Italia
September 11 2024
Il lungomare che domina l’accattivante cornice della baia su cui si affaccia il borgo marinaro offre ai visitatori il miraggio di amene località: anche qui, come per tutto l’alto Tirreno cosentino, il tradizionale mix mare-monti è garantito, e da capo Cirella -a nord- sino al confine con l’abitato di Belvedere Marittimo, a sud, la linea di costa si estende parallelamente, per circa sette chilometri, agli estremi confini occidentali del Parco Nazionale del Pollino. Le vette del gruppo dell’Orsomarso -cime di dolomitica memoria- sembrano proprio precipitare a picco nel mare creando, soprattutto al tramonto, quell’incomparabile colorazione tipica dei più celebrati picchi cari a Dino Buzzati: ma qui non siamo tra comignoli dolomitici, tra pareti dove si nasconde Re Laurino, o al cospetto delle affascinanti Pale di San Martino: qui c’è qualcosa di più. Il mare, ovviamente: “voglio raccontare di Diamante, della sua gente, della sua storia. Di questa Diamante, cioè della Diamante nata nel XVI secolo e giunta ormai alle soglie del duemila (…)”. Con questo affettuoso incipit, scolpito nella memoria collettiva locale, Ciro Rosario Cosenza, storico e filosofo, scomparso esattamente quattro anni addietro, offriva il suo personale contributo a un volume collettaneo dal titolo emblematico: “Cara Diamante”, infatti, pubblicato per i tipi della Editur, rappresenta ancor oggi, una delle più complete pubblicazioni sulla storia del caratteristico borgo della riviera dei Cedri, cui hanno contribuito altre firme del dibattito culturale locale, come Enzo Monaco, Rosario D’Alessandro, Francesco Cirillo e Colantonio Svigliola.
“Una storia di Diamante, della Diamante moderna dunque, deve occuparsi anzitutto dell’intreccio tra la sua popolazione ed il mare, perché Diamante vive sul mare e di mare. È necessario distinguere, però, e subito, Diamante dai tantissimi paesi di cui è costellata la nostra Riviera: paese di mare vuol dire paese che si affaccia “sul mare”, che “è lambito dal mare”, che “dà sul mare”, ma Diamante è di più, Diamante è “nel mare”. Lo vede bene chi viene da sud, appena dopo Cittadella del Capo: una lunga striscia di terra che si allunga tra le azzurre onde del Tirreno. Di notte sembra un transatlantico alla fonda: come in ogni crociera che si rispetti, i passeggeri vanno sul ponte per l’aperitivo o per fare due chiacchiere con i compagni di viaggio, così a Diamante si va più volte al giorno sul Lungomare vecchio. Al mattino, sul tardi, per riscaldarsi al sole, quando altrove il vento di terra gela le membra intirizzite, oppure al pomeriggio per fare due passi, o a sera quando gli studenti escono per la passeggiata e, d’estate, a notte fonda per sorbire un gelato”, aggiungeva orgoglioso Ciro Cosenza.
Diamante e il mare, dunque: un legame ancestrale che è possibile sentire ancor di più tra i pittoreschi vicoli del centro storico dove, contornati dai celebri murales che da oltre quarant’anni hanno contribuito oltremodo a renderla nota al grande pubblico, l’aria di mare -carica di iodio e salsedine- ti penetra dentro con la sua forza vitale: l’avverti esplosiva durante quelle spettacolari giornate di tempesta, quando le onde, infrangendosi lungo i bastioni del porticciolo, gonfiate dal vento, contribuiscono a nebulizzare il primordiale elemento che si respira in tutto l’abitato, creando spettacolari effetti tra la luce della marina e le ombre dei vicoli.
Vista dal mare, Diamante richiama alla mente quei borghi di pescatori di cui è disseminata la penisola greca: case chiare, l’alta bastionata del lungomare, l’acqua limpida e trasparente che ancora in questa lunga estate calabrese permette romantiche escursioni: anzi “a Diamante si è sempre in crociera, perché Diamante è un paese di viaggiatori: viaggiatore è chi è venuto da fuori e ha deciso di rimanervi, viaggiatore è chi passa e si ferma per un mese, per un giorno, per un’ora o per prendere solamente un caffè; ma viaggiatore è anche chi è nato qui, chi è a Diamante da più generazioni. Forse è un viaggiatore un pò pigro…si affaccia sul Lungomare, guarda giù tra gli scogli, ascolta lo sciabordio delle onde, gli occhi socchiusi e sogna un porto lontano, un ricordo di fanciullo, il sorriso di una donna (…)”, ricordava ancora Ciro Cosenza.
Grazie ad un’intelligente promozione turistica, oggi Diamante si è conquistata un posto di primissimo piano tra le località di villeggiatura calabresi: in compagnia di altre “città del sole” (su tutte la storica Stilo, nel reggino) il caratteristico borgo dei Murales è capace di attirare una domanda che per almeno sei mesi all’anno la sceglie come meta vacanziera, cui offre non soltanto le bellezze naturali in cui è immersa, ma anche un sapiente cartellone di appuntamenti: tra il Teatro antico, la lussureggiante isola di Cirella -la seconda della Calabria- e le frazioni collinari o pedemontane, il territorio propone le più svariate attività, tutte sotto la confortante presenza della capsaicina, il peperoncino, insomma, e di quel Festival che «è ormai un evento nazionale segnalato da tutte le guide e che conosce un successo che va oltre i confini italiani» -sottolinea, giustamente soddisfatto, Enzo Monaco, patron dell’Accademia, vero deus ex machina della manifestazione e del dinamico movimento culturale che è nato intorno al prezioso simbolo: «non si contano più i turisti che vengono per il Festival e scoprono la Riviera dei Cedri, ed è impossibile fare il conto di quelli che già ci vengono e proprio per il Festival, a settembre, ritornano; il legame è ormai forte ed indissolubile e, alla fine, festa e territorio sono la stessa cosa, in un percorso naturale. Anno dopo anno abbiamo raggiunto la consapevolezza di aver toccato un traguardo storico, cosa che dà una sensazione di soddisfazione e di pienezza. Dimentichiamo i successi delle passate edizioni, come se fosse di nuovo la prima, perché la strada maestra è già segnata; la formula, sempre la stessa, quella che ci ha portato al successo, quella che ha fatto dire al giornalista tedesco Harald Zoschke (autore, quest’anno, di “Barbecue piccante. Tutti i gusti del peperoncino in tante idee per griglia e barbecue” Trenta Editore, nda) su Fiery Food che il festival di Diamante “è di gran lunga il più bello del mondo. Fra tutti quelli dedicati a sua maestà il peperoncino”».
Ed eccolo il Festival, allora. La trentaduesima edizione, in programma dall'11 al 15 settembre, conferma la sua tradizionale formula con gastronomia, arte e cultura in salsa piccante, proponendo proprio una declinazione completa del concetto di “piccante”.
Il primo appuntamento è in piazza Municipio, dove il Sindaco Achille Ordine consegnerà le chiavi della città a Re Peperoncino, singolare maschera interpretata dall’attore Gianni Pellegrino, già al fianco di Leonardo Pieraccioni in Il ciclone e Fuochi d’artificio. Dopo i saluti istituzionali, la madrina del Festival, Anna Safroncik, (43enne attrice ucraina naturalizzata italiana) spegnerà le 32 candeline della torta della pasticceria Biancaneve.
Cinque le mostre in programma, tra cui “Cento volte capsicum”, con varietà di peperoncini da tutto il mondo, “Marilyn, naturalmente piccante”, dedicata al mito di Marilyn Monroe, “Le torri di Calabria Citra nella marina di Ponente”, i disegni di Giovanni Zancolò e le “Risate piccanti”, con disegni satirici di artisti internazionali. Previsti cinque show cooking al giorno, con due eventi principali, “Calabria in tavola”, dedicato ai prodotti dei Gruppi di Azione Locale della regione e il “Teatro del cibo”, con Andy Luotto. Il Premio “Principe Gourmet” sarà assegnato allo chef Peppe Guida, premiato da un monumento della cucina italiana come Alfonso Iaccarino; per la musica, il riconoscimento “Peperoncino alla carriera” verrà consegnato a Edoardo Vianello. E poi gli Anonimi Armonisti, finalisti del programma Rai “Dalla strada al palco 2024”, Peppe Voltarelli, Mimmo Cavallaro, Renanera, e un omaggio speciale a Renato Carosone, della cantantessa Miriam Scarcello, con il suo “Ricordando Carosone”. Immancabile, anche quest’anno, la finale del “Campionato italiano mangiatori di peperoncino”: dieci partecipanti provenienti da tutta Italia cercheranno di battere il record di Arturo Rencricca, che in mezz'ora aveva ingerito 1.040 grammi di peperoncino. E poi le tradizionali iniziative che hanno reso famoso il Festival, come il Campionato italiano di Satira “Vignette sul ring”, con Gianfranco Tartaglia in arte Passepartout e i Raggi Fotonici. Sul lungomare, a picco sulla scogliera, la mostra-mercato “Mangiare Mediterraneo” offrirà mille leccornie dolci e piccanti, con le più importanti “novità infuocate”. Lungo il fiume ci sarà l'area food, con i grandi ristoranti di Enzo Barbieri e Palmino Raffo. Poi, ancora, la giornata di “Sguardi nell'universo”, con visioni gratuite al telescopio. Per “Argomenti pic”, nel salotto di Radio Azzurra, ci saranno convegni e dibattiti su argomenti di attualità: tra i libri in anteprima, proprio la presentazione di “Ippolito Cavalcanti, il duca gastronomo” del patron Enzo Monaco, edito da Rubbettino. Senza dimenticare, per le vie del paese, la “Rassegna internazionale di teatro di strada” con artisti internazionali e il “Tarantella Fest” e lo spettacolo pirotecnico “Mortai dal mare”.
Come non dare ragione a Matilde Serao che coniò per Diamante la definizione di “perla del Tirreno”, durante un soggiorno in compagnia del marito Edoardo Scarfoglio. Sarà perchè “Diamante è nel mare”…