Politica
October 08 2020
Il nuovo Dpcm ottobre, diffuso in serata dopo il consiglio dei Ministri sancisce, in primo luogo, la proroga dello Stato d'emergenza per lo meno fino al 31 gennaio 2021 e determina l'entrata in vigore di una nuova e generale stretta su mascherine, tamponi, controlli e aggregazione sociale, rapporti di potere con le Regioni.
L'idea è quella di ripercorrere a ritroso la strada fatta in occasione del primo lockdown. In questo senso ai governatori viene tolta la possibilità di emettere ordinanze meno restrittive rispetto a quelle dello Stato centrale e tutto passa nelle mani dell'esecutivo. Proprio questo punto genera malcontento da parte delle regioni che, dallo scorso 18 maggio, avevano riacquistato la possibilità di muoversi liberamente nella propria amministrazione tanto è vero che in alcune Regioni come ad esempio il Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto è già in vigore. Palazzo Chigi, però, vorrebbe evitare che le Regioni si muovano in ordine sparso e vorrebbe regolarizzare il contenimento del contagio che, nelle ultime due settimane, è tornato a salire con una curva che arriva ai livelli della seconda settima di aprile quando si era in pieno lockdown.
Torna l'obbligo d'indossare la mascherina al chiuso (sono previste multa da 400 a 3000 euro per chi non la indossa) ma anche all'aperto (a meno che non si sia in compagnia di congiunti o in una situazione di isolamento); mascherina obbligatoria in uffici, negozi, locali. La mascherina va messa anche quando si sta con gli amici e bisogna portarla con se anche se si svolge ad esempio attività sportiva o lavorativa all'aperto (anche se si può in questi casi non indossarla). Insomma bisogna sempre averla con se.
Le altre misure dovrebbero riguardare la limitazione degli assembramenti e per questo la capienza di autobus, metropolitane e treni che dovrebbe essere abbassata all'80%; gli ingressi nei negozi potrebbero tornare a essere contingentati con rispetto delle distanze di sicurezza e l'obbligo di disinfettarsi le mani prima di entrare. Anche i posti a sedere in bar e ristoranti e l'accesso alle terrazze potrebbe venir ridotto. Escluso invece come ha comunicato il premier la riduzione agli orari di apertura di bar e ristoranti con l'obbligo di coprifuoco alle 22. Per strada tornerebbe l'esercito al fine di evitare assembramenti e controllare la movida. Confermata la chiusura di locali e piste da ballo.
Novità anche per il campionato di serie A che già ora procede a singhiozzo. Non più di 1000 persone allo stadio e negli impianti sportivi con distanziamento di almeno un metro l'uno dall'altro. In cinema teatri e palazzetti non potranno entrare più di 200 persone e lo stesso numero sarà il limite massimo per feste ed eventi come battesimi e matrimoni. Al fine di evitare assembramenti, invece, il tetto per le feste in casa potrebbe essere posto a 6 o 10 persone massimo.
Sembra certo l'obbligo di tamponi per chi arriva in Italia da paesi ad alto rischio come Spagna Regno Unito, il Belgio, l'Olanda, Repubblica Ceca, Croazia, Malta. È vietato entrare in Italia per chi vive in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Kosovo, Montenegro, Serbia e Colombia.
Nel caso, poi, la curva dei contagi dovesse continuare a salire i primi a chiudere sarebbero gli ultimi che hanno aperto ovvero le palestre, i cinema e i teatri. Poi sarebbe la volta di parrucchieri e centri estetici seguiti da bar e ristoranti. Per ultimi i negozi e le attività produttive con il ritorno allo smart working obbligatorio per tutti ove possibile. A differenza della prima ondata i cui focolai maggiori si sono registrati tra Lombardia e Veneto ora a preoccupare è soprattutto l'aumento dei contagi al Centro e al Sud. Al momento, le Regioni con il maggior numero di ricoverati in ospedale sono il Lazio (737) e la Campania (450) e il timore è che ad incidere nell'aumento dei casi sia stata la riapertura delle scuole. Per questo, prima della firma di qualsiasi provvedimento la ministra Azzolina incontrerà l'Iss per fare un primo punto della situazione nel rapporto tra il numero dei focolai e la loro localizzazione e l'apertura delle scuole.