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Dopo il fallito attentato contro il ministro dell’Interno egiziano Mohamed Ibrahim nel settembre 2013, l’autobomba che ieri, lunedì 29 giugno, ha ucciso al Cairo il procuratore generale egiziano Hisham Barakatrappresenta la prima riuscita operazione terroristica ai danni di un alto funzionario dello Stato dagli anni Novanta. All’epoca nel mirino dei terroristi islamisti finirono numerose figure istituzionali tra cui Rifat Al-Mahgoub, presidente del parlamento egiziano.
Gli attentati terroristici di matrice islamica degli ultimi mesi hanno finora colpito prevalentemente militari e forze di sicurezza, sebbene di recente siano stati puntati anche numerosi giudici in segno di ritorsione per la stretta della magistratura contro i Fratelli Musulmani.
Un giorno prima dell’attentato di ieri, l’organizzazione jihadista dello Stato Islamico nel Sinai (prima nota come Ansar Beyt al-Maqdis) aveva diffuso on line un nuovo video intitolato Lo Sterminio dei Giudici in cui viene riportato l’assassinio di tre giudici in un’azione risalente al 16 maggio scorso. Nel video compare anche una lista con i nomi di giudici e di altre figure di spicco della magistratura (tra questi Nagy Shehata, Mohamed Abdelwahab Khafagy, Ahmed Sabry Youssef e Hassan Farid), coinvolti in casi controversi e minacciati di morte.
Gli esperti della sicurezza egiziana non escludono che il video possa essere all’origine dell’attentato di ieri, formalmente rivendicato con il lancio di un tweet dal gruppo Resistenza Popolare a Giza, affiliato allo Stato Islamico nel Sinai e operativo soprattutto al Cairo e nell’area di Giza. Altri esperti egiziani puntano invece il dito esplicitamente contro i Fratelli Musulmani, asserendo che già nell’immediato post-Morsi, e poi più esplicitamente in occasione della condanna a morte dell’ex presidente e di numerosi altri esponenti ai vertici della Fratellanza, avevano annunciato rappresaglie contro gli alti funzionari dello Stato.
Il ruolo della magistratura e le dinamiche dell’attentato
Hisham Barakat era stato nominato procuratore generale dal presidente ad interim Adly Mansour, subentrato dopo la destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi. Dopo la sentenza che nel novembre del 2013 aveva messo fuori legge l’organizzazione dei Fratelli Musulmani, Barakat aveva ordinato diversi arresti e comminato altre sanzioni a numerosi membri della leadership islamista. Per questo era ritenuto un target sensibile per possibili attentati da parte degli islamisti.
Hisham Barakat, il procuratore generale egiziano ucciso nell’attentato del 29 giugno al Cairo
Il procuratore è morto in seguito alle ferite riportate nell’attentato del 29 giugno, avvenuto nel distretto di Heliopoli al Cairo. L’esplosivo piazzato in un veicolo parcheggiato è stato fatto deflagrare al momento del passaggio del convoglio su cui Barakat era a bordo. Stando a quanto affermato dagli inquirenti, l’azione è stata accuratamente studiata dai terroristi. Altri 7 tra passanti e staff del procuratore sono rimasti feriti nell’esplosione, che ha danneggiato anche 35 auto e una decina di abitazioni situate nell’area.
Il secondo anniversario dalla destituzione di Morsi
Dopo l’attentato del 29 giugno, in Egitto l’allerta è massima anche per la giornata di oggi, martedì 30 giugno, data in cui decorre il secondo anniversario della rivolta popolare che il 3 luglio del 2013 portò alla destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi. Nei giorni scorsi un fronte formato da tredici gruppi di opposizione aveva fatto appello alla popolazione affinché scendesse in strada contro il colpo di Stato del 2013. Le autorità avevano previsto il dispiegamento di 150mila agenti della polizia e di altri 100mila militari per garantire la sicurezza pubblica.