News
June 05 2014
La sua missione doveva restare segreta, forse per non evidenziare le contraddizioni italiane nella crisi ucraina, ma i russi hanno spiazzato il nostro Ministero della Difesa con un lancio dell’agenzia RIA Novosti che il 3 giugno ha riferito che la nave spia italiana Elettra raggiungerà il Mar Nero a metà mese. Curiosamente la nave Elettra viene definita dalla stampa russa “da ricognizione” mentre per la Marina Italiana è da “supporto polivalente”.
Una missione che secondo i russi vedrà la nave italiana, equipaggiata con una trentina di sofisticati sistemi di ascolto e intercettazioni delle comunicazioni e delle emissioni elettromagnetiche, dare il cambio alla nave-spia francese Dupuy de Lome che ha lasciato il Mar Nero il 29 maggio. La missione dell’Elettra, che ha un equipaggio misto di un centinaio di militari e specialisti intelligence, rientra tra le normali misure d’intelligence che ogni Paese adotta per acquisire informazioni circa crisi internazionali che possono coinvolgere gli interessi nazionali ma la vicenda rischia di essere imbarazzante per il governo Renzi sotto diversi aspetti.
Innanzitutto perché non è stata annunciata e Roma si è sempre dichiarata contraria a un’escalation militare nella crisi in atto in Ucraina che per molti versi ha già assunto le caratteristiche di un conflitto. Inoltre l’invio dell’Elettra, nuovissima unità da 3mila tonnellate della Marina Militare in servizio da un paio d’anni, mette in luce le ambiguità italiane nei rapporti con Mosca. Da un lato la Farnesina è cauta nel criticare il Cremlino e critica l’Unione Europea per non aver saputo aprite un dialogo con Mosca, dall’altro la Difesa manda una nave irta di antenne a spiare le comunicazioni militari russe e delle milizie filorusse del Donbass.
Il fatto che nessun esponente del governo abbia commentato la missione dell’Elettra (sulla quale la Lega Nord ha presentato un’interrogazione parlamentare ) la dice lunga su quanto sia considerata delicata la vicenda anche perchè l'accresciuta presenza navale della NATO nel Mar Nero ha già determinato tensioni e dure reazioni russe. Anche la giustificazione che si tratta di una missione “dovuta” all’Alleanza Atlantica non regge poiché gli strumenti dell’intelligence restano sempre sotto stretto controllo nazionale anche se, eventualmente, parte delle informazioni ricavate può venire condivisa con amici e alleati. Questo perché lo spionaggio ha sempre un elevato valore strategico e politico specie in un’area così tesa come il sud est ucraino dove le intercettazioni delle comunicazioni russe potrebbero fornire importanti dettagli circa la volontà o meno dei russi di intervenire militarmente a sostegno dei secessionisti.
Un ulteriore elemento di imbarazzo è determinato dal fatto che della missione dell’Elettra il governo non aveva informato il Parlamento benché il passaggio dello Stretto del Bosforo avrebbe impedito di mantenere la segretezza. Anzi, la Convenzione di Montreux che regolamenta l’accesso delle navi militari nel Mar Nero prevede che le Marine di Paesi esterni a quel bacino informino le autorità turche del transito di navi da guerra che non sono autorizzate a restare più di 21 giorni nelle acque del Mar Nero, ragion per cui è facile prevedere che l’Elettra terminerà la sua missioni dopo la prima settimana di luglio.
La stessa convenzione prevede che i turchi debbano informare i Paesi rivieraschi circa quali e quante navi straniere attraverseranno il Bosforo: per questo Mosca ha subito appreso della missione della nave italiana e l’ha resa nota cogliendo Roma in contropiede. La vicenda costituisce inoltre un’ulteriore conferma di come il brutto vizio di tenere nascoste le operazioni militari agli italiani sia radicato in tutti i governi che si sono succeduti in Italia.