Diritti tv, tutti contro tutti (ma Sky deve pagare subito i club)

Tutti contro tutti e avanti in ordine sparso. I club della Serie A non riescono a trovare una linea comune sull'assegnazione dei diritti tv per il prossimo triennio e sono spaccati anche sull'ipotesi, ormai praticamente tramontata, di ingresso dei fondi CVC-Advent-Fsi nel capitale della Lega. Una rottura verticale che ha spinto il nucleo delle medio-piccole a disertare in massa l'assemblea del 17 febbraio in cui le big, capitanate da Juventus e Inter, avevano chiesto formalmente di arrivare al voto sull'assegnazione dei pacchetti così da incamerare l'offerta da 840 milioni di euro di DAZN per l'esclusiva di 7 gare su 10 a giornata, lasciandosi mani libere per le restanti 3 in modo da ottimizzare i ricavi e avvicinarsi in maniera sensibile alla soglia del miliardo di euro.

Non si sono presentate Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino facendo mancare il quorum e costringendo tutti a fermarsi. C'è tempo sino alla fine di marzo, ma la situazione è intricata e servirà un fine lavoro di mediazione per tenere insieme le esigenze di tutti. Anche perché sia sui fondi che sugli assegnatari dei diritti tv le posizioni sono divergenti. I soldi di DAZN fanno gola, ma le piccole vorrebbero anche monetizzare in fretta l'ingresso dei fondi con la loro offerta da 1,7 miliardi di euro in dieci anni che ora viene ritenuta non più strategica e funzionale da una minoranza (7 club) uscita allo scoperto con una lettera che ha certificato l'assenza della maggioranza da 14 su 20 necessaria per arrivare all'approvazione del term sheet, frutto di mesi di lavoro.

In questa confusione si inserisce la vicenda Sky. L'emittente satellitare, nettamente in svantaggio rispetto a DAZN nel gioco di offerte e rilanci per il prossimo triennio, ha provato a sparigliare garantendo - in caso di scelta da parte delle società - l'immediato pagamento dei 130 milioni rimasti congelati alla fine della scorsa stagione e oggetto di una causa in Tribunale, oltre che di un acconto da 375 sulla prima annata. Un maxi assegno da 505 milioni di euro che avrebbe potuto spaccare il fronte dei pro-DAZN, ma che arriva nelle ore in cui il Tribunale Civile di Milano ha dato torto a Sky e ragione alla Lega Serie A, rendendo immediatamente esecutivo il decreto ingiuntivo sul pagamento dei 130 milioni di euro già citati. Dunque un assist alle società e un colpo alla strategia dell'emittente.

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