Sesso? Non è vero che le donne ne hanno meno voglia
L'abbiamo scritto su Panorama in edicola questa settimana.
«Per sfatare il mito, si è scomodato il quotidiano più famoso del mondo, il New York Times. Detto in modo molto sintetico, ma non semplicistico: non è vero che le donne hanno meno voglia di fare sesso rispetto agli uomini. Il tema è al centro di un articolo pubblicato a metà ottobre, che cita uno studio della rivista scientifica Archives of Sexual Behavior, secondo il quale la variabilità del desiderio è pressoché sovrapponibile per lui e per lei e muta in base a fattori come l'umore, il livello di stanchezza, l'intensità del legame con il partner. E allora, come si spiega il luogo comune dell'insaziabilità maschile? Viene associato a un'altra abitudine, quella della masturbazione, che in effetti - lo rileva l'articolo - è più assidua negli uomini. Ma quando si tratta di passare dall'immaginazione alla pratica, la differenza tra i sessi scompare».
C'è una netta distinzione tra l'"insaziabilità" maschile e quella femminile. Innanzitutto, quella maschile, sembra all'apparenza più libera. Dogmi e spesso paura del giudizio altrui, rendono le donne più caute nell'evidenziare le proprie voglie e propri bisogni. Questo però non significa che, le stesse, si lascino sfuggire l'occasione o dicano di no al sesso. Tutt'altro. Studi provano che, mediamente, le donne hanno più partner rispetto agli uomini. I dati raccolti smentiscono tanti luoghi comuni: la maggior parte delle donne pensa al sesso, ha fantasie sessuali, spesso le realizza, senza porsi il problema di essere donna. Sfatato anche il mito per cui le donne sarebbero più monogame degli uomini. Come sottolineato in precedenza, in media una donna ha più partner di un uomo. E proprio questo numero crea una differenza sostanziale: la monogamia esiste, certo, ma non è un'esclusiva femminile. Secondo l'analisi effettuata dalla rivista sopracitata, poi, se il 70% degli uomini non riesce a dire di no alla classica sveltina, la stessa cosa succede per le donne. Con la stessa identica percentuale. E spesso, la totalità di questo 70% intrattiene rapporti che sono occasionali.
Per rispondere a tre delle domande più frequenti sull'argomento, abbiamo chiesto aiuto a Gabriella Scaduto, psicologa psicoterapeuta practitioner EMDR.
Dottoressa, è reale il fenomeno dell'insaziabilità sessuale maschile? Esiste anche quella femminile?
Al desiderio sessuale concorrono non solo processi biologici e neuroendocrini, ma anche fattori motivazionali, affettivi e cognitivi. Rispetto al desiderio femminile, questo ha a che fare con le dinamiche relazionali, il rapporto, il momento e gli stati d’animo, ed è fisiologicamente discontinuo. Nell’uomo invece si presenta relativamente costante e continuo con un declino dall’adolescenza fino alla tarda maturità. Bisogna fare una distinzione importante tra la sessualità con un elevato desiderio sessuale e con alta frequenza di rapporti, che non deve essere patologizzata se questa non provoca sofferenza, rispetto ad esempio alla satiriasi, una forma di ipersessualità nell’uomo, dove possiamo osservare un’accentuazione morbosa degli impulsi sessuali, e si manifesta con un desiderio insaziabile e sfrenato di avere rapporti sessuali, dove il rapporto serve a placare l’ansia o altre emozioni negative, per l’equivalente femminile invece parliamo di ninfomania. Le attuali ricerche mostrano una prevalenza rispetto al sesso maschile e sembra avere espressioni almeno in parte diverse negli uomini e nelle donne anche se risulta ancora un territorio da esplorare. Il Disturbo del comportamento sessuale compulsivo è caratterizzato da un modello persistente di incapacità a controllare impulsi sessuali intensi e ripetitivi o impulsi che portano a comportamenti sessuali ripetitivi. L’attività sessuale diviene il fulcro della vita della persona, al punto da trascurare la salute e la cura personale o altri interessi, attività e responsabilità, causando una significativa compromissione della vita familiare, sociale, e lavorativa. Il comportamento sessuale diviene parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che la persona non è più in grado di controllare.
Insaziabilità sessuale è un mito. Ma a livello scientifico come viene giustificata?
Rispetto alle cause, ancora oggi bisogna indagare, ma vi sono vi sono varie ipotesi che avvalorano cause multifattoriali, come vissuti di situazioni traumatiche precoci, stile dell’attaccamento insicuro, così’ come alterazioni fisiologiche e ormonali.
Covid, lockdown, ma anche le nuove generazioni: come è cambiato l'approccio sessuale negli ultimi anni?
I risultati di uno studio condotto da un consorzio di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, dell’Università di Genova e dell’Università di Pavia, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Epidemiology, hanno riportato un calo dell’attività sessuale durante il lockdown, nonché l’aumento dell’uso della rete come supporto per le relazioni, sia per gli adulti che per i ragazzi. Sicuramente vi è stata una sovraesposizione a stimoli sessuali disponibili online, come ad esempio l’aumento del consumo di pornografia, anche tra i più giovani, rimandando ad un tipo di sessualità stereotipata non aderente alla vita reale. A ciò va anche sommato l’aumento del disagio psicologico tra gli adolescenti che sicuramente ha influito sulla sessualità.
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