Smartphone e tablet
February 14 2020
Neppure un anno, al massimo otto o nove mesi, e la batteria dello smartphone comincia a scaricarsi troppo velocemente, quasi non arriva a fine giornata. E siccome il telefonino ormai serve per lavorare, pagare la spesa e fare molte altre cose, si ricorre a cambi frequenti dell'accumulatore, magari cercando di risparmiare dal negozio cinese sotto casa, oppure si acquista una batteria esterna.
Ci sono però dei comportamenti utili a preservare la durata della batteria che possono triplicarne la vita operativa, anche se difficilmente oltre i due o tre anni.
Il principale è quello di spegnere i servizi e le funzioni che non servono, abbassando notevolmente l'assorbimento di energia da parte dei circuiti interni. A parte funzionalità come la torcia, un vero energy-killer, lo scambio dati, il ricevitore Gps che siamo con il navigatore, i sistemi WiFi e Bluetooh ed anche il router interno, consumano energia anche se state usando altre funzioni. E si stenta a credere che in realtà la funzione telefono, specialmente in città dove la copertura radio è capillare, incida marginalmente su altre, come l'illuminazione dello schermo, per esempio.
Al contrario, più operazioni simultanee aumentano il consumo, come elaborare un video o giocare ai videogame mentre navighiamo, perché il processore interno dovrà impiegare tutte le sue doti di elaborazione, la scheda grafica sarà impegnata, la parte Wifi anche, eccetera.
Dunque un comportamento virtuoso, come spegnere i dati e il Gps se siamo al chiuso e magari agganciati al Wifi, già allunga la vita della batteria del 30% in più.
Molto si può fare anche appoggiando il telefono in luoghi freschi (ma mai freddi), poiché gli sbalzi di temperatura incidono direttamente sulle condizioni dell'accumulatore di energia. Per esempio, usando più funzioni contemporaneamente, quindi chiedendo alla batteria un buon quantitativo di energia in scarica, se lo smartphone fosse a contatto con una zona calda la situazione sarebbe peggiorativa, aumentando la dispersione di energia e rischiando anche, se la temperatura fosse troppo elevata, di gonfiare la batteria stessa per via della produzione interna di gas. E ciò è anche pericoloso.
Mai lasciare quindi il telefono alla luce solare diretta, specialmente in estate, oppure nell'auto parcheggiata all'aperto sotto il sole, magari con gli interni che sono anche neri.
Anche applicando quindi alcuni accorgimenti durante la ricarica si può migliorare la prestazione rallentando il fisiologico invecchiamento della batteria: la quasi totalità degli smartphone oggi utilizza batterie agli ioni di litio. Queste hanno il vantaggio di essere piccole e leggere, di possedere un'ottima densità energetica e di subire gli effetti dell'autoscarica in una percentuale che non supera il 3% al mese in caso di non utilizzo. Lo svantaggio è che il litio trattato è infiammabile e latentemente instabile, il che implica una durata massima della batteria a prescindere dall'uso. Dunque se al momento di acquistare un nuovo telefonino acquistiamo anche una batteria di ricambio commettiamo un errore, in quanto questa invecchierà insieme a quella installata anche se chiusa in un cassetto. Ciò deve essere considerato soprattutto quando nei negozi vediamo pubblicizzate batterie a costo molto ribassato.
Dunque per trattare bene gli accumulatori bisogna usarli sempre ma usarli con correnti di carica adeguate, quindi mai cambiare caricabatterie con quelli non originali (o controlalre che abbiao gli stessi parametri), e richiedere loro meno corrente possibile in fase di scarica. Purtroppo la tecnologia agli ioni di litio ha due limiti fisici. Primo: l'interno ossida progressivamente col tempo, quindi quando non usata si conserva al meglio se la carica è attorno a poco meno della metà (35-45%). Secondo: ha una resistenza interna molto bassa, quindi se ricaricata da un presa come l'accendisigari dell'auto, che può fornire molta più corrente rispetto al caricabatterie originale (fino a 2,1 Ah contro 0,15-0,3Ah), essa tenderà a "fare indigestione" di corrente ricaricandosi molto rapidamente ma rovinandosi in fretta. E peggio sarà quanto più scarica era al momento della messa in ricarica, poiché le batterie al litio non devono mai arrivare a scaricarsi completamente.
Se siete in grado di estrarre la batteria dal telefonino, dopo sei-sette mesi di utilizzo potete pulire con un batuffolo di cotone ma senza alcun liquido i contatti della batteria e quelli corrispondenti sul cellulare, eliminando il velo di ossido e anodizzazione che rallentano il trasferimento di energia. Si consideri che una singola cella al litio ha un voltaggio di 3,9 Volt, e se viene ricaricata con la tensione esatta e una modesta quantità di corrente, pari a un decimo circa della capacità totale, può arrivare a compiere qualche migliaio di cicli di scarica. Un dato interesante al momento dell'acquisto dello smartphone è proprio la tensione della batteria usata. Più è alto, meno tempo potrà durare la batteria se usata intensamente. Un esempio è stato fatto da chi scrive con due smartphone: un Samsung A5 (batteria da 4,2V e 2000mAh), contro un Huawei P30 (3,85 Volt, 3650 mAh). Al di la dei telefonini, certamente la seconda ha caratteristiche progettuali e prestazioni decisamente superiori.