Due anni di governo Meloni: fra obiettivi raggiunti e sfide per il futuro

Il 22 ottobre 2022 il governo guidato da Giorgia Meloni ha prestato giuramento di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’esecutivo, il primo nella storia italiana ad essere guidato da una donna, compie oggi due anni, distinguendosi come uno dei governi più stabili della storia repubblicana (attualmente al settimo posto per longevità).

Sono stati due anni molto turbolenti per il Paese e per il mondo, sconvolti dal conflitto ucraino e da quello mediorientale, con conseguente shock energetico, alta inflazione e pericolo di recessione economica. Dati alla mano, l’Italia ha saputo navigare bene in questo mare di difficoltà, segnalandosi come uno dei Paesi europei più virtuosi.

L’Istat ha certificato che in questi due anni sono stati creati 834mila posti di lavoro, raggiungendo così un tasso di occupazione del 62,3%, ai massimi storici. La disoccupazione, invece, si attesta al 6,2%, ai minimi da settembre 2007, mentre quella giovanile è al 18,3%, il più basso di sempre. Fra le misure adottate si segnala l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, sostituito dall’Assegno di Inclusione e dal Supporto per la Formazione e il Lavoro, con conseguente risparmio di denaro pubblico.

Gli sconquassi geopolitici non hanno causato la tanto temuta recessione, con il Pil italiano che ha registrato segno positivo sia nel 2023 che nel 2024, in linea con la media dei Paesi Ue. L’Istat e la Borsa Italiana certificano inoltre la riduzione dello Spread di 100 punti base rispetto a ottobre 2022, nonché l’ottima prestazione dell’indice Ftse Mib di Milano, il migliore in Europa nel 2023.

Il nostro Paese si è confermato in questi due anni come uno dei migliori al mondo sia per l’export che per bilancia commerciale. Le gravi difficoltà che hanno avuto Francia e Germania nel 2023 hanno coinvolto in misura inferiore il Belpaese, che l’anno scorso ha registrato un saldo commerciale positivo per 34 miliardi di euro. L’Italia nel mondo non è solo export, quest’anno infatti la presidenza del G7 è toccata proprio al nostro Paese, vertice che per la prima volta ha visto la partecipazione del Santo Padre. Fra i temi trattati le iniziative per l’Africa e la gestione dell’Ia, due dossier cruciali per il nostro Paese. Sempre in politica estera si segnala il concepimento del Piano Mattei per l’Africa, il primo vero progetto strategico di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento pensato dal governo per rafforzare e rinnovare i legami con il continente nero.

Un’altra grande sfida intrapresa dal governo Meloni è il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione delle aliquote Irpef. Con la Legge di bilancio 2025 queste due iniziative vogliono essere portate al rango di misure strutturali, determinando dunque una riduzione delle imposte per i redditi da lavoro dipendente sotto i 40mila euro. Secondo le previsioni il risparmio mensile dovrebbe attestarsi attorno ai 100 euro. Sul fronte del PNRR, la Commissione Europea e il Ministero per gli Affari Europei hanno certificato il primo posto italiano per quanto concerne gli obiettivi raggiunti e i soldi ricevuti (113,5 miliardi), ad oggi, l’85% delle misure previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza sono state avviate.

Il tema dell’immigrazione ha rappresentato sin dalla campagna elettorale uno dei cavalli di battaglia dell’attuale governo. Se il 2023 si è rivelato annus horribilis, con 141.578 sbarchi fra il 1° gennaio e il 22 ottobre di quell’anno, nel 2024 i dati sono in netto calo, considerando le stesse date gli sbarchi sono stati 55.036. Proprio il nodo legato all’immigrazione clandestina coinvolge un altro grande problema irrisolto: la politicizzazione della magistratura. Come ha dimostrato il recente braccio di ferro relativo alla permanenza degli immigrati nei nuovi centri per il riconoscimento e per il rimpatrio in Albania, la strada del governo è in questo caso irta di ostacoli.

I primi due anni del governo Meloni, nonostante le innegabili difficoltà legate soprattutto alla situazione internazionale, sono stati caratterizzati da grande stabilità interna fra i partiti al potere (cosa per nulla scontata in Italia). Molto però resta ancora da fare, il rilancio della crescita economica (che seppur positiva e in linea con la media Ue, non supera l’1%), il mantenimento degli ottimi livelli occupazionali, la protezione del tessuto produttivo e industriale, la messa in sicurezza dei conti e delle frontiere dello Stato rimangono priorità inderogabili.

YOU MAY ALSO LIKE