Politica
December 23 2020
Dall'inizio dell'anno scolastico un esercito di docenti Covid è stato nominato dal Ministero dell'Istruzione per sopperire alle richieste degli istituti scolastici. Le scuole per mantenere il distanziamento tra gli studenti hanno dovuto doppiare le classi e di conseguenza docenti e collaboratori, moltissimi dei quali purtroppo da settembre non hanno visto nemmeno un euro di stipendio.
«Io e moltissimi miei colleghi della Campania e del Lazio non abbiamo ricevuto ad oggi nessuno stipendio- ci racconta Salvatore Camerlingo Docente I.C. Manin di Roma- Insegno in un istituto comprensivo a Roma, sono un pendolare e tutti i giorni viaggio da Napoli a Roma. Pago 391 euro al mese di abbonamento del treno che vanno ad aggiungersi ad altre spese inevitabili. Lo stesso vale per i miei colleghi che hanno preso in affitto una casa anticipando di tasca loro, tutto questo senza ricevere un euro. Ci siamo esposti al rischio enorme del contagio con con le classi in presenza senza essere nemmeno retribuiti».
Chi non ha provveduto ad effettuare i pagamenti?
«L'organico Covid è un organico aggiuntivo. Il ministero dell'Istruzione ha nominato i docenti rispetto alle richieste arrivate dalle scuole attingendo dalle graduatorie esistenti. La prassi è che la scuola si occupa della parte amministrativa autorizzando i pagamenti a docenti e collaboratori scolastici, mentre il Mef provvede a liquidare i pagamenti ma qui siamo rimasti fermi all'autorizzazione della scuola! Ogni plesso ha 10/20 insegnanti covid più il plesso è grande e più sono numerosi gli insegnanti che hanno un contratto di 18 ore settimanali».
Gli insegnanti Covid hanno anche lanciato una petizione online: "Pagare gli stipendi dell'organico Covid scuola entro dicembre"
Siamo un gruppo di docenti precari della scuola pubblica, quest'anno in forza al personale cosiddetto "Covid" reclutato per il supporto all'emergenza pandemica. Abbiamo preso servizio tra fine settembre e inizio ottobre, ad oggi non abbiamo mai percepito lo stipendio. Scriviamo per segnalare questa situazione incresciosa per migliaia di docenti e lavoratori del personale ATA che si trovano nella nostra stessa condizione. Reputiamo indegno il fatto di lasciare per mesi senza stipendio docenti e lavoratori che sono in gran parte fuori sede e/o con famiglia a carico. Ma forse ancor più vergognosa è la sfrontatezza con la quale il MEF, il MIUR e, per loro tramite, persino le applicazioni telematiche, che si occupano di gestire i pagamenti e di creare l'interfaccia amministrativa digitalizzata per ogni lavoratore della P. A., si permettono di trattare lavoratori che in questo momento storico di emergenza per il Paese non si sono sottratti a un rischio altissimo, continuando, in molte regioni, a lavorare in presenza nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
«C'è stato un primo problema a monte, sottovalutato dal Ministero, nonostante le nostre continue segnalazioni- ci spiega la Uil scuola- sono state assegnate alle scuole cifre insufficienti per effetto di sbagliate previsioni di spesa. Le scuole si sono anche per questo trovate in difficoltà. Diversi U.S.R. hanno disposto il blocco per riconsiderare le assegnazioni, con evidenti ricadute sul mancato pagamento degli stipendi. In realtà ci sono stati degli errori grossolani da parte del Ministero e da parte del MEF, come ad esempio l'aver calcolato le somme da assegnare prevedendo solo 3 mesi di assunzione, da settembre a dicembre, o nel non aver previsto copertura di eventuali sostituzioni per lunghi periodi come maternità e congedi parentali, in quanto il budget assegnato per le sostituzioni era molto limitato e non consentiva sforamenti, anche in virtù di un provvedimento legislativo relativo all'assunzione dei vincitori di concorso di DSGA, che, prevedendo il mantenimento in servizio i facenti funzione, nel frattempo in servizio nelle singole scuole, le risorse per il c.d. organico Covid sono state dirottate per mantenere in servizio tale personale amministrativo. A ciò è seguito un "rimpallo" di responsabilità tra MEF e Ministero dell'istruzione che, alla fine, ha portato all'emanazione. Considerato il periodo emergenziale non tutte le scuole sono riuscite a portare a termine la procedura a danno dei supplenti che, appunto, non hanno ricevuto l'accredito spettante».
Abbiamo anche scoperto che, anche in presenza di operazioni da parte delle scuole fatte nei giusti tempi, il sistema generava il seguente messaggio di errore "contratto respinto per incapienza fondi. Da sottolineare che ancora una volta, abbiamo assistito allo "scarica barile" per cui ogni responsabilità, è ricaduta sulle scuole le quali, diversamente e attraverso un sistema informatico organizzato e coordinato dal ministero per tempo e con una programmazione più aderente alle varie esigenze reali, avrebbero potuto agire con tranquillità e con i giusti tempi. Per parte nostra, abbiamo interpellato e sollecitato, anche di recente il Ministero dell'Istruzione che, per le vie brevi, ci ha assicurato che la prossima emissione speciale degli stipendi è prevista per il 23 dicembre, il resto nella emissione speciale di gennaio...si spera. che sia la volta buona.