Silvia Morara
November 06 2015
È orgogliosamente pugliese la Zero & company, l'azienda che per prima ha raccontato la sua storia di successo nell'incontro di "eccellenze" che ha aperto la terza giornata barese di Panorama d'Italia. Dietro al tavolo nell'ex palazzo delle Poste, intervistati dal direttore di Panorama Giorgio Mulè, sedevano gli imprenditori che stanno dando lustro alla Puglia. In platea le eccellenze del futuro, cioè gli studenti delle scuole superiori che hanno vinto il concorso di Panorama "Cento libri per una scuola".
"Siamo nati 40 anni fa, quando i miei genitori producevano abbigliamento per neonati" ha esordito Pasquale Vendola, amministratore delegato di Zero & Company oggi concentrata sull'abbigliamento per bambini da zero a 16 anni e licenziataria di grandi griffe come Paciotti, 4US, Pignatelli, Siviglia, Krizia e Disney. "Negli anni Settanta erano in tre in azienda, oggi abbiamo 70 dipendenti diretti, 150 indotti sul territorio nazionale e 350 persone, considerando la delocalizzazione in Albania".
I dipendenti hanno un'età media di 28 anni. Nel 2005, quando il mercato non era stato ancora investito dalla crisi hanno rinnovato l'azienda grazie all'investimento sui giovani fashion designer. "Avevamo capito che il mercato non chiedeva più soltanto prodotto: l'avvento di marchi come Zara e H&M stava cambiando il modo di fruire l'abbigliamento. Quindi abbiamo investito su marchi d'eccellenza italiana che ci garantivano visibilità, da abbinare al nostro brand, più economico rispetto ad altri".
Un mix vincente che ha consentito all'azienda il consolidamento sul territorio nazionale e internazionale con nuove aperture di negozi monomarca Zeropiù anche a Bari, Copertino e Terlizzi. "Abbiamo l'ambizione di vestire i bambini in ogni momento della loro vita. Il nostro progetto futuro si basa sulla distribuzione diretta e sulla partnership con operatori esteri".
Vincenzo Cosi, presidente di Notax, leader nei programmi di fedeltà evoluti per le farmacie, con campagne di fidelizzazioni e concorsi ha avuto invece l'intuizione di capire che la soluzione vincente per incrementare le vendite era quella di creare un legame solido e duraturo con i clienti. "Abbiamo iniziato ad operare a Maglie, nel 2003, lontani dalle infrastrutture. Ci siamo resi conto che l'unica strada per noi era quella dell'innovazione e della diversificazione". Oggi, con 80 collaboratori, hanno 700 farmacie associate in quasi tutte le regioni italiane, decise a cambiare l'immagine che i clienti hanno di loro, non solo dispensatrici di medicine ma luoghi di acquisti legati alla nutrizione e alla dermocosmesi, che oggi rappresentano il 40 per cento del fatturato. "Le farmacie non sono più luogo di cura del malessere ma dispensatrici di prodotti del benessere. Per convincere gli utenti abbiamo offerto servizi di sms e di mailing, nonché concorsi a premi con una crociera come premio". Ora c'è l'obiettivo di arrivare in quattro anni ad associare 2000 farmacie.
Sta innovando il prodotto in ottica salutista anche un'azienda storica, Divella, specializzata in un prodotto tradizionale come la pasta. "Ci stiamo allineando al boom del "nutraceutico", alla richiesta di prodotti ricchi di fibre, a minor contenuto di zuccheri e di glutine", ha raccontato Francesco Divella, responsabile materie prime del gruppo. Obiettivo da raggiungere anche puntando sull'estero, con l'export alimentare pugliese che ha registrato nei primi sei mesi dell'anno un aumento del 7% rispetto all'anno scorso, mentre il Paese si attesta sul 5%. "Come fate a fidelizzare cinesi e stranieri che non mangiano tradizionalmente la pasta?" ha chiesto Mulè. "In Italia è difficile crescere, considerando la concorrenza" ha risposto Divella "oltreoceano abbiamo tassi importanti di espansione: in Cina, Singapore, Canada. Vent'anni fa ci sembrava folle proporre ai giapponesi di sostituire il sushi con la pasta. Ci siamo dati da fare con fiere, mostre, assaggi, miglioramento delle istruzioni per la cottura sull'etichetta". Ora le sfide sono Cina e Russia. Senza dimenticare la battaglia contro la piaga del falso made in Italy.
I turisti internazionali in arrivo a Bari sono invece il business di Massimo Nitti, direttore generale di Ferrotramviaria, 464 addetti solo nel settore ferroviario. "Il personale di bordo lo cerchiamo con capacità linguistica, visto che il nostro target è cambiato. Siamo nati come servizio per i pendolari ora ci dedichiamo molto agli stranieri che non si fermano molto a Bari ma si dirigono verso il leccese", ha spiegato Nitti. In dotazione, una app che a chi arriva all'aeroporto di Bari consente di acquistare il biglietto dallo smartphone ma anche di conoscere i luoghi culturali e turistici dei dintorni. "Cerchiamo di fornire servizi di qualità, aumentando punti di accesso alla rete. Guardando al futuro Ferrotramviaria punta anche al business del trasporto cargo ecologicamente sostenibile.
In tema di trasporti Bari è anche la capitale del Sud per la promozione della mobilità elettrica con 24 colonnine per la ricarica. L'ha raccontato Carmine Chieffo, responsabile vendite Enel Puglia e Basilicata, spiegando come il capoluogo pugliese sia diventato anche capitale della sperimentazione delle smart city, con un progetto finanziato dal Miur a cui partecipa anche il Politecnico di Bari: 5 edifici monitorati (elettricità, gas, temperatura) e controllati a distanza per migliorare i consumi. A fine ottobre è stato inaugurato anche uno show-room che illustra ai baresi cosa è una smart city, con un percorso virtuale.
Oltre all'elettricità le aziende hanno bisogno di carburante finanziario. In questa ottica opera Fidindustria, nata dalla fusione di tutti i consorzi fidi di matrice confindustriale attivi in Puglia per accelerare l'accesso al credito: "Non sempre le banche aprono i rubinetti, soprattutto per le start-up" ha spiegato il presidente Andrea Leone. "Noi garantiamo fino all'80% del credito bancario". Oggi contano 5mila soci che hanno investito 200 milioni di euro e hanno tre sedi in Puglia. "Come valutate i progetti prima di garantire il credito?" si informa Mulè. "Li valuta una struttura di 25 persone. E quindi, se i progetti sono meritevoli, i nostri consulenti aiutano a migliorarli e li supportano nella presentazione alla banca".
Ha superato da tempo questo genere di problemi Carlo Martino presidente di Tecnomec Engineering, azienda leader dei montaggi industriali che da Bari ha raggiunto tutto il mondo: Medio oriente, Oceania, Africa, Corea. "Siamo specializzati in cose complicate, la nostra azienda vince grazie alla sua elasticità". Partiti con 7 dipendenti, oggi sono in 700 tra ingegneri, periti, geometri. Ora sono nelle più grandi raffinerie di Eni, e anche in General Electric. "Quando c'è un problema in un impianto ci chiamano in tutto il mondo". Visto il problema del calo del prezzo del petrolio dell'ultimo decennio, con il relativo blocco degli investimenti che si unisce a quello della pressione fiscale, Martino sta diversificando: si sta espandendo all'estero con una sede già aperta in Polonia ma soprattutto, si sta impegnando a trovare nuova linfa nel campo dei rifiuti e delle energie rinnovabili.
Lo stesso campo di azione di Nicola Veronico, amministratore Punto Cobat, che, con 60 dipendenti, opera a livelli di eccellenza nella gestione dei rifiuti, gestendo il 75 per cento delle batterie esauste pugliesi. L'anno scorso a Bari e dintorni sono partiti 250 Tir pieni di batterie.