Economia
March 01 2016
Il tasso di disoccupazione a gennaio è pari all'11,5%, pressochè stabile sia rispetto a dicembre che ai quattro mesi precedenti. Lo rileva l'Istat nelle stime, aggiungendo che a confronto con l'anno passato si regista un calo di 0,7 punti percentuali. A gennaio i dipendenti a tempo indeterminato crescono di 99.000 unità su dicembre e di 426.000 su gennaio 2015 e la stima degli occupati cresce nel complesso di 70.000 unità su dicembre 2015 (+0,3%) e di 299.000 su gennaio 2015 (+1,3%).
La crescita sul mese è determinata dai dipendenti permanenti (+99 mila) mentre calano i dipendenti a termine (-28 mila) e gli indipendenti restano stabili.
Gennaio è il primo mese di sgravio contributivo al 40% dopo un anno di esonero totale per le assunzioni stabili. Gli occupati crescono di fatto esclusivamente tra gli over 50. A gennaio 2016 - segnala l'Istat - gli occupati con più di 50 anni sono cresciuti di 359.000 unità rispetto a gennaio 2015 (+73.000 su dicembre) mentre gli inattivi sono diminuiti di 106.000 unità (-209.000 gli inattivi tra i 50 e i 64 anni soprattutto a causa della stretta sull'età pensionabile).
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a gennaio risale, portandosi al 39,3%, il valore più alto dall'ottobre scorso. L'aumento è di 0,7 punti percentuali su base mensile,
mentre nel confronto annuo il tasso risulta in discesa (-1,6 punti). Nella fascia con meno di 35 anni gli occupati
sono aumentati a gennaio di appena 9.000 unità rispetto a
gennaio 2015 (-7.000 gli under 24, +16.000 tra i 25 e i 34
anni). Rispetto a dicembre gli occupati con meno di 24 anni sono
diminuiti di 31.000 unità mentre sono aumentati di 8.000 unità
coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti esprime soddisfazione per i dati sull'occupazione rilevati oggi dall'Istat. "Un grande risultato! - sottolinea - Sono felice per tutte queste persone e le loro famiglie. Ringrazio tutte le aziende e gli imprenditori che hanno avuto fiducia in loro e nel futuro e si sono assunti la responsabilità di promuovere nuovo lavoro. Le riforme sono essenziali ed il Governo le ha fatte, ma senza l'impegno responsabile di tutta la comunità nazionale i risultati sarebbero meno significativi".