Televisione
January 07 2014
I britannici sono già aggiornati sulle vicende di fine età edoardiana della famiglia aristocratica Crawley, guidata dalla Contessa di Grantham interpretata dalla magnifica Maggie Smith. Gli statunitensi hanno però dovuto attendere il 5 gennaio per l'avvio della quarta stagione di Downton Abbey, che nonostante i toni luttuosi è stato accolto con numeri da record.
Sono state 10,2 milioni le persone incollate al canale Pbs che, come nelle stagioni precedenti, trasmette quanto già andato in onda nel Regno Unito (un rialzo del 22% rispetto ai 7,3 milioni dell'anno scorso dopo la premiere della terza serie). Si tratta della migliore performance per la tv pubblica relativa al debutto sul piccolo schermo di uno sceneggiato drammatico. Peccato che in Italia Downton Abbey sia stato un mezzo flop. La serie, in onda su Retequattro, aveva debuttato con un milione di spettatori che però sono scesi a quota 861 mila.
"Nonostante diversi stratagemmi leggermente femministi e pro-lavoro, lo show sostiene non così implicitamente che, sebbene le circostante evolvano, i solidi valori famigliari resistono. Soprattutto se hai vecchi servitori che gentilmente ti guardano la schiena", scrive Sasha Weiss sul New Yorker. "La serie è sofisticata, il conservatorismo compiaciuto dello show è stato sottolineato già molte volte. Ma questo non mi fermerà dal fare tifo per Mary".
Proprio quando gli spettatori si erano ripresi della morte post-parto di Lady Sybil (Jessica Brown-Findlay) - e qui interrompa la lettura chi non voglia anticipazioni -, Lady Mary (Michelle Dockery), sei mesi dopo, piange ancora la scomparsa del marito Matthew (Dan Stevens), morto in un incidente d'auto nel giorno della nascita del loro primo figlio George, per cui la donna fatica a provare attaccamento. Un clima lugubre fluttua nella tenuta dello Yorkshire. Il signor Molesley si trova senza lavoro in una società che inizia a non aver più bisogno di un valletto...
"Solo Lady Mary sembra incapace di lasciar andare Matthew", scrive Dave Itzkoff sul New York Times. "Se questo è comprensibile per il pubblico, lo è meno per i Crawley, che temono che ella si allontani da loro e dal suo bambino, George, che ora ha più diritti di sua madre su Downton". La tagliente Contessa Dowager, il maggiordomo Carson (Jim Carter) e il cognato Tom Branson (Allen Leech) spronano Lady Mary a reagire e a riaprirsi alla vita. "In questa puntata Fellowes sembrava ansioso di allontanarsi dal lutto e tornare agli ingranaggi di cui ha fatto sinonimo la serie: la mescolanza di classi sociali, i cenni infausti all'imminente Storia del XX secolo e lo sviluppo della trama ad opera di un deus-ex-machina di tanto in tanto improbabile", dice ancora il New York Times. Per chiudere: "Pur provando ad abbracciare la vita, Fellowes nel suo script non ha potuto evitare un certo gusto del macabro, persistente e strisciante".
Julian Fellowes, attore caratterista e sceneggiatore, è il fortunato scrittore della serie, già Premio Oscar alla migliore sceneggiatura originale per il film Gosford Park.
Il Los Angeles Times rassicura gli spettatori: "Non lasciate che quei cupi nuovi titoli di testa ingannino: Downton Abbey è tornato e, nonostante una patina di tristezza aleggiante sopra la tenuta, non è cambiato granché. C'è così tanto di famigliare nella prima puntata della nuova stagione", scrive Meredith Blake. "Questo non vuol dire che non ci manchi il nostro milionario accidentale preferito, ma solo che per quanto le cose cambino restano in fondo le stesse, in maniera esasperante anche se piacevole". Con un augurio: "Certo, se da una parte c'è una sensazione rassicurante nella famigliarità, soprattutto quando si tratta di Downton Abbey, speriamo che nel proseguo della stagione Fellowes trovi un modo per scuotere le cose piuttosto che limitarsi a riscaldare gli avanzi".
In Italia i fan di Dowton Abbey sono ancora alla terza stagione, trasmessa su Rete 4. Fellowes ha intanto annunciato una quinta stagione, che potrebbe essere l'ultima.
(ARTICOLO AGGIORNATO IL 9 GENNAIO 2014)