Economia
February 10 2022
Il giorno dopo l’annuncio del premier Mario Draghi di un nuovo decreto “di ampia portata” per contrastare gli aumenti di energia elettrica e gas, c’è ancora incertezza sull’effettiva entità del provvedimento. Secondo quanto è trapelato il decreto potrebbe valere tra 4 e 7 miliardi di euro: una differenza non certo trascurabile, che dipende essenzialmente dal fatto che venga effettuato o meno uno scostamento di bilancio per finanziare le nuove misure. Un’ipotesi ventilata dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, secondo cui “siamo nel pieno di una crisi energetica che mina alle fondamenta l'economia reale. Uno scostamento di bilancio in questa situazione non può essere considerato ‘debito cattivo’, perché il contrario potrebbe voler dire far fallire migliaia di aziende”.
I quattro miliardi già stanziati in manovra per arginare il caro bollette, ha sottolineato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, “sono insufficienti. In fase di approvazione della legge di stabilità del 2022 grazie alle nostre insistenze è nato un fondo di quasi 4 miliardi. Sono importanti ma insufficienti. Noi dovremmo fronteggiare ancora per molti mesi una crisi che si annuncia lunga e pesante soprattutto per famiglie, lavoratori dipendenti, pensionati, anche per le imprese”, e per questo, secondo il sindacalista, “abbiamo la necessità di misure urgenti di provvedimenti strutturali, perché abbiamo un sistema economico in grande sofferenza per lavoratori e anziani che stanno soffrendo incredibilmente questi aumenti della bolletta energetica, che stanno erodendo il potere di acquisto di stipendi e pensioni".
Se le famiglie piangono, le imprese non ridono affatto. La bolletta energetica dei pubblici esercizi come bar e ristoranti passerà da 2 a 3,6 miliardi di euro tra il 2021 e il 2022, per un incremento dell'80%, secondo le stime di Luciano Sbraga, direttore dell'Ufficio studi di Fipe, l'associazione di settore della Confcommercio. In media un bar passerà a pagare da 5mila e a 10mila euro l'anno, mentre un ristorante da 11mila euro a 19,500 euro tra luce e gas. Per Lino Enrico Stoppani, vicepresidente vicario di Confcommercio, quello attuale è uno “scenario di guerra”. A gennaio i rincari hanno riguardato in particolare “alberghi, ristoranti e la distribuzione, tutte grandi aziende energivore". Per l’associazione, “nonostante le misure di contenimento del governo c’è stato aumento di circa il 76%” delle bollette energetiche, “con una spesa che passerà dagli 11,3 miliardi del 2021 a 19,9 miliardi di euro". A causare ulteriori problemi sono i rincari dei prezzi del petrolio e di conseguenza del carburante, che “peseranno sul sistema della logistica con aumenti che valgono circa 7 miliardi di euro".
Per protestare contro gli aumenti dei carburanti, con la benzina che oggi ha superato i 2 euro al litro, le associazioni dell’autotrasporto hanno organizzato manifestazioni su tutto il territorio nazionale, chiedendo risposte precise al governo: in caso contrario non si esclude un fermo dei servizi. Cna Fita e le altre associazioni di categoria hanno scritto al presidente del Consiglio, al ministro delle Infrastrutture Giovannini e alla viceministra Bellanova, lamentando gli aumenti vertiginosi del “gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche dell'additivo AdBlue per i veicoli più moderni e del Gnl (gas naturale liquefatto). Si registrano aumenti generalizzati per oltre il 25% nell'arco di un anno equivalenti a maggiori costi per oltre 535 milioni di euro a danno delle Pmi, che l'autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle imprese”.