Economia
March 07 2018
Oltre 10,7 milioni di voti, che arrivano in buona parte dalle regioni del Sud. È la valanga di consensi ottenuta nelle elezioni politiche 2018 dal Movimento 5 stelle, che sembra legata a doppio filo alle statistiche sul mercato del lavoro.
Da giorni la stampa e gli osservatori politici sono impegnati a tracciare l’identikit dell’elettore medo grillino ma, ancora prima di scandagliare a fondo le analisi sociologiche, basta dare un’occhiata ai dati dell’Istat sull'occupazione per capire il grande bacino elettorale che il Movimento 5 Stelle, con la sua proposta forte di un Reddito di Cittadinanza per tutti, ha trovato nell’enorme area di disagio sociale presente nelle regioni meridionali.
Su 2,8 milioni disoccupati italiani, quasi 1,4 milioni si trovano da Roma in giù, benché nelle regioni del Sud risieda appena un terzo della popolazione nazionale.
Il dato ancor più interessante è che, tra gli 1,4 milioni di senza lavoro meridionali, quasi 900mila sono disoccupati cronici, in cerca di un impiego da più di 12 mesi, contro i 400mila del Nord.
Anche nel Settentrione ci sono dunque molti disoccupati ma hanno ben più speranze di trovare una nuova sistemazione nell’arco di qualche mese, contrariamente a quanto avviene nelle regioni meridionali. Altri dati sul mercato del lavoro fanno ben comprendere quale forza abbia avuto il messaggio grillino tra la Campania e la Sicilia, passando per la Puglia. A sud di Roma ci sono infatti ben 1,8 milioni di Neet (not in education, employment or training), cioè di giovani tra 15 e 34 anni che non studiano più (perché hanno finito il percorso scolastico o non lo hanno completato) e che neppure lavorano.
Infine, a completare il quadro, occorre aggiungere un altro milione di persone residenti nel Meridione che, pur lavorando, secondo l’Istat risultano avere un impiego sottopagato oppure un contratto di part-time involontario (cioè sarebbero disposti a fare l’orario pieno per guadagnare di più ma non ne hanno la possibilità per mancanza di offerta da parte dell'azienda).
Si tratta di un esercito di persone che vanno a comporre l’area del disagio sociale che al Sud, secondo uno studio effettuato lo scorso anno dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil, include ben il 23% della popolazione in età da lavoro. Questi milioni di persone probabilmente vedono nel Reddito di Cittadinanza proposto dai 5 Stelle un barlume di speranza, augurandosi ovviamente che sia compatibile con la tenuta dei conti pubblici.