Panorama D'Italia
May 11 2018
Reddito di cittadinanza con le "correzioni positive suggerite dalla Lega per evitare che diventi un sussidio ai nullafacenti", politica fiscale basata sulla riduzione drastica delle tasse, de-burocratizzazione, meritocrazia nelle nomine pubbliche (tenendo conto non soltanto delle competenze ma della "dirittura morale"), investimenti soprattutto nella green economy, gestione di crisi come l’Ilva senza cedere al "ricatto occupazionale" (quindi sì, tra le opzioni c’è la "la chiusura graduale e la riconversione economica").
E ancora, introduzione attraverso una riforma costituzionale del "referendum confermativo e abrogativo senza quorum", e abolizione del Cnel. E poi, in generale, un piano ambizioso di risparmi e taglio dei privilegi che deve necessariamente "partire da noi politici, perché altrimenti non potremo chiedere lo stesso a tutti i cittadini".
In un’ora di incontro nella sede della Confindustria a Bergamo per Panorama d’Italia, Riccardo Fraccaro, uno degli esponenti storici dei 5 Stelle molto vicino al leader Luigi Di Maio, attualmente Questore della Camera, ha spiegato chi sono oggi e che cosa faranno al governo i parlamentari ed esperti del primo partito italiano.
Ma ha cominciato dalla constatazione che il Movimento 5 Stelle si definisce come "post-ideologico". In passato, gli italiani votavano “per principio” partiti che rappresentavano un’ideologia. Il che garantiva la riconferma della classe dirigente e il consenso elettorale al di là dei risultati raggiunti. In quanto post-ideologici, i pentastellati sono invece legati, per Fraccaro, alla necessità di conseguire i risultati e obiettivi prefissati, anche attraverso la costante conferma delle decisioni prese tramite la democrazia diretta del web. "Ecco perché il programma che metteremo a punto con la Lega sarà sottoposto al voto dei nostri elettori in rete", spiega Fraccaro.
Al momento, la vera incognita resta il nome del premier. “Non sarà nessuno di quelli che sono stati fatti finora”. È più difficile individuare il timoniere che non accordarsi su un programma di governo che avrà comunque “il respiro di una legislatura”.
Il nuovo esecutivo dovrà presentarsi in Europa forte in primo luogo del consenso elettorale, poi chiedere conto alle istituzioni della UE dell’eventuale ostilità a una visione economica basata anzitutto sugli investimenti e la ripartenza, quando è evidente a tutti che proprio dal punto di vista economico "l’austerità ha fallito".
Forte la convergenza di 5S e Lega pure sulle politiche migratorie. "Qui non si tratta di fare nuove leggi, ma di applicare quelle che già ci sono. E soprattutto, va spezzato il legame tra business, immigrazione e criminalità". Stop alla clandestinità, ma senza indurire le norme che già esistono. I clandestini, semplicemente, vanno espulsi e rimpatriati.
Prove di linguaggio comune tra i due partiti che formeranno il governo alzando la bandiera “brasiliana”, giallo-verde. In Parlamento, come Questore più votato alla Camera, Fraccaro porterà avanti la sua battaglia contro i vitalizi. Sarà quello il primo passo. Ma non l’ultimo. Dai politici si passerà ai dipendenti di Camera e Senato. E in generale ai privilegi della “politica”.
L’obiettivo, per esempio, per il parco auto è quello di ridurre le autoblu a 2 per tutta la Camera, da richiedere di volta in volta sulla base di motivazioni reali. Di fronte allo spettacolo del presidente della Camera, Fico, scortato da un fiume di agenti e carabinieri il criterio, il “punto d’equilibrio fra tagli e necessità di sicurezza”, non è altro che il buonsenso. Ciò che serve a esercitare le funzioni, non a fare scena.
Infine, Fraccaro è convinto che il reddito di cittadinanza porterà soldi nelle casse dello Stato, invece di toglierli, perché saranno soldi che verranno spesi interamente. Non andranno ai ricchi ma a chi ne ha bisogno e li userà. Contribuendo a rilanciare l’economia. In fondo non scandalizza Fraccaro il paragone che molti osservatori stanno facendo del Movimento 5 Stelle con la vecchia Dc: dentro c’era di tutto, in questo senso era post-ideologica, aveva un ampio consenso (“quello dei 5S è il più trasversale fra i partiti attuali, sia geograficamente che per fascia d’età) e aveva, in quanto non ideologicamente fanatica o troppo marcata, una propria cifra di moderazione che si ritrova nell’evoluzione da “grillini” a pentastellati. Se la Dc com’era è morta, la storia del M5S potrebbe invece essere appena cominciata.