(Ansa)
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Del Vecchio lancia la battaglia su Generali

Si riapre la partita per il controllo di Generali. L’anno scorso, dopo la rielezioni di Philippe Donnet, come amministratore delegato del Leone, i giochi sembrano chiusi. L’autorizzazione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni data alla Delfin, della famiglia Del Vecchio, per superare la quota del 10% ha però riaperto la partita.

Nel 2022 la holding di Del Vecchio, con il patron ancora in vita, insieme a Francesco Gaetano Caltagirone, aveva infatti ingaggiato una battaglia per cambiare l’amministratore delegato di Generali, Donnet. Contro di loro Mediobanca e i fondi internazionali avevano però raccolto il 39,2% del capitale per confermare invece Donnet alla guida della società, vincendo di fatto lo scontro. Da ricordare poi come la Delfin attualmente è il primo azionista di Mediobanca con il 19,8%, che a sua volta detiene il 13,1% di Generali. Percentuale che ora potrebbe essere superata dalla Delfin. Questo "aumenterà nuovamente l’appeal speculativo" sul gruppo assicurativo e "indirettamente anche su Mediobanca" che ne è il principale azionista, scrive Equita nella nota mattutina di commento sui mercati.

Delfin, in giornata ha precisato che la mossa di chiedere il superamento della quota del 10%, non sottenderebbea nessun genere di strategia, “se non a quella di agire in conformità alle regole rispetto alla propria posizione quale azionista della compagnia assicurativa triestina", si legge in una nota della holding.

La società ha spiegato come il 17 aprile 2023 ha presentato la richiesta all’Ivass per poter esercitare i diritti di voto per più del 10% in Generali. Mossa che si è resa necessaria “in conseguenza del piano di acquisto di azioni proprie avviato da Assicurazioni Generali nell'agosto del 2022 e implementato nei mesi successivi". Piano che ha determinato il superamento “involontario”, da parte di Delfin, della soglia del 10% dei diritti di voto esercitabili in assicurazioni Generali. E dunque, secondo Delfin, la richiesta di superare la quota del 10% in Generali risulta essere in linea con quanto previsto dalle regole.

Solo nei prossimi mesi si capiranno le reali intenzioni della Delfin; se confermerà questa impostazione, restando con la quota attuale, oppure se deciderà di arrotondare di frazioni più o meno consistenti. Nel caso in cui Delfin volesse comprare un altro 10% del Leone, per salire al 20% dovrebbe infatti sborsare quasi tre miliardi di euro. Equita precisa inoltre come ci sarebbero da verificare altri due punti. Il primo riguarda "la strategia di Delfin su Generali sotto la gestione di Milleri, considerando le ultime dichiarazioni che sembravano indicare un focus sul core business dell`occhialeria e un approccio più collaborativo nei confronti di Mediobanca". Mentre il secondo, se l’autorizzazione dell'Ivass presenta eventuali limitazioni, come ad esempio per Mediobanca, dove la partecipazione deve essere dichiarata di natura finanziaria".

A Piazza Affari la giornata si chiude in positivo per Generali con un + 3,38%.

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