Le 10 aziende automobilistiche che hanno ritirato più auto dal mercato

Con più di 15 milioni di vetture ritirate dal mercato in meno di tre anni e mezzo, la casa automobilistica giapponese Toyota si conferma leader assoluto in questa infausta e ben poco lusinghiera classifica. Dove è destinata a rimanere capolista ancora per molto, visto che, come conferma il nostro grafico della settimana, pubblicato da Statista , i ritiri di marchi come Hyundai, Kia, Honda, Nissan Chrysler e Volkswagen a fatica raggiungono la quota di tre milioni. Meno della metà rispetto ai 6,4 milioni di automobili ritirate appena un paio di giorni fa. Più di un milione solo in Giappone, quasi due e mezzo in America del Nord, circa 800mila in Europa, di cui almeno 200 in Italia. Una media di più di 11mila vetture al giorno. Tra i modelli coinvolti la Corolla, la Yaris, il Suv Rav4, l'Urban Cruiser, la Camry, la Matrix, l'Highlander, la Tacoma, la Reiz, e ancora Hilux, Fortuner, Innova e Land Criuser Prado. 

Il motivo? "Problemi tecnici", come il cattivo funzionamento del cavo a spirale dell'airbag, imperfezioni di vario tipo nel meccanismo delle guide dei sedili, problemi ai tergicristalli o al piantone dello sterzo. Nulla di particolarmente grave, se non per quelle 20mila automobili apparentemente a rischio incendio per un difetto nel sistema di accensione. 

Il grafico di Statista sembra altresì dimostrare quanto Toyota faccia fatica ad imparare dagli errori del passato. Lo scorso febbraio sono state infatti ritirate 1,9 milioni di Prius vendute tra il 2009 e il 2014, circa la metà di tutte quelle che la casa aveva immatricolato fino a quel momento. Altri 12 milioni di veicoli sono rientrati tra il 2009 e il 2010, e per gestire questi trasferimenti, tra costi tecnici e risarcimenti, sono già stati spesi diversi miliardi di euro. Ecco perché non stupisce che subito dopo l'annuncio dell'ennesimo richiamo, tra l'altro il più significativo di sempre, il titolo della casa giapponese abbia iniziato a barcollare.

C'è chi dice che i problemi alla base dei richiami del passato fossero molto più seri di quelli attuali, in particolare per quel che riguarda il pedale dell'acceleratore che rischiava di non tornare indietro che ha penalizzato l'azienda nel 2010. Tuttavia, è impossibile negare come questo grafico metta nero su bianco quanto affidabilità e credibilità della Toyota siano oggi compromesse. 

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