Lifestyle
November 21 2020
«Ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi tempi è stato sicuramente qualcosa fuori dall'ordinario, che ci ha costretto a riflettere e che ha indubbiamente condizionato, volente o nolente, le nostre esistenze». Così Edoardo Bennato, in una conferenza stampa-show su Zoom, dove si sono alternate canzoni, ricordi e riflessioni sull'attualità, ha raccontato il concept del suo ultimo lavoro discografico, Non c'è, disponibile da oggi nei negozi nei formati CD (20 brani), doppio vinile e digitale (23 brani) .Otto pezzi inediti (con i featuring del fratello Eugenio, di Clementino e di Morgan) e quindici canzoni di repertorio, riproposte in una nuova veste sonora, che hanno segnato la lunga e fortunata carriera artistica del rocker di Bagnoli. «Nel guardare i titoli e i testi scritti sul foglio ho immaginato la prima pagina di un quotidiano dei giorni nostri», ha raccontato Bennato, «dove gli strilli in prima pagina esaltano e sottolineano argomenti e tematiche popolari di sempre, ma in particolare di questi ultimi tempi: Salviamo il salvabile, Bravi ragazzi, La realtà non può essere questa, Dotti, medici e sapienti, Non farti cadere le braccia, L'isola che non c' è». Canzoni i cui testi sono ancora incredibilmente attuali, che oggi acquistano colori inediti con i nuovi arrangiamenti pensati per l'album. «Chi mi conosce sa che non mi piace spiegare le mie canzoni», sottolinea Bennato. «Quello che serve sapere è contenuto al loro interno ed esprime un punto di vista. Mi piace spesso iniziare i miei concerti dal vivo interpretando Abbi dubbi, perché credo moltissimo nella filosofia di quel testo: è sano e legittimo farsi prendere dal dubbio, non credere ciecamente a ciò che ti viene detto, ma riflettere, pensare e valutare con la propria testa. Alla fine, con questo stesso spirito abbiamo deciso di intitolare la testata di quel quotidiano immaginario Non c'è, che dunque è anche il titolo dell'album. È un brano al quale mi sento molto legato e spero piaccia anche alla gente».
Tutto da vedere il video di Non c'è, definito da Bennato «un capolavoro di animazione, la storia del pifferaio magico ambientata ai giorni nostri, una favola rock con un ragazzino che suona in strada nonostante davanti a lui si trovi l'ambito teatro dei talent. Mentre suona e richiama l'attenzione della gente per strada, si accorgono di lui anche impresari, i gatti e le volpi che vogliono fargli firmare un contratto. Io invidio molto questo ragazzino che non cerca il successo, perché io l'ho sempre cercato e lo cerco anche adesso: voglio che le mie canzonette, anzi, canzonacce, vengano ascoltate alla radio da tante persone». Nell'album non c'è soluzione di continuità tra il vecchio e il nuovo repertorio: Mangiafuoco, tra le righe, prefigura il 2020, Salviamo il salvabile pure, e così Bravi ragazzi e Feste di piazza, e le nuove L'uomo nero e, soprattutto,Maskerate. La bella addormentata è il brano più "radiofonico" dell'album, al di là del testo in cui il riferimento è sempre il "risveglio" di Bagnoli, dei Campi Flegrei, di Napoli e del Sud in senso lato, argomento 'bennatiano' per eccellenza.
Davvero riuscito il duetto con Morgan nella rivisitazione di perché. «Morgan è completamente pazzo, ancora più pazzo di me, ma lo difenderò sempre perché è geniale: potrebbe scrivere un'intera partitura di orchestra in una notte. Abbiamo trasformato Perché nella interlocuzione tra due paranoici schizofrenici a ritmo di rock: la prima volta in cui abbiamo iniziato a lavorarci sopra si è presentato in studio con sua figlia e un librone di favole orientali». Di grande attualità, invece, il duetto con il rapper Clementino in L'uomo nero. «C'è costante complementarità tra il sociologo, l'urbanista e il cantautore da strapazzo in argomenti delicati come questo. I miei modelli di riferimento sono sempre stati Ray Charles, B.B. King e John Lee Hooker, mentre Clementino si è sempre ispirato ai rapper di Ney York e Los Angeles. A noi il colore della pelle non interessa, il razzismo è un'infezione che trova terreno fertile nelle masse spaventate dalla globalizzazione». A Bennato, però, non piacciono le continue schermaglie tra Nord e Sud, e non risparmia una stoccata al governatore della Campania De Luca. «Io difendo il Sud dell'Italia e del pianeta, ma non voglio essere artefice di invettive contro il Nord, poiché vedo provocazioni da entrambe le parti. La situazione politica di oggi mi sembra sempre più kafkiana, schizofrenica e comica, come il governatore De Luca che sembra la spalla di Totò, anzi, Totò sembra la sua spalla. Quello che dice nei suoi interventi sui social servirà a Crozza per fare le imitazioni, ma io le imitazioni le so fare meglio di Crozza». A una domanda sul rapporto con il suo passato, Bennato non ha dubbi: «Il passato è, per quanto mi riguarda, da consegnare alla storia. Mi intriga molto di più il presente e l'eventuale futuro. In fondo sono sempre un rinnegato».