Le dinastie dello Zar e della sua corte: tra potere, politica, inganni e misteri

L’Eurasia, un vasto continente che ha visto sorgere e crollare grandi imperi, è oggi dominata da figure politiche che, attraverso il controllo assoluto e una strategica segretezza, hanno dato vita a potenti dinastie. Vladimir Putin, ‘zar di tutte le Russie’, Aleksandr Lukašenko, presidente della ‘Russia Bianca’, e Ramzan Kadyrov, leader autoritario della Cecenia, hanno costruito delle vere e proprie dinastie, destinate a perdurare e influenzare la geopolitica regionale e globale per decenni.

Putin figura enigmatica della Russia moderna, ha sempre mantenuto la sua vita privata avvolta nel mistero. Le figlie, Maria Vorontsova e Katerina Tichonova, nate dal matrimonio con l’ex moglie Ljudmila, hanno adottato i cognomi delle nonne per vivere lontane dai riflettori. Questo escamotage ha permesso loro di condurre vite relativamente riservate. Sebbene in passato il loro legame con Putin sia stato ufficialmente negato, oggi entrambe occupano posizioni chiave in settori strategici per lo sviluppo scientifico e tecnologico della Russia, apportando un contributo decisivo alla ricerca medica e all'innovazione tecnologica del paese.

Maria, nata nel 1985 a Leningrado (oggi San Pietroburgo), ha intrapreso una brillante carriera medica, distinguendosi nel settore biomedico russo. È co-proprietaria della società farmaceutica Nomeko, coinvolta in avanzati progetti di ricerca genetica. Secondo i dati disponibili, nel 2023, la Nomeko ha registrato un fatturato di 1,3 miliardi di rubli (circa 13 milioni di euro). Il suo ruolo è cruciale per le ambizioni russe di competere sul piano internazionale nel campo della medicina e della biotecnologia. Come riportato dalla testata giornalistica Meduza, “Maria Vorontsova è più di una semplice dottoressa: è il volto invisibile di una Russia che cerca di proiettarsi nel futuro attraverso la scienza”.

Nonostante la riservatezza, la sua vita privata ha avuto riflessi nelle tensioni geopolitiche internazionali. Il matrimonio con l’uomo d’affari olandese Jorrit Joost Faassen ha risentito delle crescenti tensioni tra Russia e Occidente, soprattutto dopo l’abbattimento del volo MH17 nel 2014, un evento che ha segnato un punto di rottura nelle relazioni con l’Olanda. L’indagine, conclusasi nel 2022, ha attribuito la responsabilità all’esercito russo, aggravando la situazione. Faassen, costretto a lasciare i Paesi Bassi, si è trasferito a Mosca, dove è attualmente sotto indagine per presunte violazioni delle sanzioni internazionali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina.

Dopo la separazione dal marito, dal quale ha avuto un figlio, Maria ha iniziato una relazione con Evgenij Nagornyj, manager russo nel settore delle risorse naturali e suo attuale compagno. Un tempo critico del regime, Nagornyj ha abbandonato le sue posizioni politiche per entrare nelle cerchie del potere. Oggi, vive con lei in Russia, conducendo una vita profondamente riservata e lontana dai riflettori, in perfetta sintonia con lo stile discreto richiesto dallo zar.

Katerina Tichonova, la sorella minore di Maria, è nata a Dresda nel 1986, mentre Putin lavorava in Germania per il KGB. Si è affermata nel campo delle scienze fisico-matematiche e dirige Innopraktika, una fondazione legata all’Università Statale di Mosca (MGU) che promuove l’innovazione tecnologica in Russia. La gestione di progetti strategici e investimenti miliardari nel settore scientifico l'ha resa una figura centrale nello sviluppo tecnologico del paese.

La sua sfera privata è strettamente intrecciata con le dinamiche del potere. Il matrimonio con Kirill Šamalov, figlio dell’oligarca Nikolaj Šamalov, co-proprietario della banca Rossija e stretto alleato di Putin, ha ulteriormente consolidato i legami familiari ai vertici dell’élite russa. Oltre alla passione per il rock’n’roll acrobatico, che l’ha portata a competere in tutto il mondo, altri aspetti della sua vita privata sono emersi gradualmente, rompendo il velo di riservatezza che prima la avvolgeva.

Dopo la separazione da Šamalov, Katerina ha cominciato a viaggiare frequentemente in Germania, dove viveva il ballerino Igor Zelenskij, suo attuale compagno e padre della figlia, nata nel 2017. Zelenskij, allora direttore artistico del Balletto di Stato Bavarese, ha lasciato il suo prestigioso incarico solo dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Secondo quanto rivelato dalla testata giornalistica investigativa indipendente Važnye istorii, ogni volta che Tichonova visitava la Baviera, era accompagnata da guardie del corpo governative. Nella primavera del 2018, un gruppo di ufficiali del Servizio di Protezione Federale russo trascorse un mese a Monaco, con costi di soggiorno superiori a due milioni di rubli (circa 20mila euro) mentre Katerina e sua figlia erano in città.

Eppure, la protezione governativa in Russia è storicamente riservata ai familiari che vivono con il presidente o lo accompagnano in viaggi ufficiali. “È evidente che i viaggi privati di Katerina Tichonova non rientrano in questi criteri”, avevano evidenziato i reporter nell’inchiesta.

Tra il 2016 e il 2021, Aleksej Skripčak, agente del Servizio di Protezione Presidenziale russo, prenotò in quasi 100 hotel per la scorta di Katerina Tichonova, con oltre un terzo di questi all’estero. Più di 40 soggiorni avvennero in Germania, con altre mete frequenti in Austria e Italia. Secondo Der Spiegel, le visite non ufficiali della figlia del presidente russo non furono segnalate ai servizi segreti tedeschi, e Mosca non inviò mai notifiche necessarie per consentire alla scorta di portare armi.

Le narrazioni sulla dinastia putiniana includono Luiza Rozova, presunta terza figlia del presidente russo, nata dalla relazione con Svetlana Krivonogich, ex donna delle pulizie divenuta imprenditrice. Giovane influencer su Instagram, Luiza è scomparsa dai social nel 2022, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, attirando critiche per il suo stile di vita lussuoso e la somiglianza con Putin. Sebbene il presidente non abbia mai confermato la paternità, un’inchiesta giornalistica ha svelato una serie di privilegi a favore della famiglia della giovane, tra cui una quota di una banca e un lussuoso appartamento a Monaco, entrambi a loro intestati.

Mentre la dinastia dello zar si distingue per discrezione e innovazione scientifica, quella di Lukašenko segue un percorso più tradizionale. Aleksandr Lukašenko, al potere in Bielorussia con pugno di ferro, ha da tempo indicato suo figlio Nikolaj come erede naturale. Sin da giovane, Nikolaj è stato presentato come il futuro del paese, affiancando il padre in incontri diplomatici e mostrando una sorprendente maturità.

Oggi il rampollo studia biotecnologie all’Università di Pechino e parla fluentemente russo, inglese e cinese. Il suo percorso accademico non è casuale: rappresenta la volontà di Lukašenko di collocare il figlio in una posizione strategica che posizioni la Bielorussia come intermediaria tra Russia e Cina, rafforzando così l’alleanza geopolitica tra Minsk e Pechino. Come fanno notare alcuni osservatori politici, “Nikolaj Lukašenko è destinato a succedere al padre non solo nel comando del paese, ma anche nel rappresentare la continuità di un sistema che si nutre di potere assoluto e fedeltà alla Russia e alla Cina”. La formazione di Nikolaj sembra rientrare in una strategia più ampia volta a garantire la continuità dinastica e a preservare il controllo del paese nelle mani della famiglia.

Se da un lato Putin e Lukašenko puntano su educazione e discrezione, dall’altro Ramzan Kadyrov ha scelto la forza bruta per perpetuare la sua dinastia. Leader indiscusso della Cecenia, Kadyrov ha plasmato i suoi figli come futuri garanti del suo regime autoritario, noto per la sua brutalità e il legame indissolubile con la violenza.

Achmat Kadyrov, il figlio maggiore, ha già assunto ruoli di comando nel governo e nelle iniziative sportive, simbolo di potere nella regione. Adam, il figlio sedicenne, è già a capo di unità speciali delle forze armate cecene, incarnando il principio per cui in Cecenia “il potere non si eredita solo per nome, ma per sangue e violenza”, come hanno sottolineato alcuni media locali. Il giovane Adam rappresenta la continuità del regime, con una formazione militare che lo prepara a gestire il potere con pugno di ferro.

Anche Aišat, una delle figlie di Kadyrov, svolge ruoli chiave nella dinastia, dirigendo il Ministero della Cultura ceceno e la casa di moda Firdaws. Nonostante la retorica antioccidentale del regime, ha consolidato la presenza della dinastia nel mondo della moda internazionale, mantenendo uno stile legato alle tradizioni islamiche e costruendo legami significativi con l’Occidente.

Le dinastie di Putin, Lukašenko e Kadyrov rappresentano un modello di potere ereditario, intrecciando politica e segretezza. Mentre Maria e Katerina Putin, insieme a Nikolaj Lukašenko, perseguono percorsi educativi e diplomatici per proiettare modernità, i figli di Ramzan Kadyrov incarnano una visione più brutale, basata sul controllo militare. Queste famiglie, fondate su legami di sangue e alimentate da dinamiche segrete, perseguono l’obiettivo comune di consolidare e preservare il potere. Mentre tracciano in modo strategico e ineluttabile il futuro dei loro paesi, si infiltrano in Occidente con l’intento di dominarlo.

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