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September 30 2015
In casa della famiglia di Giosuè Ruotolo sarebbero state trovate delle armi simili a quella che ha ucciso Teresa Costanza e Trifone Ragone, la sera del 17 marzo scorso.
Le pistole, tutte risalenti a un'epoca tra il 1915 e il 1918, sarebbero appartenute al nonno di Ruotolo, che non è più in vita, e da lui sarebbero passate nella disponibilità dei genitori di Giosuè Ruotolo.
Sarebbe proprio questo l'elemento indiziario più fotrte contro il militare, indagato per il duplice omicido dei fidanzati di Pordenone. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il numero esatto e la tipologia di armi che dal nonno sono state trasmesse ai genitori. Un'operazione non facile, perché a quell'epoca non c'era l'obbligo della registrazone. Quindi si cerca in qualche modo di supplire, attraverso testimonianze e riscontri oggettivi. È ovvio che in questo caso si confidi molto nella collaborazione dei familiari del militare indagato. Se venisse fuori che dall'inventario manca una pistola, a quel punto sarebbe il filo che legherebbe l'indagato al delitto.
Il punto di partenza di questa indagine rimane quella che per i carabinieri è una bugia: Giosuè Ruotolo ha detto che la sera dell'omicidio si trovava a casa, mentre i coniquilini negano questa circostanza, e la sua auto viene ripresa da due telecamere situate nelle vicinanze della palestra dove è avvenuto l'omicidio.