Economia
April 05 2019
Incentivare da un punto di vista fiscale le eccellenze italiane a tornare in patria, salvaguardare i brand italiani dall'assalto degli investitori stranieri e promuovere l'imprenditoria nostrana.
Sono alcune delle novità presenti nel cosiddetto decreto crescita sottoscritto (salvo intese) dal Governo, quel testo che dovrebbe costituire il motore della ripresa imprenditorialedel nostro paese.
La bozza del decreto contiene 32 articoli suddivisi per 4 argomenti: misure fiscali per la crescita economica; misure per il rilancio degli investimenti privati; tutela del made in Italy e ulteriori misure per la crescita.
Le più importanti novità riguardano la sanatoria su tasse e multe per gli enti locali, la revisione del regime Ires e l'incremento del fondo per la prima casa.
Il regime Ires nel decreto crescita viene sostituito dalla flat tax al 15% con una tassazione che si applica solo agli utili accantonati. Nel primo anno l'aliquota sarà al 22,5%, per poi calare di un punto percentuale sia nel 2020 sia nel 2021; a partire dal 2022 l'Ires scenderà al 20%. Aumenta, inoltre, la deducibilità dell'Imu sui capannoni che passa dal 40 al 50% nel 2019 e fino al 60’% nel 2020.
La nuova norma cui sta lavorando l'esecutivo autorizza il condono per le multe auto, Imu, Irap, Tasi. La cosiddetta rottamazione delle cartelle viene estesa dall'Erario anche a regioni, province, città metropolitane e comuni. La sanatoria prevede lo sconto di sanzioni e interessi.
Secondo l'esecutivo è fondamentale rilanciare gli investimenti privati. Per farlo il dl crescita prevede la riorganizzazione del fondo di garanzia delle pmi. Questo serve per sostenere l'accesso al credito delle aziende in difficoltà. Il fondo potrà essere utilizzato anche a garanzia delle obbligazioni emesse dalle piccole medie imprese, cioè i mini bond.
Sempre all'interno del progetto politico che prevede la restituzione del sistema paese agli italiani il Cdm ha sottoscritto un articolo del decreto che prevede incentivi per docenti e ricercatori che trasferiscano la residenza in Italia dal 2020. Queste categorie di lavoratori - che rappresentano i cosiddetti cervelli in fuga - vedranno aumentare dal 50 al 70% la quota della base imponibile esclusa dalla tassazione. Inoltre passa da 4 a 6 anni la durata del regime di favore fiscale e si estendono ulteriormente le agevolazioni in base al numero dei figli o in presenza di un acquisto di una casa.
Coloro che possiedono marchi d'impresa con almeno 50 anni di storia alle spalle potranno iscriversi al registro "Marchio storico di interesse nazionale" e in caso di crisi potranno accedere a fondi statali d'aiuto. Si tratta di un provvedimento che vuole evitare nuovi casi Pernigottio Melegatti per tutelare quelle imprese che hanno fatto la storia del Made in Italy. E proprio "Made in Italy" diventa un simbolo e verrà inserito in una contrassegno antifalsificazione. Solo le imprese che producono beni con reale origine in Italia potranno utilizzare il contrassegno.
Anche gli Enti locali potranno accedere al piano di dismissioni di immobili pubblici visto che oltre l'80% dei beni immobili della Pa risulta in in mano agli Enti locali.
Il governo ha poi approvato (salvo intese) un nuovo bonus per la valorizzazione dell'edilizia. Le imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che acquistano e, entro i successivi 10 anni, demoliscono e ricostruiscono l'edificio potranno beneficiare di diversi incentivi: una tantum di 200 euro per l'imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale; possibilità di variazione volumetrica e alienazione rispetto al fabbricato preesistente.
Anche il fondo di garanzia per la prima casa avrà importanti modifiche con la riduzione degli accantonamenti a copertura del rischio passando dal 10% all’8% dell'importo garantito.
A favore della sostenibilità ambientale e dello sviluppo territoriale il governo ha approvato incentivi al comuni che vogliano investire in ammodernamento energetico e sostenibile. Le amministrazioni virtuose, infatti, si vedranno assegnati automaticamente contributi, nel limite massimo di 600 milioni di euro per l'anno 2019. Gli interventi e le forniture devono essere avviati entro il 15 ottobre 2019.