Donazioni e raccolte fondi contro il Coronavirus. Come scegliere quelle oneste
Da giorni sono decine le donazioni a cui veniamo invitati in questo periodo di emergenza Coronavirus. Donazioni a questo o quell'ospedale, donazioni a questa o quella istituzione. Raccolte di denaro che a volte hanno origini certe, altre meno. Il rischio di trovarsi davanti ad una truffa come successo in passato purtroppo è molto alto. Ma ci si può difendere facendo un po' di attenzione.
Come distinguere le campagne di crowdfunding che stanno nascendo in queste ore per questa emergenza?
«Ogni piattaforma - spiega Giulia Frangione, CEO di Italia non Profit - di crowdfunding ha le sue regole, applica le sue commissioni sulla raccolta e ha diverse policy per la gestione della donazione. In generale, il consiglio che possiamo dare è di non delegare alla piattaforma il compito di informarsi ma di essere utenti e donatori attivi e consapevoli andando a leggere chi sia il beneficiario diretto della raccolta, da chi è stata promossa, se è stata riconosciuta dall'ente ospedaliero o da chi per esso e quali saranno le modalità di rendiconto. Non esistono regole univoche se non il fatto che ognuno debba donare sentendosi a proprio agio».
Quali altri consigli dare per donare correttamente ad un ospedale?
«Il suggerimento è quello di andare sui siti istituzionali degli ospedali. In molti hanno infatti una pagina dedicata alla raccolta di donazioni e in queste ore stanno pubblicando le indicazioni su come fare per sostenerli nell'emergenza. In generale è bene affidarsi alle pagine ufficiali degli enti».
Per indirizzare gli italiani verso una donazione diretta ad un ospedale, Italia non profit assieme ad Assif e a un gruppo informale di professionisti del fundraising (Fundraising task force - Covid19), hanno ideato a titolo volontario, la pagina web "Donazioni Coronavirus"-https://italianonprofit.it/donazioni-coronavirus/ - che aggrega tutte le campagne di raccolta fondi approvate, ossia autorizzate dalle strutture ospedaliere interessate.
«Tantissime sono le campagne attivate in questi giorni per l'allarme coronavirus - appena passato allo stato di pandemia - a dimostrazione che per l'ennesima volta i donatori italiani stanno rispondendo con generosità all'emergenza. Grazie alla disponibilità pro-bono di alcuni fundraiser, abbiamo deciso di affiancare Italia non profit nel creare una lista, e non una classifica, delle raccolte fondi promosse direttamente dagli ospedali o eventualmente da soggetti terzi, che però abbiano ricevuto un incarico ufficiale dalle strutture beneficiarie stesse. Il lavoro frutto di questa partnership consente dunque di offrire non una lista omnicomprensiva, ma una maggiore garanzia di affidabilità sulle campagne indicate, fermo restando che la nostra verifica non prevede la certezza dell'utilizzo immediato delle risorse per le esigenze manifestate dalle singole campagne, poiché l'impiego effettivo dei fondi raccolti rimane sempre a discrezione del beneficiario e ciò può dipendere in larga parte anche dall'evoluzione della pandemia. In linea con la nostra mission ci impegniamo a promuovere e diffondere una cultura etica e trasparente del fundraising, anche in un momento così difficile. Lo dobbiamo a tutti i cittadini», spiega Nicola Bedogni, Presidente Assif.
«In questa fase, la scelta di prediligere campagne inerenti l'ambito sanitario è dettata dall'obiettivo di convogliare maggiori risorse in risposta alle necessità più urgenti del momento. Per massimizzare gli sforzi non occorre per forza lanciare nuove campagne, ma è possibile sostenere quelle già esistenti», continua Giulia Frangione. «In continuità con l'attività di piattaforma che svolgiamo solitamente abbiamo pensato che trovare in unico luogo alcune delle numerose campagne che si stanno aprendo per l'emergenza potesse essere utile ai cittadini, per questo ci siamo messi a disposizione dei fundraiser, il vero motore di questa operazione. Attraverso l'iniziativa non vogliamo esprimere nessun giudizio di valore o di merito sulle campagne, ma aiutare i cittadini ad orientarsi e informarsi - anche autonomamente - sulle modalità di funzionamento di ogni piattaforma di crowdfunding, o di sostegno ai singoli ospedali».
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