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September 19 2017
È il Donald Trump a cui ormai siamo abituati quello che si presenta al Palazzo di Vetro dell'Onu per il suo primo speech (41 minuti) da Presidente Usa all'Assemblea Generale. Nessun discorso che possa calmare le tensioni internazionali in corso, bensì toni forti, spirito belligerante, attacchi ai "paesi canaglia" (Iran, Corea del Nord, Siria), priorità sempre e comunque all'America e poi al resto del mondo. Obiettivo: cancellare tutte le riforme dell'amministrazione Obama.
Un'America che "sta facendo bene" da quando lui è salito alla presidenza, ha dichiarato, e che diventerà militarmente "sempre più forte" soprattuto per difendersi da terrorismi e estremismi. "Gli Americani nel tempo hanno pagato il prezzo più alto per difendere la libertà, anche di altri Paesi" ha detto Trump. "Abbiamo combattuto non perché volevamo un'espansione territoriale. Noi vogliamo amicizia e armonia e non conflitto e guerra".
Eppure un secondo dopo il presidente è tornato alla ribalta con le sue idee sovraniste: "Solo le nazioni sovrane devono essere alla base dell'ordine mondiale" ha dichiarato davanti all'Assemblea per attaccare subito dopo la Corea del Nord dove vige un "regime depravato che va isolato" e che se mai dovesse attaccare sarebbe automaticamente "distrutta" dalla potenza militare americana. "Non c'è altra scelta" ha dichiarato Trump apostrofando ancora una volta il dittatore nordcoreano Kim Jong-un con il nomignolo di "Rocket man", un "uomo razzo" in missione suicida.
La Corea del Nord deve denuclearizzarsi, ha ribadito il presidente, "è questo l'unico futuro".
Ma è soprattutto l'attacco contro l'Iran a preoccupare la comunità internazionale. L'accordo sul nucleare iraniano firmato nel 2015 tra Iran e i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina) con l'aggiunta della Germania è stato definito da Trump "uno dei peggiori, un imbarazzo per gli Usa. E non avete ancora sentito le ultime, credetemi" ha concluso con tono minaccioso e un riferimento chiaro all'appuntamento di metà ottobre quando la sua amministrazione sarà chiamata a certificare il rispetto dell'intesa.
Trump ha inoltre chiesto all'Iran di liberare tutti gli Americani detenuti e di smettere di sostenere il terrorismo incontrando ovviamente il plauso di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano.
Non si ferma all'Oriente la minaccia americana. Guarda con attenzione anche al centro e sud America.
"Gli Stati Uniti sono pronti ad agire nei confronti del governo del Venezuela" dove deve essere ripristinata la democrazia. "Quella in Venezuela è unadittatura socialista che è inaccettabile, che sta portando l'economia al collasso" e l'America, come "amico e vicino responsabile deve avere un obiettivo: il ripristino della libertà, della pace e il ritorno della democrazia".
Stesso obiettivo su Cuba: "Non toglieremo le sanzioni fino a che il regime non farà le dovute riforme per il suo popolo" ha detto.