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(Delegation, ufficio stampa Disco Diva)
Musica

La disco music è ancora viva

C’è una data che ha rappresentato un autentico spartiacque per il rilancio internazionale, in grande stile, della disco music: il 17 maggio 2013. Quel giorno è uscito in tutto il mondo l’album-kolossal Random Access Memories dei Daft Punk, diversissimo dai loro lavori precedenti all’insegna della dance elettronica, realizzato interamente attraverso strumenti veri, senza ricorrere a suoni campionati. L’album del duo francese composto dai “robotici” Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, i cui volti sono immancabilmente celati dai caschi, ha rilanciato clamorosamente le quotazioni degli "ospiti" Nile Rodgers e Giorgio Moroder e, più in generale, delle sonorità funk-disco degli anni Settanta, genere ingiustamente sottovalutato dalla critica militante, ma mai dal pubblico, che l’ha sempre amato e celebrato.

Una tendenza che ha contagiato immediatamente i maggiori dj e producer di musica house ed elettronica, ma soprattutto artisti mainstream come Bruno Mars, Justin Timberlake, The Weeknd, Tame Impala, Calvin Harris, Lizzo, Doja Cat, Katy Perry e Sabrina Carpenter (pensate alla sua recente hit Espresso, così deliziosamente "Seventies") che hanno omaggiato quelle atmosfere con singoli di grande successo. Si sono spinte ancora più in là, negli ultimi anni, tre popstar femminili appartenenti a tre diverse generazioni, Dua Lipa, Jessie Ware e Kylie Minogue, i cui album Future Nostalgia, What's your pleasure e Disco (!) sono un aperto omaggio alle sonorità che hanno dominato le classifiche tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta.

Due anni dopo l'uscita dell'album dei Daft Punk, nel 2015, ha preso il via il festival Disco Diva a Gabicce, proprio nella cittadina al confine tra Marche ed Emilia Romagna, incastonata tra mare e monte, dove nel 1975 è nata la Baia degli Angeli, la prima grande discoteca italiana di respiro internazionale a chiudere all'alba e a mixare ininterrottamente per ore rari vinili di disco music provenienti da New York per mano dei dj Tom Sison e Bob Day (sostituiti due anni dopo da Daniele Baldelli e Mozart), ispirando anche il leggendario Studio 54 di New York, che ha aperto i battenti due anni dopo. Nata da un'idea della giornalista Cristina Tassinari, negli ultimi dieci anni Disco Diva ha ospitato, nella suggestiva location di Piazza Valbruna, alcuni degli artisti che hanno fatto la storia della disco music, tra cui Cerrone, Tramms, Imagination, Kid Creole & The Coconuts, George McCrae, Delegation, Norma Jean Wright and Luci Martin (Chic), Rochelle Fleming (First Choice), Christine Wiltshire (Musique), Leroy Gomez (Santa Esmeralda), Lenny Zakatek, Roberta Kelly, Claudia Barry, The Ritchie Family, Ronnie Jones, Gibson Brothers, oltre ai nostri Alan Sorrenti, Pino d’Angiò, Nu Genea, Fratelli La Bionda, Daniele Baldelli e Ralf. Per l'edizione numero dieci, il festival, inserito tra gli eventi del programma di "Pesaro 2024 Capitale italiana della Cultura", ha proposto una sorta di "best of" con i concerti di Kid Creole & The Coconuts, Delegation e David Nobles, voce solista dei Tramms, oltre a ospitare talk show e dj-set.

Non tutti sanno che il disco-funk inglese, a fine anni Settanta, rivaleggiava ad armi pari con i colleghi americani grazie a gruppi di grande successo come Imagination, Real Thing, Heatwave (di cui era tastierista Rod Temperton, autore di Thriller, Rock with you e Off the wall di Michael Jackson ) e Delegation. Quest'ultimi, lanciati nel 1976 dal leggendario produttore musicale Ken Gold, hanno fatto ballare il pubblico di Disco Diva con le loro hit, di cui buona parte tratte dall'album-capolavoro Eau De Vie del 1979, una sorta di greatest hits di cui fanno parte You And I, Put A Little Love On Me, Heartache #9 e Darling (I Think About You), brani che sono ancora oggi in grado di accendere qualsiasi dance floor. Ha stupito l'intatta vocalità del cantante Rick Bailey, nonostante la non più verdissima età, in grado di emozionare anche nei brani più soulful come Where is the love (We used to know) e One more step to take, grazie anche al supporto della rodatissima Frankie & Canthina Band.

David Nobles, voce solista dei Tramms, si è esibito sia venerdì che sabato, interpretando con la sua straordinaria voce black non solo i successi della sua band, tra cui naturalmente l'iconica Disco Inferno (accompagnata da effetti pirotecnici sul palco), ma anche alcuni capisaldi del Philly Sound tratti dal repertorio di gruppi come O’Jays, Harold Melvin, Spinners e Stylistics. Il clou del programma di Disco Diva è stata la trascinante esibizione di Kid Creole & The Coconuts, che hanno acceso Gabicce Monte di ritmi caraibici e latini, grazie all'intatta verve del cantante nativo di Montreal ma cresciuto a New York, le cui doti vocali sono rimaste intatte, supportato dalle sensuali coreografie e dai cori delle Coconuts, la cui formazione è cambiata più volte nel corso anni.

Pochi artisti hanno incarnato meglio di Kid Creole & The Coconuts lo spirito giocoso e ricco di ottimismo degli anni Ottanta, grazie a video coloratissimi e a un mix inconfondibile di calypso, soca, jazz, r&b, funk, soul e pop, ancora più coinvolgente dal vivo nei brani Endicott, Stool Pigeon, I'm a wonderful thing, No fish today e Annie, I'm not your daddy, che vengono ampliati e arricchiti di nuovi colori rispetto alle versioni su disco. È buffo pensare che un brano giocoso e malizioso del 1982 come Annie, I'm not your daddy (su una paternità negata, in stile Billie Jean di Michael Jackson), in un periodo di politicamente corretto, body shaming e ipersensibilità a ogni forma di umorismo fuori da certi canoni, oggi sarebbe bandito da qualsiasi radio o programma tv. «Oggi non avrei mai potuto pubblicare una canzone così», ci ha confessato Kid Creole durante un'intervista a Panorama nel 2021. «La gente mi direbbe che sono impazzito, per cui sono felice di averlo fatto nel 1982, quando è diventata una hit. Oggi devi essere attento a ogni parola che scrivi, ma un artista dovrebbe essere al di sopra della politica e a ciò che oggi è considerato giusto o sbagliato da dire».

Le tre serate di Disco Diva sono state animate dai dj-set di Daniele Baldelli, Disco Fritto, Sparkling Attitude (Club Splendore), Nicola Zucchi e Matteo Mussoni, Luca De Gennaro, Gino Grasso & Dino Angioletti (G&D Records), Flavio Vecchi, Massimino Lippoli e Ricky Montanari. Di grande interesse anche il talk show con Luca De Gennaro, che ha raccontato alcuni aneddoti vissuti in prima persona al Paradise Garage di New York City e ha presentato il suo ultimo libro “Generazione Alternativa”, e il format "The last night is my passion”, un focus sui club del territorio che hanno fatto la storia negli anni ’90, condotto da Cristina Tassinari e Maurizio Monti, che ha visto la partecipazione di ospiti del mondo dello spettacolo e della moda, tra cui Paola Barale e La Pina di Radio Deejay. Le coreografie delle tre serate sono state curate dall'animazione di “I Love Disco”, un collettivo di ballerini e performer di Firenze che, con loro Disco Line, hanno coinvolto il pubblico presente riportandolo alle atmosfere spensierate di "Soul Train". «Un’edizione segnata dalla contaminazione di generi musicali di epoche diverse- ha commentato Cristina Tassinari, art director del Festival insieme al fratello Francesco- per celebrare i 10 anni del Festival, che in questi anni ha ospitato i più grandi artisti internazionali che hanno fatto la storia della disco, offrendo un’esperienza immersiva in un mondo che continua ad affascinare chiunque».

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