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December 18 2018
Saranno Fincantieri - Salini - Impregilo a ricostruire il ponte sul Polcevera, per un costo totale di circa 200 milioni di euro, Iva esclusa. Niente super cordata con la friulana Cimolai (con progetto di Calatrava), dunque, come sperava il Commissario e Sindaco di Genova, Bucci. Non è escluso ora che proprio l'azienda di Udine possa presentare ricorso dopo che 4 giorni fa aveva inviato una mail di avvertimento allo stesso Commissario, in seguito alle notizie di stampa che davano già in netto vantaggio la cordata avversaria, che si ispira al progetto di Renzo Piano, che farà da supervisore. "L'ho immaginata come una nave - ha commentato - un simbolo per tutta l'Italia".
Il suo disegno prevedeva 43 piloni, pari alle vittime del crollo del Morandi, ma è possibile che il numero sia ridotto per velocizzare la ricostruzione e consegnare il nuovo ponte (che non si chiamerà Morandi) entro Natale 2019. I lavori inizieranno a febbraio 2019.
Intanto, dopo l'apertura dei cantieri di demolizione, "in due setitmane si potrà cominciare a vedere smontare il ponte" ha spiegato Bucci, dopo il via libera della Procura alla demolizione del moncone ovest, il primo su cui si interverrà. A seguire la parte est, dove sarà necessario usare anche microcariche esplosive.
Il Commissario e e Sindaco di Genova, Marco Bucci, inaugura i cantieri per la demolizione di quel che resta del ponte Morandi e spiega che i lavori dureranno 5 mesi, costeranno 19 milioni di euro (Iva esclusa) e sarano eseguiti da cinque aziende vincitrici dell'appalto. La ricostruzione, invece, terminerà entro Natale 2019 e potrebbe iniziare quando ancora non sarà del tutto ultimata la rimozione del viadotto sul Polcevera, con operazioni che potrebbero avvenire in contemporanea.
La prima parte ad essere demolita è quella ovest, con la sezione e lo smontaggio del ponte a sezioni. A est, invece, si useranno microcariche esplosive per le pile 10 e 11.
Quanto al ricorso di Autrostrade per l'Italia, che ha definito il decreto Genova una "legge ad personam del tutto illegale", Bucci e il Governatore ligure Toti si sono detti tranquilli perché "sembra che non incida sul cantiere".
Resta il nodo dell'appalto per la ricostruzione: il Commissario spiega che entro martedì 18 dicembre sarà pubblicata l'assegnazione dei lavori. In corsa restano due cordate, anche se Bucci vorrebbe arrivare a un accordo tra le imprese in campo: da un lato Fincantieri-Salini Impregilo, che il progetto "conforme" di Renzo Piano, donato alla città di Genova; dall'altra Cimolai di Udine, che ha presentato un pacchetto di piani, compreso uno firmato dall'archistar spagnola, naturalizzata svizzera, Santiago Calatrava.
Questa mattina Il Secolo XIX di Genova porta l'attenzione su come fino a questo momento nessuna delle figure maggiormente coinvolte nell'inchiesta abbia risposto alle domande dei magistrati. Tutti i principali indagati si stanno infatti avvalendo della facoltà di non rispondere, una mancata collaborazione che si aggiunge ad un altro importante dato: nessuno fino a questo momento si è presentato in maniera spontanea alla Procura in qualità di testimone, nemmeno in modo informale o anonimo.
Oggi sarà chiamato in aula Mauro Bergamo, l'ex direttore delle manutenzioni di Autostrade che nel 2015 avviò l’iter per l’approvazione del progetto di retrofitting del viadotto. A seguire, mercoledì 31 ottobre, sarà sentito il suo successore, Michele Donferri Mitelli e poi, il 23 novembre, l’amministratore delegato Giovanni Castellucci.
Continuano gli interrogatori nell'ambito dell'inchiesta sul crollo di Ponte Morandi. L'ultima udienza ha riguardato Maurizio Ceneri, l'ingegnere che servirà a far luce sulle indagini diagnosiche realizzate da Spea fin dal 2009 e sulle relazioni che hanno insospettito i militari del Primo Gruppo della Guardia di Finanza.
Nel frattempo trapela che oltre all'ormai famoso "reporto 132", il pezzo di strallo che dimostrerebbe la mancata manutenzione, nell'incidente probatorio siano stati trovati altri due reperti a conferma di questa tesi.
Quel che è certo è che gli inquirenti continuano a trovare conferme sulla sciagurata gestione della sicurezza e della manutenzione, prove schiaccianti per le quali la procura potrebbe contestare agli indagati anche l'aggravante della colpa cosciente, la consapevolezza colpevole dei rischi.
Dopo il ritrovamento del reperto 132, la cosiddetta "prova chiave" che confermerebbe la cattiva manutenzione del ponte, davanti ai pm si è presentato spontaneamente il supertestimone Bruno Santoro, dipendente del ministero dei trasporti che non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Secolo XIX ha riportato le sue dichiarazioni sull'opera di manutenzione dei tiranti che sarebbe dovuta partire nel 2014 ma che era stata posticipata a fine estate del 2018, dopo la sciagura.
Santoro ha parlato di "omissioni incredibili, assurde, inaccettabili" fatte "senza considerare il problema della sicurezza, evitando che venisse effettuato il collaudo del ponte e limitazioni alla stessa società". Il testimone ha puntato anche il dito nei confronti di colleghi del suo stesso ministero: "È evidentissimo che molte cose non abbiano funzionato nel rapporto tra Ministero e Autostrade".
Svolta nelle indagini sul crollo del ponte Morandi. La procura ha catalogato un reperto che potrebbe rappresentare la prova chiave sulle cause della tragedia. A riportarlo sono le edizioni locali di Repubblica e de Il Secolo XIX, i primi a far riferimento al reperto numero 132, uno strallo di cemento armato che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio interni.
L'accusa sostiene che la corrosione fosse dovuta a manutenzioni carenti. Il reperto 132 adesso verrà inviato in Svizzera per ulteriori analisi. La conferma sulla cattiva manutenzione darebbe forza alla tesi degli inquirenti, che sostengono come il collasso del viadotto sia dovuto alla rottura dei tiranti ammalorati nelle pile 9 e 10. I lavori per rinforzarli sarebbero dovuti partire tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, preventivo che però non prevedeva la chiusura del ponte, altro punto forte dell'accusa.
I nomi di 40 tra tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia, Spea e Anas, sono stati iscritti in una lista depositata ieri dalla Guardia di Finanza presso la Procura di Genova. Tutti sono coinvolti a vario titolo nei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del ponte Morandi tra il 1992 e il 2012.
Nel frattempo, in attesa del decreto Genova che permetterà di dare il via alla messa in sicurezza della zona rossa, le famiglie degli sfollati sono potute entrare nelle loro case per riempire 50 scatoloni ciascuna.
Continuano gli interrogatori dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Questa mattina sono state ascoltate alcune persone informate dei fatti, interrogate davanti ai pm e agli uomini del primo gruppo della Guardia di Finanza Assunta Luisa Perrotti e Fabio Brancaleoni.
Nei prossimi giorni sono attese importanti novità per quel che riguarda gli iscritti nel registro degli indagati, le fiamme gialle avrebbero infatti fornito ai magistrati un elenco di circa 40 persone che potrebbero finire sotto inchiesta perché interessati a vario titolo nella manutenzione del ponte tra il 1992 (anno nel quale furono eseguiti i lavori di manutenzione sulla pila 11) e il 2012. Gli investigatori vogliono capire se quando venne progettato il rinforzo della pila 11 si fosse già a conoscenza dello stato di ammaloramento delle pile 9 (quella crollata) e della 10.
Autostrade per l'Italia ha espresso "sconcerto per la ricostruzione dei verbali della commissione ministeriale". Tramite una nota ufficiale la società ha fatto sapere che nella ricostruzione dei verbali delle audizioni da parte della Commissione di inchiesta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ci sarebbero "gravi errori, accuse infondate e conclusioni pregiudiziali".
Nella nota diffusa Autostrade per l'Italia contesta anche come i verbali delle audizioni non siano stati inviati agli interessati entro una settimana, come previsto dalla legge. "Stupisce invece che siano stati resi disponibili alla stampa".
Oggi è il giorno della terza audizione alla Camera per discutere il decreto Genova, la misura straordinaria prevista dal Governo per gestire l'emergenza in Liguria dopo il crollo del ponte Morandi.
I parlamentari hanno ascoltato il presidente di Anac (Autorità Anti Corruzione), Raffaele Cantone, che ha lanciato un allarme sulle deroghe "troppo ampie" contenute nel provvedimento: "Nel decreto c'è una lacuna che immagino sia frutto di disattenzione. Dice che il commissario straordinario opera in deroga, ma faccio notare che quindi opererà anche in deroga al codice Antimafia. La Liguria non è una terra mafiosa ma un territorio nel quale le associazioni mafiose stanno cercando di infiltrarsi".
Dopo è stata la volta di Giovanni Toti, governatore della Liguria che ha espresso i suoi dubbi sulle cifre previste: "Il volume di danno della comunità di Genova è molto superiore a quanto previsto dal decreto. Sono dotazioni che non soddisfano le esigenze larghe della comunità ligure".
Si è svolto il primo sopralluogo dei consulenti e periti degli indagati e delle parti civili nell'hangar dove sono custoditi i reperti del ponte crollato. È il primo atto dell'incidente probatorio che si concluderà entro 60 giorni, le operazioni di demolizione del viadotto non potranno dunque iniziare prima di dicembre 2018.
Continuano gli interrogatori nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Sabato 29 settembre è stato ascoltato Bruno Santoro, dirigente della Divisione 1 ed ex membro della commissione ispettiva incaricata inizialmente dal Ministero dei Trasporti dopo la tragedia.
Martedì 2 ottobre sarà invece il giorno del primo sopralluogo per effettuare la repertazione dei detriti alla presenza dei consulenti legali di indagati, familiari delle vittime e feriti.
Il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti (MIT) ha pubblicato online la relazione della commissione ispettiva ministeriale sul crollo del ponte Morandi di Genova dello scorso 14 agosto, un disastro che ha ucciso 43 persone.
Leggilo qui, riassunto per punti.
Si è concluso nell'aula bunker di Genova l'incidente probatorio sul crollo del ponte Morandi, prima udienza del processo per trovare i responsabili della tragedia. I tre periti nominati dal Gip Angela Nutini avranno 60 giorni di tempo per effettuare le operazioni di sopralluogo e di repertazione dei detriti.
Il primo sopralluogo dei periti e dei consulenti di indagati e familiari delle vittime avverà martedì 2 ottobre, la prossima udienza in tribunale è invece fissata per il 17 e 18 dicembre prossimi.
Interrogatori: il direttore del Tronco di Genova di Autostrade per l'Italia Stefano Marigliani e il suo predecessore Riccardo Rigacci si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Nel frattempo, esaminando i documenti sequestrati sulla manutenzione del viadotto, sarebbe emerso un dato importante: dal 2000 al 2014 non sarebbero stati commissionati studi sulla staticità del ponte, un periodo di silenzio totale al quale è invece seguito un alto numero di incarichi per la manutenzione: tre nel giro di due anni.
Il quotidiano genovese Il Secolo XIX racconta oggi come Autrostrade per l'Italia avesse espresso dubbi sull'affidabilità di Spea Eginnering, la società responsabile della manutenzione del ponte Morandi che figura nel registro degli indagati. Il quotidiano, che cita una qualificata fonte investigativa, racconta come le novità siano emerse esaminando una serie di mail riservate che i finanzieri agli ordini dei colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco, hanno individuato dopo l'analisi di computer e telefoni nei giorni immediatamente successivi alla tragedia.
Tra i mittenti delle mail incriminate ci sarebbero anche Paolo Berti, direttore centrale operativo di Autostrade per l'Italia, e Michele Donferri Mitelli, entrambi nel registro degli indagati con le accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti.
La Procura ha acquisito uno studio secondo cui lo scorso 30 giugno il segmento del viadotto in direzione Ponente, quello sopravvissuto al crollo, subì oscillazioni sino a 11 centimetri durante il passaggio dei camion. I periti del tribunale dovranno ora valutare le fluttuazioni e deformazioni del viadotto, confrontandoli con le relative operazioni di manutenzione e monitoraggio.
La Guardia di Finanza ha sequestrato documentazioni informatiche e cartacee nelle sedi del Politecnico di Milano e del Cesi, la società che nel 2016 si occupò dello studio sul viadotto.
Le acquisizioni sono state effettuate nell'ambito dell'inchiesta sul crollo, indagini che negli ultimi giorni hanno riguardato soprattutto l'acquisizione di materiale legato alle attività di studio sul viadotto. L'elenco delle persone indicate come potenzialmente informate sui fatti conta circa una quarantina di nomi, persone non indagate ma che dal 2012 ad oggi potrebbero essere state a conoscenza di documenti e informazioni sullo stato del ponte Morandi.
Nel frattempo è iniziato a Palazzo Chigi il vertice tra il premier Giuseppe Conte, il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci. Sul tavolo c'è la scelta del nome per il Commissiario alla Ricostruzione.
Il team ingegneristico guidato da Piergiorgio Malerba e Renato Buratti su ordine della Procura ha prelevato campioni della struttura e le ha analizzate all'interno di un bunker nella zona rossa.
L'attenzione, in particolare, è stata posta sulla struttura di quegli stralli del pilone 9 che si sono spezzati la mattina del 14 agosto.
Da quanto sostiene il report il numero di cavi d'acciaio presenti nel calcestruzzo sarebbe inferiore rispetto a quello previsto dal progetto originario. Non solo: la guaina protettiva di quei cavi è quasi assente a indicare un totale deterioramento dei materiali utilizzati che devono essere stati di scarsa qualità.
Secondo quanto trapela materiali scedenti e addirittura una fase realizzativa dell’opera in cui si è passati sopra a componenti che, sulla carta, erano ritenuti fondamentali sarebbero alla base di un ponte nato malato.
Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti che dall'alba del giorno dopo la tragedia vagliano frame a frame il video del crollo è che a dare il colpo di grazia a un ponte già compromesso sia stato il passaggio di un tir che trasportava un rotolo d’acciaio da 440 quintali (il limite di legge è 462).
Il conducente, rimasto illeso, è stato intervistato da Corriere della Sera, e ha spiegato che quel ponte traballante col suo mezzo pesante lui lo attraversava due volte al giorno per portare i rotoli d'acciaio dall'Ilva di Genova verso altre destinazioni.
L'uomo ha ammesso di sentirsi sempre poco sicuro quando attraversava il viadotto proprio per le forti oscillazioni che percepiva. Il peso del mezzo era comunque nei limiti previsti dalla legge e la struttura avrebbe dovuto reggere. Dopo due secondi dal suo passaggio del camion dal pilone numero nove lo strallo est si è spezzato risucchiando l'asfalto e il suo camion nel vuoto.
Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha definito "Un atto dovuto" l'iscrizione nel registro degli indagati di 20 persone che sarebbero coinvolte a vario titolo nell'incidente.
Cozzi ha spiegato che contestualmente all'iscrizione nel registro degli indagati la procura chiederà l'incidente probatorio all'ufficio del giudice affinché le indagini possano subire un'accelerazione sensibile e gli avvisi servono anche a far sì che le persone coinvolte possano elaborare una strategia difensiva.
Si tratta di una lista comunque provvisoria e, al momento, fra gliindagati ci sono i verticidi AutostradeSpa nelle persone di: l'amministratore delegatoGiovanni Castellucci, il direttore centrale operazioniPaolo Berti, il responsabile MaintenanceMichele Donferri Mitelli, il direttore del tronco di GenovaStefano Marigliani, il suo predecessoreRiccardo Rigacci,Paolo Strazzullo, responsabile unico del progetto di retrofitting (restauro della struttura)
Con loro sono indagati anche gli alti dirigenti e i tecnici ministeriali che hanno avuto a che fare con la ristrutturazione del ponte (di cui nessuno ha mai chiesto la chiusura).
Avvisi sono arrivati a Vincenzo Cinelli, responsabile della Direzione generale vigilanza autostradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al suo predecessoreMauro Coletta, al dirigente di divisione della vigilanzaBruno Santoro, al capo dell’ufficio ispettivo territorialeCarmine Testa, e al provveditore alle opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Val d’AostaRoberto Ferrazza.
Tra gli indagati ci sono anche il docente universitario del Dicca di Genova,Antonio Brencich, l’ingegnereMario ServettoeGiuseppe Sisca coloro che avevano firmato il parere tecnico sull’appalto del ponte in qualità di consulenti del ministero.
Sul tavolo della Procura del è arrivata una prima lista di una trentina di nomi. Si tratta di coloro che, s'ipotizza, sarebbero stati a conoscenza dello stato di criticità.
Un elenco che ora Cozzi dovrà vagliare con attenzione per arrivare all'iscrizione sul registro degli indagati di coloro che avrebbero avuto "cognizione" di quanto sarebbe potuto accadere (e poi è accaduto) visto lo stato del viadotto.
La svolta potrebbe arrivare con l'incidente probatorio dove potrebbero venire cristallizzati per la prima volta nomi e ipotesi di reati che vanno dall'omicidio plurimo colposo al disastro colposo fino all'attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
Sono nomi pesanti quelli che i magistrati dovranno vagliare con cura per accertare eventuali responsabilità e ipotesi di colpa: alti dirigenti ministeriali, funzionari locali, tecnici strutturali e amministratori di Autostrade Spa.
L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio e dai sostituti Walter Cotugno e Massimo Terrile, s'avvale dei dati raccolti sal primo gruppo della Guardia di finanza di Genova, al comando del colonnello Ivano Bixio.
Quel che va precisato è che sarà difficile accertare eventuali responsabilità visto che quel che è certo e dimostrato è che tutti erano consapevoli della necessità di lavori di manutenzione sull'opera. La questione è: chi sapeva che il crollo era imminente?
La lista depositata dalla Gdf comprenderebbe i nomi di Vincenzo Cinelli, direttore generale della vigilanza del ministero delle Infrastrutture, il suo predecessore Mauro Coletta e i responsabili di divisione Bruno Santoro e Giovanni Proietti.
Nell'elenco figurerebbero anche i vertici di Autostrade: il presidente del Cda Fabio Cerchiai, l'amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore centrale operationPaolo Berti, il direttore del primo tronco di Genova Stefano Merigliani e il direttore di manutenzione degli interventi Michele Donferri.
A questi andrebbero aggiunti anche i vertici di Spea che si è occupata delle verifiche sullo stato del Morandi: l'ad Antonio Galatà, Massimo Giacobbi, responsabile del progetto di retrofitting (restauro della struttura) e Massimo Bazzanelli, a capo della sicurezza.
Infine figurerebbe il nome di Roberto Ferrazza, Provveditore alle opere pubbliche e Carmine Testa, a capo dell'ufficio ispettivo territoriale delle Infrastrutture.
Le domande cui le 145 persone che si sono costituite parte civile (tra feriti e parenti delle vittime) vorrebbero risposte sono tante: chi sapeva? Davvero c'era più preoccupazione per le ripercussioni sulla viabilità causate dalla chiusura del viadotto che per la sicurezza dei cittadini? Perché si è aspettato tanto? Chi ha determinato questo stallo? E soprattutto chi, pur sapendo, non ha fatto nulla per evitare una tragedia annunciata?
- SecondoL'Espresso, esiste una lettera d'allarme datata 28 febbraio 2018 in cui è statarichiesta un'accelerazione delle procedure per le opere di rinforzo strutturaledel ponte Morandi. Il documento sarebbe stato firmato dal Direttore per la Manutenzione di Autostrade, Michele Donferri Mitelli e indirizzato al Ministero delle Infrastrutture. Mitelli scrive: "Vista l'importanza strategica dell'opera e la natura dell'intervento e tenuto conto che il completamento delle procedure di affidamento può essere stimato in 13-15 mesi, si ritiene, in considerazione del protrarsi dei tempi di approvazione, che l'intervento non possa essere in esecuzione prima del secondo semestre 2019 o inizio 2020. Tale circostanza comporterebbe una serie di ripercussioni sia per la pianificazione economica che per l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera. Per quanto sopra, Vi preghiamo di portare avanti l'iter autorizzativo quanto prima".
- Tra i documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza spunta una relazione dello stesso ingegnere Riccardo Morandi, ideatore del ponte, che negli anni ottanta si mostrava stupito e deluso dal veloce degrado dei materiali utilizzati.
- La Procura di Genova ha emesso un ordine di sequestro per tutta la documentazione relativa al ponte Morandi. La Guardia di Finanza ha acquisito le prove nelle sedi del Ministero delle Infrastrutture e nell'ufficio ispettivo territoriale di Genova e in altri uffici a Roma, Firenze e Milano. Finanzieri anche nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta e della Spea Engineering, società del gruppo che controlla Autostrade per l'Italia, il gruppo Atlantia.
- Il governatore della Liguria, e commissario straordinario per l'emergenza del ponte, Giovanni Toti ha pubblicato su Facebook la sua proposta per la ricostruzione: "Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Poi Fincantieri costruisce il ponte. Renzo Piano ha regalato a Genova il disegno di un ponte bellissimo e così la città potrà riavere in fretta un'opera indispensabile, sicura e meravigliosa"
- La società Autostrade ha pubblicato on line il testo della convenzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in modo da "rispondere alle polemiche e alle strumentalizzazioni" per far conoscere "tutti gli elementi che regolano la concessione".
- Il governatore della Liguria, e commissario straordinario per l'emergenza, Giovanni Toti ha parlato ai giornalisti dei tempi per la demolizione del ponte: "Dire con esattezza quando saranno demoliti i due monconi è una previsione da rabdomanti. Auspicabilmente prima di Natale".
- Nel registro degli indagati per il crollo del ponte Morandi non ci sono ancora nomi. Le indagini procedono ma secondo Il Secolo XIX di Genova è scontro tra politica e magistrati su indagini e tempi di demolizione. Delicato l'argomento degli elementi di prova, le parti crollate del ponte che la magistrura vorrebbe esaminare a fondo ma che vanno tolti per la ricostruzione.
- Chi si occuperà della ricostruzione? Di Maio vorrebbe estromette Autostrade per l'Italia mentre il governatore della Liguria Toti, che è anche il commissario straordinario per l'emergenza, sostiene che la società del gruppo Benetton debba prendersi in carico dell'operazione.
- Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi, ha detto che i lavori per lo smantellamento del ponte Morandi potrebbero iniziare "per i primi di settembre, direi entro la prima settimana". Sui tempi dell'intervento: "dipende dalla tecnica usata, credo che si vada verso un mix di smontaggio e microcariche esplosive".
- Della commissione d'inchiesta non fanno più parte Roberto Ferrazza e Antonio Brencich, il nuovo arrivo è invece Alfredo Mortellaro, dirigente del Consiglio superiore dei lavori pubblici che aveva gestito parte dei progetti di ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia e che è stato ai vertici del Sisde.
- Le attività nella zona del ponte Morandi sono state sospese a causa dell'allerta meteo che ha colpito la Liguria fino alle 8 di questa mattina.
- Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli ha dato mandato di revocare l’incarico al numero uno della commissione d’inchiesta sul crollo di ponte Morandi, RobertoFerrazza. Dallo stesso organismo si è dimesso AntonioBrencich che ha consegnato le sue dimissioni nella serata di giovedì.
- Il procuratore di Genova Francesco Cozzi sottolinea la necessità di procedere al più presto con lo smantellamento del ponte: "Era già malato e non solo la parte est. Le condizioni sono gravi se non gravissime". Un avanzato stato di deterioramento che era precedente al crollo del 14 agosto. Le autorità attendono ora da Autostrade un piano per lo smantellamento, previsto entro 5 giorni.
- Il fascicolo dell'indagine sul crollo del ponte Morandi resta a carico di ignoti ma nei prossimi giorni dovrebbero essere iscritti nel registro degli indagati le prime venti persone.
- La Guardia di finanza ha sequestrato altro materiale negli uffici di Società Autostrade a Genova, Firenze e Roma. Nel mirino le comunicazioni interne e quelle tra Autostrade e il Ministero delle Infrastrutture.
- Le forze dell'ordine hanno ridisegnato la zona rossa intorno al ponte Morandi dopo le nuove segnalazioni di scricchiolii nella zona. Il procuratore Francesco Cozzi ha lanciato l'allarme anche sul moncone ovest del ponte: "I consulenti tecnici hanno evidenziato anche il grave stato di degrado della parte di ponte sul lato ovest".
- Il primo dossier dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi racconta come Ministero e Autostrade fossero a conoscenza della grave situazione del viadotto. Il livello di degrado della torre rimasta in piedi è infatti più alto di quello della parte crollata. Il presidente della commissione d'inchiesta ministeriale Roberto Ferrazza ha fatto sapere che sul livello ancora in piedi c'è uno stato di degrado di "quattro su una scala di cinque. Un dato superiorie rispetto al livello tre che era stato registrato nella parte crollata". Il primo dossier è stato consegnato ieri alle autorità e deriva da "un’attività d’indagine svolta da Autostrade per l’Italia", un documento dell'autunno 2017 rimasto però ignorato. Nelle prossime ore verranno notificati i primi avvisi di garanzia, circa 12, ad alcuni dirigenti di Autostrade per l'Italia e del Ministero delle Infrastrutture.
- La Anac, Autorità nazionale anticorruzione, ha chiesto ad Autostrade per l’Italia l’invio degli atti predisposti e necessari per la manutenzione del viadotto approvati dal Consiglio d'Amministrazione e anche chiarimenti sull’appalto per i lavori sul ponte Morandi.
- Il moncone est del ponte Morandi è pericolante e non si può più aspettare per abbatterlo. Lo ha reso noto la struttura commissariale per l'emergenza che ha ricevuto una relazione tecnica dalla commissione ispettiva del ministero guidata dall'architetto Roberto Ferrazza. Al termine della riunione del centro coordinamento soccorsi il prefetto di Genova Fiamma Spena ha fatto sapere che "abbiamo ricevuto una relazione dal presidente della commissione ministeriale che segnala sul pilone 10 un evidente stato di corrosione di grado elevato"
- Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ricopre anche il ruolo di commissario delegato all'emergenza per il crollo, ha dichiarato che "occorre sicuramente demolire il moncone nei tempi più brevi possibili, uno per garantire sicurezza anche se oggi l'area è evidentemente sgomberata e dunque nessun essere umano corre alcun rischio, due perchè senza la demolizione non riparte la ricostruzione"
- L'inchiesta per il crollo del ponte Morandi entra nel vivo con i primi interrogatori. La squadra mobile di Genova ha iniziato sentendo alcune persone che si trovavano lungo il ponte Polcevera al momento del crollo in modo da effettuare le prime "ricostruzioni visive". La Procura sta anche repertando i pezzi del ponte più utili alle indagini, materiale che verrà spostato dall'area insieme a tutto ciò che i Pm valuteranno come materiale da sequestrare.
- Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha dichiarato che per comprendere le cause del crollo di ponte Morandi "non ci sono dei tempi, se non quelli conseguenti alla continuità e alla completezza degli accertamenti". Intervenuto a Radio 1 il responsabile delle inchieste ha fatto sapere che "tutto quello che può essere fatto viene fatto, tra l’altro con difficoltà non indifferenti perché bisogna rendere compatibile il compito con quello della sicurezza, come il pericolo di altri crolli, la necessità di rimuovere i detriti dal torrente Polcevera o dalla ferrovia e di rendere le indagini compatibili anche con le esigenza di ripresa della vita quotidiana».
- Dopo le dichiarazioni della Procura di Genova sul sospetto che il peso del carroponte possa aver contribuito al cedimento del ponte Morandi, il direttore della Weico di Velturno, Hubert Weissteiner afferma che il carroponte non era ancora stato installato. "Stavamo lavorando all'installazione di binari sui quali avrebbe dovuto scorrere il carroponte che però non è mai entrato in funzione" ha dichiarato.
- Domani è in programma una riunione nel palazzo di giustizia di Genova per fare il punto delle indagini tra i titolari dell’inchiesta. Tra le motivazioni del crollo, oltre alla più accreditata del cedimento degli stralli, secondo fonti vicine alla Procura si ipotizza che possa aver influito anche il carro ponte attaccato all'impalcata del ponte. Ad oggi non esiste ancora nessun nome iscritto nel registro degli indagati.
- La procura è pronta, in caso di concreto pericolo, ad autorizzare l'abbattimento del moncone di ponte Morandi, sequestrato il 17 agosto dopo il crollo della campata, che si trova sopra gli edifici evacuati di via Porro. Ieri sera infatti sono stati segnalati scricchiolii che hanno portato i Vigili del fuoco alla sospensione del recupero beni da parte sei cittadini sfollati.
Roberto Ferrazza, presidente della commissione ispettiva sulle cause del crollo della campata centrale del ponte Morandi, ha fatto sapere che il disastro potrebbe essere dovuto "ad una serie di concause". Al termine del sopralluogo sul luogo della tragedia è stato reso noto che "il ponte si è prima piegato, poi è caduto".
La società autostrade dovrà presentare entro due settimane una relazione dettagliata sulle operazioni di monitoraggio e pianificazione degli interventi che riguardavano il viadotto.
Anche la Procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per omicidi colposi in relazione al crollo del ponte in cui sono rimasti uccisi anche 4 ragazzi francesi.
L'ultimo capitolo è stato il sequestro dei due monconi rimasti in piedi dopo il crollo della campata centrale del viadotto. Le macerie del ponte, come confermato dal procuratore capo Francesco Cozzi, verranno invece rimosse e trasferite in un'area attigua individuata dal Comune dove verranno sequestrate e analizzate dai periti nominati dalla Procura.
Disastro di Genova: chi sono le vittime
Disastro di Genova: le testimonianze di chi era sul ponte
Crollo ponte Genova: il poliziotto in autostrada "E' venuto giù il viadotto!" | video
Le prime indagini riguarderannole cause che hanno portato al crollo del ponte. "Non è stata una fatalità" ha dichiarato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. Nel mirino degli inquirenti ci saranno soprattutto le responsabilità di Autostrade che a maggio aveva indetto un bando per un maxi appalto da 20 milioni di euro con l'obiettivo di rinforzare i tiranti superiori del ponte, il cui collasso sembra essere tra le cause principali della sciagura. I lavori sarebbero dovuti iniziare dopo l'estate.
Autostrade conosceva la situazione critica del ponte?Alcuni tiranti, tecnicamente chiamati "stralli", erano stati rinforzati durante gli anni '90 aggiungendo cavi di sostegno esterni. La parte del ponte caduta non era invece stata mai rinforzata e lo scorso 3 maggio Autostrade aveva indetto la gara d'appalto per una messa in sicurezza urgente. La data d'inizio dei lavori era stata decisa in modo da non penalizzare il flusso dei turisti in città e verso i traghetti. Enrico Sterpi, segretario dell'Ordine degli Ingegneri liguri, ha commentato così il bando a Il Secolo XIX: "Autostrade aveva focalizzato la criticità e si era presa una bella responsabilità facendo una gara ristretta per un importo così elevato. È chiaro che ci fosse la necessità di accelerare la procedura". Già alla fine degli anni '90 l'Ordine degli Ingegneri di Genova propose nero su bianco di integrare la struttura di calcestruzzo con l'acciaio per gestire il forte aumento del traffico sul ponte.
Al vaglio degli inquirenti ci saranno anche le certificazioni obbligatorie che Autostrade doveva eseguire per riferire sullo stato della struttura: una trimestrale con personale proprio e una biennale con periti esterni. Né gli enti locali, né il Ministero delle infrastrutture, intervengono infatti direttamente su questo tipo di controllo e manutenzione.