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January 19 2018
Nate per aiutare i fumatori a dire addio al tabacco, le sigarette elettroniche sono state poi accusate di ottenere in alcune categorie di persone (giovani e giovanissimi) l'effetto diametralmente opposto, ovvero indurli a fumare. Il vero interrogativo che attendeva risposta però, essendo prodotti relativamente nuovi, è se il loro uso avesse di per sé un impatto negativo sulla salute. Ora uno studio pubblicato sulla rivista Regulatory Toxicology and Pharmacology risponde di no. I risultati però vanno presi con le pinze perché il lavoro è stata condotta da ricercatori che lavorano per un'azienda produttrice di sigarette elettroniche.
Gli autori hanno preso in esame 209 volontari che hanno usato sigarette elettroniche per 24 mesi con un monitoraggio costante di eventuali eventi avversi, della funzione polmonare e cardiaca e dell'esposizione alla nicotina e altri prodotti derivati dal tabacco. Già perché va ricordato che i liquidi che alimentano questi apparecchi possono contenere nicotina e in molti casi la contengono.
"Questo studio dimostra che, dopo due anni di uso continuativo della sigaretta elettronica, non c'erano segni di serie implicazioni sulla salute dei fumatori", ha spiegato Tanvir Walele, direttore scientifico della Fontem Ventures, proprietaria del marchio di E-Cig Blu e autore principale dello studio. "I dati clinici su un periodo di due anni ci forniscono un quadro molto più chiaro sullo svapo a lungo termine e sulle potenziali implicazioni per la salute dei fumatori, in modo che possano prendere una decisione informata", dichiara Walele.
Durante lo studio, non sono stati registrati gravi problemi di sicurezza per la salute dei partecipanti, inoltre l'uso delle sigarette elettroniche è stato associato a una riduzione dei sintomi di astinenza da nicotina, a una ridotta esposizione ai costituenti del fumo di sigaretta e non è stato registrato negli svapatori alcun aumento del peso corporeo.
Gli eventi avversi più frequentemente riscontrati sono stati mal di testa (riportato dal 28,7% dei partecipanti), nasofaringite (28,7%), mal di gola (19,6%) e tosse (16,7%), tutti sintomi che però sono andati scomparendo col tempo. Lievi diminuzioni della funzionalità polmonare non sono state considerate clinicamente rilevanti. A partire dal secondo mese i sintomi di astinenza da nicotina sono diminuiti. Il desiderio di fumare e il consumo di sigarette tradizionali sono diminuiti costantemente nel tempo in tutti i soggetti.
Gli autori concludono che il vapore di questi apparecchi è stato ben tollerato e non associato a nessun problema di salute clinicamente rilevante dopo l'uso per un massimo di 24 mesi. La vera domanda che i risultati lasciano nel lettore, oltre a quanto siano affidabili queste conclusioni dal momento che chi le ha tratte ha l'interesse a dire che "va tutto bene", è perché un prodotto pensato per aiutare le persone a smettere di fumare debba continuare a essere usato per anni. Se davvero il ruolo delle E-Cig fosse quello di aiutare i fumatori a dire addio a una dipendenza, sarebbe auspicabile che non ne inducessero una nuova.
Una revisione Cochrane1 recentemente aggiornata, pur riconoscendo il piccolo numero di studi clinici pubblicati attualmente disponibili, ha raggiunto una conclusione simile a questo studio: le sigarette elettroniche con nicotina possono aiutare i fumatori a ridurre o sostituire il fumo senza rischi per la salute associati a un uso a medio termine (fino a due anni). Ma anche questo lavoro, che raccoglie i dati di 2 studi con 662 partecipanti, non risponde alla domanda: chi aiuterà poi queste persone a smettere di svapare? Il fatto che dopo due anni non si notino rilevanti effetti avversi sulla salute, giustifica l'uso continuato di questi prodotti per anni?
Par di capire che le sigarette elettroniche siano pensate e utilizzate non tanto come rimedio per smettere di fumare, come i cerotti o le gomme alla nicotina, ma più come sostituti della sigaretta a tempo indefinito. Non disabituano al gesto e alla dipendenza psicologica e, se contengono nicotina, non eliminano nemmeno davvero la dipendenza dalla sostanza. A questo punto stabilire che danni possono fare a lungo termine, in effetti, diventa ancora più importante.