Economia
September 28 2016
Il Consiglio dei Ministri del 27 settembre ha approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016. I numeri non sono buoni, anzi. La crescita del PIl è inferiore alle attese sia nel 2016 che nel 2017, il deficit è in aumento rispetto ai target data la possibilità di ampliare i margini grazie alle "circostanze eccezionali" e il debito sarà in calo solo dal 2017.
La conseguenza è un piano in due mosse per ottenere, non ulteriore flessibilità, ma un margine di manovra di circa 6-7 miliardi scorporando dal Patto di stabilità le spese eccezionali per la ricostruzione post terremoto e per l'emergenza migranti.
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Ora su questi dati, modificati rispetto a quelli indicati nel Documento dell'aprile scorso, dovranno esprimersi le Camere, alle quali il documento è stato trasmesso.
Ecco una breve tabella che sintetizza l'andamento macroeconomico del triennio 2015-2017, con le previsioni aggiornate e, tra parentesi, quelle del Def di aprile.
2015 2016 2017
Pil +0,7% +0,8% (+1,2%) +1,0% (+1,4%)
Deficit 2,6% 2,4% (2,3%) 2,0% (1,8%)
Debito 132,3%* 132,8% (132,4%) 132,2% (130,9%)
*Il dato del debito 2015 riportato nel comunicato di Palazzo Chigi sulla Nota di aggiornamento differisce da quello comunicato dall'Istat venerdì 23 settembre, pari al 132,2% del Pil, in quanto l'esecutivo, riferiscono fonti governative, ha deciso di anticipare revisioni per arrotondamenti finora non ancora comunicate ufficialmente.
Il deficit
Il premier Renzi ha giustificato così le stime al rialzo del deficit: "Non c'è flessibilità in questa Nota di aggiornamento al Def perchè con una decisione che non ci convince si è deciso che vale una sola volta e noi l'abbiamo utilizzata lo scorso anno. Per me è un errore, c'è uno 0,4% massimo di circostanze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e riguarda elementi che nessuno può contestare che sono sisma e immigrazione"
Il debito
Quanto al debito non scenderà nel 2016 ma la riduzione è rinviata al 2017. "Il debito-Pil non scende, lo ammetto, questo ha a che fare con previsioni di inflazione troppo ottimistiche", ha riconosciuto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.