Kawasaki Z900
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EICMA 2024: il futuro del motociclismo va di scena a Milano

Ormai ci siamo: migliaia di appassionati e di addetti ai lavori si preparano ad assaltare la Fiera di Milan-Rho. Obiettivo? Toccare con mano le ultime novità del fantastico mondo delle due ruote. Da martedì 5 (solo per gli operatori, da giovedì 7 per tutti) fino a domenica 10 novembre apre i battenti infatti l’Eicma, la più importante esposizione mondiale delle moto: quest’anno ad accogliere i visitatori (ne sono attesi 500 mila!) ci saranno dieci padiglioni, 770 espositori, più di 2.100 marchi provenienti da 45 Paesi. Da segnalare il ritorno di Bmw e di Harley-Davidson, che avevano «osato» disertare l’edizione precedente.

Novità ce ne sono tante e per tutti i gusti, alcune sono ancora coperte dal segreto e verranno svelate martedì. Offrire una panoramica che accontenti la massa degli amanti delle moto è impossibile: sono tante le tribù dei motociclisti, tra chi ama gli enduro stradali (o crossover) stile Bmw Gs o Benelli Trk, chi si orienta verso le naked di media cilindrata come la Yamaha MT07 o la Honda Hornet 750 e chi predilige i modelli retrò o classici come la Moto Guzzi V7 o la Royal Enfield.

Qui proviamo a fare il punto sugli annunci più interessanti per poi soffermarci sulle case giapponesi, che meritano un ragionamento a parte.

Nello stand Aprilia (gruppo Piaggio) ci aspettiamo di vedere una Tuono mille V4 completamente rivista e una 457 in versione roadster, basato sulla sportiva Rs 457.

La Benelli, controllata dai cinesi del gruppo Qianjiang Motor, che domina il mercato italiano da anni con l’enduro Trk, dovrebbe presentare 35 modelli tra cui la nuova Trk 902.

Bmw ha lanciato il nuovo motore boxer 1.300 da 145 Cv e 150 Nm di coppia che già è montato sul mitico Gs e che all’Eicma dovrebbe esordire sulla gran turismo R 1300 Rt e magari anche sulle nude R e sportive RS. Atteso anche il nuovo mille a 4 cilindri da strada.

La cinese CfMoto, nota per il suo design raffinato (non a caso il centro stile è in Italia, a Rimini), dovrebbe esporre la quadricilindrica 500 Sr Voom dal look retrò nonché la sportiva carenata 675 Sr e la cruiser 450Cl-c.

La Ducati farà sognare i visitatori con la Panigale V4 2025 di una bellezza stratosferica, che svetterà tra le nuove Multistrada, le nuove Scrambler e, chissà, magari una Supersport rinnovata. Previste 2 novità assolute che saranno rivelate solo martedì.

L’austriaca Ktm, primo produttore europeo, torna all’Eicma con nuovi modelli particolarmente interessanti, come la 1390 Super Duke Gt, la 1390 Super Adventure S Evo, la sportivissima 990 Rc R, la 990 Duke R, la 390 Adventure R e le versioni 125 e 390 delle Smc. La Ktm introduce su alcuni suoi modelli il nuovo cambio automatico-manuale AMT (Automated Manual Transmission) e un cruscotto touch screen TFT da ben 8,8 pollici.

Molto interesse lo scorso anno per lo stand della Moto Morini (del gruppo cinese Zhongneng) per alcuni prototipi che vedremo in versione definitiva: Corsaro Sport e Corsaro 750 e poi X-Cape 1200 e Milano 1200 tutti impreziositi da motori a V.

E ora veniamo ai giapponesi, che si trovano in una situazione non facile, aggrediti come sono nella parte bassa del mercato dai cinesi e nella nicchia della fascia alta dagli europei. Stiamo parlando di colossi che vendono milioni di moto: Honda da sola ne ha piazzate 18 milioni nel 2023 (tra cui però molti ciclomotori), Yamaha 4,8 milioni, Suzuki 1,9 milioni, Kawasaki oltre 400 mila. La Ktm, per fare un paragone, viaggia sulle 380 mila moto vendute nel mondo. Devono vedersela con concorrenti cinesi che sfornano novità a raffica, dal design sempre più curato, motori che via via salgono di cilindrata con una varietà impressionante: dai classici bicilindrici paralleli e quelli a V, dai tre cilindri fino a quattro cilindri a V. Architetture che le case giapponesi, pur con la loro tradizione ingegneristica di altissima qualità, hanno smesso di proporre.

Honda Hornet 1000

Bene. In questo scenario che cosa propongono i quattro moschettieri nipponici? Una delle novità più attese arriva dalla Kawasaki che mercoledì 30 ottobre ha presentato finalmente la nuova Z900, un modello importante perché è sempre tra le più vendute al mondo nel segmento delle «nude» dei medio-alta cilindrata. Chi si aspettava grandi cambiamenti è rimasto deluso: la moto ha subito una bella rinfrescata, ha introdotto un po’ di elettronica (tra cui cruise control e nuovo schermo) ma potenza (124 cavalli) e coppia (97,4 nm) sono addirittura un po’ calati mentre il peso (213 kg) è salito di un chilo. Tutto il contrario di quanto speravano in tanti, a dimostrazione di una politica prudente e conservativa di Kawasaki, confermata anche dalle nuove Ninja 1100 Sx e Versys 1100 che hanno aumentato la cilindrata senza altri grandi cambiamenti. Arriva in compenso la nuova moto da cross Kx250.

Suzuki ha sfidato i cinesi con una nuova piattaforma di 800 cc bicilindrica su cui ha realizzato una gamma di tre moto (un enduro e due stradali) dotate di un’elettronica raffinata. Bei prodotti anche se poco aggressivi in termini di performance ma con prezzi accessibili. Piccoli ritocchi per l’ammiraglia Gsx-s 1000 da 152 cavalli, forse la migliore «mille» giapponese oggi sul mercato, e possibili nuove sorprese che saranno svelate martedì.

Honda non perde il suo tocco magico: delude schiere di appassionati con le sue ultime novità ma poi vende vagonate di moto. È successo con la Hornet 750, una bicilindrica accolta con scarso entusiasmo ma poi il mix «ottima qualità-prezzo basso» ha funzionato benissimo e il modello è tra i venti più venduti in Italia dall’inizio dell’anno. Succede con l’Africa Twin, al terzo posto nel nostro mercato, e con la Transalp, al quinto posto. Moto oneste, dotate di tecnologie adeguate (l’Africa Twin ha un sofisticato cambio automatico a doppia frizione) e offerte a prezzi giusti. La novità di quest’anno, salvo sorprese, è la Honda Hornet 1000: linea pulita e pochi fronzoli. Un modello che conferma la strategia di Honda: conquistare la fascia bassa dei vari segmenti con prodotti basici, affidabili, dotati di ottimi motori ma senza nient’altro. Il prezzo della Hornet non è ancora stato comunicato: in Francia costa appena 10.599 euro. Per un mille è davvero poco, trattandosi di un’Honda.

Infine Yamaha, che segue un’altra strada. Apparentemente più difficile ma efficace: offrire moto dalla tecnologia avanzata pur chiedendo prezzi ragionevolissimi. Prendiamo la nuda MT09 o la nuova crossover Tracer 09, dotate dell’apprezzato motore 890 a tre cilindri: hanno telaio in alluminio (Honda Hornet e Z900 ce l’hanno in acciaio), peso ridottissimo, sospensioni automatiche (le Tracer), cruise control, cambio rapido, navigatore integrato nel cruscotto, frecce con ritorno automatico, radar (nella Tracer Gt+). Tutto quello che serve e anche di più. All’Eicma vedremo inoltre l’altra star di Yamaha completamente rinnovata: la MT07 che sarà disponibile, come le sorelle maggiori, con il cambio Y-AMT, un passo avanti tecnologico impressionante (per chi ama le novità): niente leva della frizione, niente pedale del cambio ma due levette sul manubrio, come nelle bici. Con la differenza che con indice e pollice si gestiscono motori molto pepati. E fin qui i cinesi sono ancora arrivati.

Chi ha ragione secondo voi tra le quattro grandi giapponesi?

Yamaha MT07

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