Televisione
February 10 2022
Ci sono conduttori che pur essendo in video tutti i giorni non lasciano il segno nemmeno per sbaglio e altri che restano saldamente impressi nell'immaginario collettivo nonostante abbiano lasciato la tv da un pezzo. Alla seconda categoria appartiene senza dubbi Donatella Raffai, iconica conduttrice dei primi Chi l'ha visto?, scomparsa il 10 febbraio a 78 anni dopo una lunga malattia: si era ritirata dalle scene nel 2000, preferendo dedicarsi alla sua famiglia e alla sua vita privata, eppure resta uno di quei personaggi che in molti non hanno mai scordato. Merito della voce roca, un timbro indimenticabile, ma soprattutto di un piglio fatto di grande serietà e rigore (che visti da fuori potevano sconfinare nel burbero): nella televisione della fine degli anni '80 è la prima donna a prendere le redini di un programma di approfondimento, legato alla cronaca nera, e subito s'impone come uno dei personaggi più amati dal grande pubblico tanto che in una manciata di anni diventa popolarissima e Corrado Guzzanti la consacra con un'imitazione (cosa che capita solo ai grandi dello spettacolo).
La sua carriera inizia prestissimo ma nel cinema prima che in tv: a 16 anni debutta nel film Dolci Inganni del maestro Alberto Lattuada, siamo nel 1960, ma poco dopo si butta nel settore discografico per la RCA come responsabile delle pubbliche relazioni e anche curatrice d'immagine di alcuni cantanti, da Mia Martini a una giovanissima Nada passando in seguito a un esordiente Claudio Baglioni. Nel 1971 inizia a lavorare alla Rai come giornalista, dove conduce alcune trasmissioni radiofoniche (Voi e io, Radio anch'io, Chiamate Roma 3131) e approda poi in tv alla fine degli anni '80, nel periodo d'oro della Rai3 di Angelo Gugliemi, dove si sperimenta e nascono programmi che a distanza di trent'anni ancora restando saldamente impressi o che sono ancora oggi in onda. La Raffai comincia come autrice e poi diventa conduttrice di varie trasmissioni di approfondimento, affiancando Corrado Augias in Telefono Giallo, uno dei titoli che resterà negli annali della tv pubblica.
«Cominciò collaborando con me a Telefono Giallo. Molto presto fu chiaro che il ruolo che era stato pensato per lei era insufficiente per le sue evidenti capacità», ricorda oggi Augias. «Fu il capostruttura Lio Beghin, ideatore della formula, a pensare che potesse camminare da sola e così fu con il programma Chi l’ha visto che dopo 35 anni continua ad andare in onda con notevoli ascolti e con un campo d’intervento notevolmente esteso rispetto agli inizi». Ed è proprio a Chi l'ha visto? che il nome della Raffai si lega a doppio filo. Lo conduce prima con Paolo Guzzanti nella prima edizione dell''89, poi con Luigi Di Majo (fino al '91). Nel '90 esplode la sua popolarità e vince sia il Telegatto che l'Oscar tv come personaggio televisivo femminile dell'anno, ma lei lascia il programma per dedicarsi ad altri format salvo poi tornarci nel '93 e restarci per due anni. «Io, come Michele Santoro, soffro per l’incasellamento imposto dall’azienda. Uno cerca di fare cose nuove, tenta la via della sperimentazione, ma trova sempre ostacoli. Il sistema-Rai ti obbliga a occupare una certa casella, il palinsesto diventa una prigionia», raccontò in una delle sue rare interviste, all'epoca. Poco dopo approda su Rai1 con un talk in seconda serata e con Lasciate un messaggio dopo il bip , in seguito anche a Domenica In (chiamata da Michele Guardì che la vuole come inviata). La sua carriera però la chiude a Mediaset con Giallo 4, format di Rete 4 del 2000, che richiama le atmosfere di Telefono giallo. Poi, a sorpresa, il ritiro a vita privata - certamente in controtendenza e forse anche per una certa insofferenza ai meccanismi di una tv molto diversa da quella nella quale aveva esordito - sempre al fianco del marito Silvio Maestranzi, ex regista Rai che aveva sposato dopo una convivenza di oltre trent'anni solo un anno fa. «Il nostro è stato un grande amore, Donatella è sempre stata una donna generosa, riservata, che aveva deciso a un certo punto di allontanarsi dalla tv e di dedicarsi alla vita privata, sono state dette tante cose, si è parlato di giallo, ma è tutto molto semplice, aveva dato e avuto tanto dal pubblico, voleva stare serena e lontano dai riflettori», ha spiegato Maestranzi annunciando oggi la morte della giornalista. Se n'è andata in punta di piedi, senza clamori, così come aveva fatto lasciando più di vent'anni fa la tv. Coerente sempre, fino all'ultimo. Chapeau.