Dentro ad un bicchiere di vino rosso c'è una spremuta di salute

Anche Ippocrate, Plinio il Vecchio e Pasteur sapevano che Dioniso aveva donato agli uomini un elisir magico.

In questi giorni, il resveratrolo, contenuto nel vino rosso, è tornato alla ribalta in quanto l'Università Federico II di Napoli, con un protocollo messo a punto dal professor Ettore Novellino, del Dipartimento di Farmacia, lo sta sperimentando in una terapia contro il Covid-19.

Ne parliamo con il Prof Stefano Ciatti, Presidente di Vino e Salute.

Prof. Ciatti un bicchiere di vino a pasto leva il medico di torno?

Il resveratrolo è il principale degli antiossidanti del vino ed ha la capacità, tramite la reazione di Fenton, chelando rame e ferro, di bloccare i radicali liberi, elementi antagonisti del nostro organismo. Le sue proprietà sono preminentemente anti infiammatorie, inibendo gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell'acido arachidonico. Ed ha anche proprietà quasi estrogeniche essendo simile al dietilsilbestrolo. Detto questo passiamo alle due attività antinfiammatorie per eccellenza: la prima è che agisce sulla protezione della parete arteriosa avendo un'azione antitrombotica, e la seconda è che interessa la riduzione dell'aggregazione piastrinica. Inoltre è il polifenolo più attivo nel ridurre il processo infiammatorio della mucosa gastrica con un'azione simile alla vitamina C, inibendo l'azione dell'helicobacter pylori.

Ci sono studi che rivelano benefici anche su Covid-19?

La rivista scientifica Nature pubblica lo studio "Therapeutic options for the 2019 novel coronavirus (2019-nCoV)" di Guandgi Li (Xiangya School of Public Health University del Central South University a Changsha, Cina) e di Erik De Clercq (pioniere nella terapia dell'HIV presso KU Leuven in Belgio), su farmaci quali il Remdesivir, antivirale recentemente ammesso dall'AIFA alla sperimentazione, già utilizzato per Ebola, che sembrerebbe riuscire ad inibire il Covid-19.

Il Resveratrolo è stato in questi giorni somministrato via aerosol ad alcuni degenti da Alessandro Sanduzzi Zamparelli, direttore del Dipartimento di Pneumologia dell'Ospedale Monaldi, con risultati molto incoraggianti soprattutto per controllare la fase infiammatoria del Coronavirus. Adesso si attende il via libera dell'Agenzia Italiana del Farmaco.

Lei è impegnato da sempre sulla divulgazione del bere consapevole, ha dei progetti in merito?

Il vino va bevuto in quantità moderata, un bicchiere a pasto, meglio se abbinato ad alimenti quali ad esempio i legumi: fagioli e ceci che facilitano molto più velocemente il riassorbimento della componente alcolica del vino. Dobbiamo valutare poi che l'intestino per il corpo umano è considerato il secondo cervello, quindi l'attenzione è quanto mai importante per la nostra salute. Per quanto riguarda i giovani, io sono impegnato in prima linea per far passare una corretta informazione, spesso lo sballo del sabato sera non è relativo all'uso del vino, ma ai superalcolici di cui viene fatto un abuso, senza un'adeguata alimentazione, come ad esempio durante gli aperitivi. Continuerò incessantemente la mia opera di divulgazione, affinchè si capisca che un bicchiere di vino a pasto fa bene alla salute, così come l'abuso di alcolici ed in particolar modo superalcolici porta gravi danni ed è la causa di tante morti delle stragi del "sabato sera".

YOU MAY ALSO LIKE