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June 20 2014
Il caso di Yara non è affatto chiuso . Anzi, ora cominciano i dubbi. Dall’euforia iniziale di lunedì scorso, giorno dell’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, quando tutto sembrava chiarito, si è passati alle incertezze, alle domande.
C’è sì, il Dna ad inchiodare Bossetti ma manca l’intero quadro investigativo. In sostanza, manca il movente, la ricostruzione dell’omicidio, mancano le prove della presenza di Bosetti sul luogo dell’omicidio. Anche perché la cella telefonica che aggancia l’utenza cellulare del presunto killer nei pressi della palestra dove è scomparsa Yara è la stessa che copre anche la sua abitazione. Dunque, è difficile se non impossibile, senza una ricostruzione investigativa “granitica”, ovvero tale da non essere smontata dalla difesa, dimostrare che Bossetti in quel preciso momento stava uccidendo Yara e non si trovava invece seduto sul divano della propria abitazione o in quella dei suoi genitori. Insomma: e se la prova del Dna non fosse poi così affidabile? E se quella che è considerata la “prova regina” (il Dna) non fosse sufficiente a dimostrare in sede processuale la colpevolezza di Bossetti “oltre ogni ragionevole dubbio”?
Ne parliamo con l'avvocato Nicodemo Gentile, principe del foro che in passato curò gli interessi della famiglia Scazzi, di Salvatore Parolisi, di Rudy Guede, insomma dei casi di cronaca a nera tra i più noti del nostro Paese.
Avvocato Niccodemo Gentile, se l'accusa non riesce a sostanziare la prova del Dna con una ricostruzione investigativa convincente, la difesa potrebbe anche evitare la condanna di Bossetti?
Se il dna riesce a resistere a tutte le obiezioni tecniche, è molto probabile che si vada ad una condanna del Bossetti anche senza altre prove di tipo squisitamente investigativo. Se, invece, l’esame del dna non è così sicuro, per la difesa il percorso processuale diventa molto più semplice perché non ci sono, attualmente, ricostruzioni fattuali e circostanziali tali da poter diventare prove in sede di giudizio
Quanto può essere importante la ripetizione dell’esame del Dna?
È fondamentale. Bisogna capire di che traccia si tratta. Se è liquido seminale o sangue. È stato affermato si tratti di sangue solamente per esclusione. Dunque è importantissimo, ripetere quanto prima questo esame del dna ritrovato sugli indumenti della piccola Yara
Considerando che ad oggi il quadro probatorio presenta numerose fragilità, è stata giusta la scelta di Bossetti di rimanere in silenzio davanti ai pm? E’ una buona scelta difensiva?
È stata una scelta neutra e dal punto di vista difensivo sicuramente ineccepibile. Poi se la ripetizione dell’esame del Dna porterà ad evidenziare delle criticità, in sostanza, non è più così sicuro, la difesa potrà puntare a dimostrare l’estraneità del Bossetti rispetto all’omicidio. In quel caso bisognerà capire come quella traccia è finita in quel luogo e sarà necessario dimostrare che Bossetti si trovava sul luogo del delitto. E questa non è cosa semplice. Se invece l’esame del Dna è chiaro e inoppugnabile, per la difesa inizierà un percorso molto più impervio…
Secondo lei, che è stato il legale di Rudy Guede, nel caso Scazzi e di Salvatore Parolisi, quale potrebbe essere la strategia difensiva più idonea a questo caso?
Indubbiamente la ripetizione del Dna. Immediatamente. Poi chiamerei il miglior consulente esperto di Dna per stabilire al di là di ogni dubbio l’affidabilità della prova. Se quest’ultima risultasse “aggredibile”, “fragile” per la difesa il lavoro potrebbe risultare molto più semplice perché l’inchiesta è attualmente costellata solo da flebili sospetti..neppure da indizi..