Politica
June 29 2022
La politica italiana sta portando a termine con estrema difficoltà una delle legislature più complicate della sua storia, aggravata da uno stato di debolezza e pochezza dei nostri partiti e dei suoi leader senza precedenti.
I ballottaggi di domenica scorsa ad esempio ci hanno mostrato un centrodestra sempre più debole e soprattutto diviso al suo interno (e da quanto visto in questi 4 giorni post voto non sembra che la situazione sia destinata a migliorare, anzi…); canta invece vittoria il Pd che non fa niente di niente (soprattutto niente di sinistra) se non appoggiare il Governo Draghi, dando già oggi la sua disponibilità a farlo anche del 2023.
Ma nulla di tutto questo è solo lontanamente paragonabile a quanto sta succedendo nel Movimento 5 Stelle dove siamo ben oltre la scissione, o l’auto distruzione. Sembra di essere ormai alle soglie del buco nero che tutto cancella e tutto fa sparire.
Basti pensare alle ultime 24 ore. La cronaca:
Il leader unico (ed ultimo), Beppe Grillo scende a Roma. C’è da riparare la nave che affonda dopo la scissione di Di Maio e da fare i conti interni dopo i risultati pessimi delle amministrative. Il comico ligure chiarisce subito le cose «fedeltà al Governo Draghi!» (e allora qualcuno deve spiegarci la scissione con Di Maio in cosa consista, ma andiamo oltre).
La bomba, l’ennesima, scoppia stamane. In un’intervista sul Fatto Quotidiano (di sicuro diciamo così, il quotidiano più vicino ed informato su quanto succede nel mondo grillino) il sociologo Domenico De Masi afferma: «Grillo mi ha raccontato che Draghi gli ha chiesto di rimuovere Giuseppe Conte dal M5S perché inadeguato». Inoltre Grillo avrebbe anche confessato che Draghi finora gli avrebbe dato "tutto quello che gli ho chiesto sul piano politico da quando siamo al Governo", queste le parole del garante dei 5 Stelle riportate da De Masi. "Io e il premier ci capiamo siamo due nonni…”. Apriti cielo.
Grillo smentisce i colloqui con il premier e attacca la stampa: «Draghi chiede di rimuovere Conte? Voi coprite la verità con le vostre storielle…».
Peccato che poco dopo sia smentito dell’avvocato del popolo che ai giornalisti in attesa spiega: «Grillo mi aveva riferito di queste telefonate, vorrei chiarire che siamo una comunità, lavoriamo insieme». Poi l'attacco diretto a Draghi: «Trovo sinceramente grave che un premier tecnico che ha avuto da noi investitura si intrometta nella vita di forze politiche che lo sostengono per altro».
Questa la cronaca. C’è poi l’analisi che è talmente semplice da non lasciare dubbio alcuno. Il M5S è a dir poco senza controllo; un partito dove il Capo Politico smentisce il Padrone. E sullo sfondo pare chiara ormai la guerra interna tra i due, l’ex premier ed il fondatore che a tutti i costi si contendono il ruolo di guida. Con alcuni big che si schierano a favore di uno o dell’altro.
Questo mentre i sondaggi danno i grillini all’11% ed in caso di nascita del partito di Di Maio (dato al 4,7%) in ulteriore calo al 7% e senza una linea chiara: c’è chi è a favore della sopravvivenza e della fedeltà a Draghi e c’è, come Di battista, chi spera in un ritorno all’opposizione dura e pura, ai «Vaffa» del 2015. Mentre nelle chat interne girano messaggi di questo tipo: «Vedo solo un immenso casino…», «Non ho idea di quale sia la situazione, di come sia realmente e non sono il solo… Pensa cosa vuol dire per me che sono al secondo mandato. Servirebbe una clausola di salvezza, per chi ha meriti oggettivi…».
Ps. Un’ultima notazione per l’ex doppio Presidente del Consiglio. Non se la prenda per l’aggettivo con cui sarebbe stato definito da Draghi. Per noi italiani non c’è nulla di nuovo. L’avevamo capito da soli. E forse lo avevano capito anche al Quirinale…