Dimagrire dopo le Feste? I consigli di tre guru delle diete: Giacomo Urtis, Gianluca Mech, Mosaraf Ali

Cenone di Capodanno assassino? Befana tentatrice? Dopo lenticchie e cotechini si è allargato il giro vita e le doppie porzioni si sono trasformate in doppio-mento? Urge correre ai ripari anche per contrastare l'epifania e il suo carico di carboidrati ad immediato assorbimento e “grassi grassissimi”: i dolci, insomma.
“Non si ingrassa dal Natale all’epifania, ma dall’epifania al Natale, cioè tutto l’anno” dice il guru delle diete Gianluca Mech, che con la sua linea Tisanoreica ha fatto dimagrire tra le altre Ornella Muti, Geppi Cucciari e la contessa Patrizia de Blanck. “Se è vero, come diceva Enzo Jannacci, che non ha senso vivere da malati per poi morire sani, è giusto anche correre subito ai ripari dopo gli stravizi delle feste per recuperare prima possibile. Una soluzione non tanto per dimagrire ma per “non ingrassare” riguarda i due pasti successivi a quello “luculliano” che devono essere privi di carboidrati perché i grassi per fissarsi ne hanno bisogno. Se a colazione mangiamo ad esempio uno yogurt magro e a pranzo della carne con insalata o pomodori, scopriamo che salendo sulla bilancia il peso non è cambiato e la sera si può mangiare normalmente. Questo è un espediente che funziona anche in caso di cene di lavoro o di compleanno.

Se invece non abbiamo usato questo stratagemma da me chiamato “La Tisanoreica del giorno dopo”, che non è un anticoncezionale, e abbiamo messo su peso, dobbiamo fare tre giorni di rigore. La cosa migliore è rinunciare a tutto tranne che alle proteine. Il nostro organismo è capace di trarre grassi e zuccheri dalle proteine ma non il contrario. Quindi tagliare calorie inutili dette “calorie vuote” ad alto contenuto glicemico, i cibi fatti con le farine raffinate o dolcificati con lo sciroppo di glucosio, che oltretutto alimentano la cosiddetta “fame chimica”.

A proposito, lo sapevate che  spesso si ingrassa non per colpa propria ma perché alcuni prodotti industriali sono fatti con ingredienti che creano dipendenza? Consumare cibi industriali può sembrare normale. Fare colazione con una merendina e un succo di frutta in busta non è affatto normale: sono cibi spazzatura che non andrebbero mangiati tutti i giorni.

La pubblicità ce li presenta come sani e nutrienti ma non è vero. I pubblicitari fanno il loro lavoro ma i prodotti industriali hanno pochi valori nutritivi e tanti grassi e zuccheri. Attenzione, sono droghe per il cervello e tossine per il fisico”.

E dedicato a chi non riesce a trattenere la voglia di dolci durante la dieta, o a chi soffre di fame “nervosa”, il “Braccialetto antifame” che Giacomo Urtis, chirurgo estetico di modelle e reali, sta per lanciare sul mercato. “L’idea mi è venuta entrando in una nota pasticceria di Milano: il profumo del pane e dei pasticcini era così forte da provocarmi reazioni contrastanti, tanto che mi si è accesa la lampadina. I bracciale si chiama “AG SLIM” e sfrutta li potere che gli odori hanno su alcune parti del cervello. Ha due segmenti elastici, due rigidi e due scomparti che contengono i gettoni che rilasciano l’essenza profumata. Bisogna inalare le due fragranze dalle quattro alle sei volte per narice dalle sei alle dieci volte al giorno o anche più, per un massimo di venti, ogni volta che si ha fame.

Così il nervo olfattivo viene eccitato dalle vibrazioni dei cosiddetti “recettori cigliati” che sono le cellule sensoriali olfattive, trasmettendo impulsi alle aree cerebrali come l’ipotalamo, che praticamente controlla la fame. Il braccialetto da solo non basta, è il coadiuvante di una dieta ipocalorica. Ma riuscirà a placare quella voglia di cibo che è la causa di tante trasgressioni. Poi, non essendo un farmaco, può essere usato praticamente da tutti. In fondo pensateci: quante volte ci siamo seduti a tavola non perché realmente avevamo fame, ma perché eravamo attratti da un profumo gradevole? Alcuni, come quelli del fast-food, non sono nemmeno gradevoli ma ci fanno venire fame lo stesso.

Vi è mai capitato di lavorare tutto il giorno, sedersi a tavola, a casa o al ristorante, e fare fuori tutto il cestino del pane perché ha un buon profumo? E’ la cosa peggiore che si possa fare per la linea. Non bisogna arrivare in questo stato davanti ai cibi. Bisogna imparare a distinguere tra fame reale, fame nervosa o indotta. Altrimenti si vanificano le diete, gli sforzi e i sacrifici fatti per smaltire un peso accumulato anche durante il periodo di Natale e Capodanno”.

Una soluzione più drastica è quella proposta dal professor Mosaraf Ali, guru anglo-indiano della medicina integrata. A lui si sono rivolti sia il principe Carlo che la consorte Camilla per dimagrire in vista del Royal Weeding del principe William con Kate Middleton. A lui si rivolgono per perdere peso personaggi come Kate Moss, Rod Stewart, Geri Halliwell.

Tutti loro si sono sottoposti alle rigide regole del digiuno, che il dottor Ali insegna a Londra a pochi, fortunati pazienti. In Italia riceve gruppi ristretti all’esclusivo Forte Village Resort, in Sardegna e Castelmonastero, in Toscana.

“Il digiuno è una pratica essenziale per chi vuole depurare l’organismo da tossine e perdere qualche chilo. Perfetta per un periodo come quello successivo alle feste natalizie in cui il danno visibile dell’organismo è il grasso accumulato in alcuni punti, mentre quello che non si può vedere se non con analisi apposite è l’accumulo di tossine negli organi. Ad esempio il fegato, che è l’organo filtrante del nostro corpo, risulta ingrossato proprio per la presenza di tali tossine. La perdita di peso è una conseguenza della perdita di tossine.

Noi mangiamo perché abbiamo appetito: la mia tecnica per rendere il digiuno meno pesante consiste nel migliorare il flusso sanguigno verso il cervello per bloccare questo stimolo. Una manovra che non possono fare tutti, ci vuole esperienza e praticità. Io stimolo manualmente un’arteria che passa nella zona cervicale sotto la mandibola. In questo modo c’è maggior apporto di glucosio al cervello che di conseguenza trasmette al paziente un senso di soddisfazione, come se avesse mangiato. So che è una pratica che può generare scettiscismo, ma non sapete quanti scettici si sono dovuti ricredere.

Per un corretto digiuno bisogna introdurre all’interno dell’organismo solo liquidi, che bastano per vivere benissimo, per periodi determinati naturalmente. Lo stimolo della fame è il nemico che rema contro. Se questo si elimina, il digiuno diventa dolce e naturale. Ci sono poi dei “trucchi” per non cedere alle tentazioni. Ad esempio: sulla lingua abbiamo le papille gustative. Se noi beviamo un brodo o un passato di verdura molto molto lentamente, le attiviamo e loro comunicano al cervello che abbiamo mangiato abbastanza. E’ importante anche il controllo dell’acido gastrico, perché è diversa la quantità che lo stomaco ne deve produrre in caso di cibo solido o liquido.

Nella terapia che io propongo sono inclusi infusi speciali a base di vari tipi di tè: li ho studiati e dosati personalmente. Seguendo le mie terapie si arriva in poco tempo a perdere fino a cinque chili liberandosi contemporaneamente di una serie di dolori e fastidi fisici.”

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