Tecnologia
April 02 2017
Smartphone, tablet, fotocamere, Tv, impianti stereo, aspirapolveri, e molto altro ancora: in questi anni ho recensito di tutto; mai, però - prima di oggi - mi ero cimentato con un phon. Il motivo? Abbastanza semplice da intuire (e no, non c'entra il fatto che i miei capelli - peraltro corti - li ho sempre lasciati asciugare all’aria aperta): per quanto utile, per alcuni persino indispensabile, l’asciugacapelli incarna quel genere di apparecchio sempre uguale a se stesso, una pistola spara-aria più o meno ingombrante, più o meno potente, più o meno rumorosa, incapace comunque di evolvere. E, quindi, di regalare emozioni.
Dyson Supersonic: tutto quello che c'è da sapere sull'asciugacapelli più tecnologico del mondo
Ci voleva Dyson, insomma, per cambiare le regole del gioco. Per (provare a) dare una dimensione diversa a un oggetto - diciamolo pure - un po’ triste e noioso. Del resto basta solo guardarlo, questo Supersonic, per capire che qui non si parla della solita aria calda. E nemmeno fritta. Ché finora non si era mai visto un asciugacapelli così bello, seppure - e qui veniamo alle note dolenti - paurosamente costoso: 399 euro (sì, trecentonovantanove) sono roba da far rizzare i capelli, anche se bagnati, se non fosse che Dyson ci ha già abituato in passato a questo genere di proposte indecenti. Alzi la mano chi, solo qualche anno fa, avrebbe scommesso un cent sulla possibilità di vedere degli aspirapolvere esposti in casa come fossero Swarovski.
Ecco, il concetto qui è più o meno lo stesso. Dyson vuole convincere il pubblico femminile (dubito che gli uomini possano perdere la testa per un oggetto del genere, ma ad ogni buon conto evito di metterci la mano sul fuoco) a sborsare una somma più o meno equivalente a quella di un volo Milano-New York per avere fra le mani un oggetto piuttosto unico nel suo genere, per certi versi aspirazionale. Non sarebbe la prima volta, del resto, che un prodotto hi-tech viene acquistato (e magari venerato) nonostante un prezzo esagerato rispetto al valore reale.
Il prezzo vale la candela?
Ok. Ma a parte la parte la bellezza (indiscutibile), cos’ha di speciale questo asciugacapelli per giustificare un prezzo così spropositato? Per prima cosa i materiali. Al posto della solita plasticaccia da quattro soldi c’è un mix di metallo e polimeri di ottima fattura. Basta buttare l’occhio ai diffusori con aggancio magnetico o ai piccoli tasti digitali per l’accensione e la regolazione della potenza e della temperatura per capire che qui si punta a gratificare i sensi. A 360 gradi.
C’è poi un discorso di ingombri, ma sarebbe più opportuno dire di bilanciamento. Il Supersonic è piccolo e tutto sommato abbastanza leggero (440 grammi), ma è soprattutto maneggevole. Il posizionamento del motore, che è stato montato sul manico, ti permette di tenere il phon a una mano in modo piuttosto agevole. Con meno di 10 centimetri di passo (qualcosa di più con i suddetti diffusori ad attacco magnetico) sei sempre a una distanza di sicurezza dai capelli.
Un altro aspetto da considerare è quello relativo alla silenziosità. Grazie a una ventola assiale, collocata anch'essa nel motore, Dyson è riuscita a limitare il frastuono provocato dai turbini e dai vortici d'aria a un massimo di 80 decibel. Non ti permetterà di guardare la tua serie Tv preferita mentre asciughi i capelli, ma le orecchie, comunque, ti ringrazieranno.
Tutto fila liscio
D’accordo. Ma in buona sostanza come vengono i capelli trattati col Supersonic? Asciutti, e su questo non ci piove, e in tempi tutto sommato contenuti: un piccolo test (non cronometrato) su una lunga chioma femminile (quella di mia figlia), mi fa dire che si può arrivare a risparmiare il 25% di tempo.
James Dyson, ho riscoperto l'aria calda
Verrebbe da pensare alla proverbiale potenza Dyson (la società, in fase di presentazione, ha parlato di un getto d’aria tre volte più potente rispetto ai normali asciugacapelli), ma a mio modesto avviso qui pare più un discorso di efficacia: il flusso sparato dal Dyson sembra arrivare prima e meglio sui capelli, rendendoli peraltro più lisci e meno elettrici. Il contributo delle tecnologie per il controllo della temperatura e della staticità, insomma, non è la classica trovata di marketing, ma qualcosa di reale, concreto.
Conclusioni
In pochi avranno il coraggio (e il conto in banca) per spendere 400 euro per un phon. Chi lo farà, comunque, non rimarrà deluso. Il nuovo Supersonic è quel genere di apparecchio che sa farsi apprezzare non solo per quello che fa (in fin dei conti si tratta pur sempre di buttar fuori aria calda), quanto piuttosto per come lo fa.
Te ne rendi conto quando - dopo aver passato un po' di tempo in compagnia del Supersonic - torni ad armeggiare sul tuo vecchio asciugacapelli: sembra di rimettersi al volante di un’utilitaria dopo aver viaggiato per mesi a bordo di una berlina di lusso. Quel tornare alla normalità che ti fa d'un tratto desiderare ciò che fino a ieri avevi sempre catalogato alla voce "capricci".
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