Politica
December 03 2020
Italia chiusa per Covid. E' questo l'orientamento dell'esecutivo con il Dpcm Natale che propone un'ulteriore stretta delle misure di contenimento della pandemia da Coronavirus nel periodo delle Feste natalizie al fine di evitare una nuova impennata della curva dei contagi come avvenne a Ferragosto ed una terza ondata che non sarebbe sostenibile.
La linea, quindi, è quella di blindare la penisola dal 21 dicembre al 10 gennaio vietando ogni spostamento tra Regione e Regione, ma anche tra comune e comune, chiudendo ristoranti e locali e imponendo la quarantena al ritorno dall'estero a chi voglia trascorrere le vacanze lontano dall'Italia.
Non solo. Il Governo ha deciso di chiudere hotel, alberghi e resort sulla neve per evitare gli spostamenti verso le località turistiche nel periodo natalizio.
Parola d'ordine, dunque, è rigore. Verrà così respinta la proposta avanzata dalle regioni alpine (Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Bolzano e Trento) di aprire gli impianti di risalita e le piste da sci per gli ospiti degli alberghi e per i proprietari di seconde case perché dal 20 dicembre sarà vietato muoversi tra le diverse Regioni. L'esecutivo ha promesso ulteriore sostegno economico alle categorie più colpite da questo nuovo giro di vite, ma la preoccupazione per gli addetti al terziario cresce di giorno in giorno.
Secondo Palazzo Chigi, però, al momento la priorità è quella di contenere l'epidemia e quindi, nella stessa direzione va la scelta di chiudere i ristoranti il 25 e il 26 dicembre per la cena ma di permettere aperture solo per il pranzo.
I negozi e i centri commerciali resteranno aperti fino alle 21 e nei fine settimana per evitare resse e assembramenti e favorire lo shopping natalizio.
Si va nella direzione del semaforo verde anche per la celebrazione delle funzioni religiose e delle Messe natalizie che dovrebbero essere consentite fino alle 22. La Cei sta valutando l'idea di scegliere come orario per la vegli natalizia le ore 20.
Uno dei temi forti su cui si discute è quello relativo ai pranzi e ai cenoni. Posto che resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 6 di mattina anche per la notte della vigilia di Natale e per San Silvestro, il Governo ha definito la linea da adottare in tema di feste e veglioni. Di sicuro entrerà in vigore il divieto di organizzare feste al chiuso e all'aperto con la possibilità di chiudere piazze e luoghi di aggregazione, ma in fatto di cene private è più difficile controllare ogni singola casa.
Per questo al momento si studia la possibilità di consigliare agli italiani di celebrare il Natale solo con i conviventi senza radunare famiglia e parenti. Uniche eccezioni potrebbero essere concesse agli anziani soli o ai partner non conviventi. Saranno permessi i pranzi e le cene tra familiari residenti nello stesso comune con un tetto massimo di 10 partecipanti.
Saranno permessi gli spostamenti nelle seconde case purché esse si trovino nella stessa regione, mentre chi vuole prendere l'aereo può farlo, ma al ritorno avrà l'obbligo delle due settimane di quarantena domestica.
Oltre alla chiusura di hotel e piste da sci sulla neve si mantiene in vigore la serrata dei teatri, dei cinema e degli eventi culturali. Anche i licei restano chiusi fino al 7 gennaio.