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June 28 2012
E’ l’Italia il Paese europeo della falsificazione di valuta. Spetta al Belpaese, infatti, il primato nella produzione e nella commercializzazione di soldi “fai da te”. E non solo di euro falsi ma anche di dollari, dinari algerini, franchi svizzeri e persino pesos messicani.
Solamente sul territorio nazionale sono state sequestrate nel 2011 dalla Guardia di Finanza, 83.509 delle 606 mila banconote false scoperte in tutta l’ area Euro. Il 56% dei bigliettoni sequestrati , erano pezzi da 20 euro. Il restante, tutte banconote da 10 e 5 euro. Eppure ai falsari italiani, dalle indubbie qualità artistiche e creative, sono riusciti a falsificare abilmente anche dollari. Anzi, milioni di dollari Usa. Da circa un anno, infatti, circolano in Lazio, Sardegna, Campania e soprattutto in Lombardia dollari americani da 1 milione, chiaramente falsi, ma ricavati da una banconota autentica da 1 dollaro.
Ma chi ha introdotto e continua a spacciare sul mercato il “bigliettone”? Sono operatori finanziari legati a grossi gruppi bancari che li utilizzano per transazioni, investimenti importanti con l’estero proprio attraverso banche del capoluogo lombardo.
Le prime banconote false da 1 milione di dollari sono state intercettate a Roma e nel nuorese solamente lo scorso aprile. Subito è stato informato sia il Dipartimento di Stato Usa con sede a Roma che i militari della Guardia di Finanza. Ma nel circuito finanziario e bancario italiano, ad oggi, sarebbero ancora diverse le banconote da 1 dollaro trasformate in bigliettoni milionari, ad essere movimentate.
“Nel 2011 si è registrato un leggero aumento della falsificazione di denaro rispetto agli anni precedenti - spiega a Panorama.it, tenente colonnello Giorgio Salerno, Capo Ufficio III°Reparto Operazioni Comando Generale della Guardia di Finanza- ma il fenomeno non è strettamente legato alla crisi economica che sta vivendo il Paese".
In tutta l’area Euro ci sono 15 miliardi di banconote originali per un valore di circa 870 miliardi di euro e di queste il 35%, risultano essere banconote da 500 euro. In Italia, in nessuna delle indagini e degli 11 sequestri effettuati dai militari della Finanza in meno di un anno, sono stati scoperti soldi contraffatti di taglio superiore ai 20 o 50 euro.
La Capitale italiana della falsificazione è Napoli. Meno di 3 mesi fa, nel centro della città partenopea, i finanzieri hanno scoperto circa 10.000 fogli filigranati ancora integri, ciascuno di essi con la facciata parzialmente impressa di 12 banconote da 20 Euro. Quanto avrebbero potuto fruttare ai falsari? Oltre due milioni di euro, il loro valore nominale.
Sul mercato della contraffazione di valuta gli italiani hanno una marcia in più.
Due gli aspetti che caratterizzano i falsari nostrani rispetto a quelli del resto d’Europa: l’altissima tecnologia dei macchinari e soprattutto un’elevata manualità nel riprodurre disegni e elementi caratteristici delle singole banconote .
Non a caso, anche organizzazioni criminali straniere utilizzano stamperie italiane, napoletane o casertane in particolare, per la falsificazione della loro moneta di stato: esempio, il dinaro algerino. In questi casi, i falsari italiani stampano milioni di soldi falsi in cambio di dollari autentici oppure di armi.
“Assieme alle banconote false abbiamo sequestrato macchinari molto sofisticati per la stampa off-set di precisione, come rulli stampanti e presse oleo-dinamiche ma anche numerosi cliché necessari a stampare in sovrapposizione i vari strati delle facciate delle banconote- precisa il tenente colonnello Salerno- questo testimonia l’altissimo livello tecnico e organizzativo raggiunto dai falsari italiani”.
Ma Napoli ha anche un altro primato: produzione di monete false in particolare da 1 euro. In piazza Garibaldi, a due passi dalla stazione centrale, un fondo commerciale sequestrato dai finanzieri, era in grado di produrre centinaia e centinaia di monete al giorno. A seguito di un controllo effettuato dal Nucleo di Polizia Valutaria della Finanza su 569.266 monete da 2 euro, 762.664 da un euro e 581.057 da 50 centesimi, prelevate su tutto il territorio nazionale, è emerso che oltre 35 mila monete erano false.
Ma dietro la falsificazione della valuta e delle monete che dal capoluogo campano raggiungono tutta Europa e anche alcuni paesi del mondo, c’è la criminalità organizzata locale?
“Non possiamo sostenere che siano i gruppi criminali, esempio la Camorra, a gestire il mercato della falsificazione del denaro- conclude il colonnello Salerno- certo è che una stamperia per poter lavorare e produrre valuta falsa ha bisogno di una copertura molto forte che spesso può essere garantita solamente da organizzazioni criminali potenti”