mese… Non prevediamo quindi nessuno scostamento di bilancio, ma utilizziamo le maggiori entrate di questi mesi prodotte dall'inflazione e dalla crescita".
E ha poi proseguito asserendo: "Non c’è motivo che l’Italia si discosti se la crescita è accompagnata dall'equilibrio dei conti. Le risorse per operare in questa fase ci sono ma quello che conta è che gli investimenti associati al Pnrr continuino così come le riforme non associate al Pnrr".
Le parole con cui ha concluso la conferenza stampa sono lapidarie: “Quello che conta è che le riforme continuino: quello è l’ambiente favorevole per la crescita. La crescita non è prodotta dai governi. I governi possono al massimo mantenere le condizioni affinché ci sia questa crescita. Poi la crescita la fanno gli italiani”.