Trump verso la Casa Bianca

Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti. A dare l'annuncio Fox News, il candidato repubblicano è proiettato vincitore in Pennsylvania e Wisconsin: Stati che garantirebbero al tycoon le chiavi dello studio ovale. Confermati quindi i trend degli ultimi giorni che davano l'ex presidente avanti in praticamente tutti gli swing states. Tra l’altro, al momento, il candidato repubblicano è avanti nello spoglio anche in Nevada e Michigan. Il New York Times, pur senza dare ancora l'ufficialità, dà all’ex presidente più del 95% di chances di vittoria. Tutto pronto dal quartier generale in Florida per il discorso della vittoria di Donald Trump.

Questo risultato confermerebbe i limiti strutturali della campagna di Kamala Harris. La candidata dem ha innanzitutto commesso un errore nello scegliere Tim Walz come vice. Dicevano che avrebbe dovuto aiutarla a conquistare il voto operaio della Rust Belt e invece, oltre a non esserci riuscito, l’ha anche zavorrata con varie gaffes. Un secondo problema è stato che la Harris si è trovata catapultata alla candidatura presidenziale all’improvviso, senza investitura popolare e, soprattutto, ad appena tre mesi del voto. Era chiaro che la sua corsa partisse quindi fondamentalmente in salita. Un terzo aspetto da considerare è che la Harris è la vice in carica di un presidente americano, Joe Biden, significativamente impopolare. Sembra quindi che sia scattato l’“effetto Hubert Humphrey”: il candidato dem del 1968 che, vicepresidente in carica, fu azzoppato dall’impopolarità del suo principale, Lyndon Johnson. Infine, è evidente che a pesare negativamente sulla Harris è stato il fatto di aver perso pezzi di elettorato storicamente democratico. Bisognerà attendere i dati elettorali, certo. Ma i sondaggi avevano fotografato serie difficoltà della vicepresidente tra operai, afroamericani, ispanici, cattolici e arabo-americani. E’ infine tutto da dimostrare che l’establishment dem, al di là dell’unità di facciata, non abbia sotterraneamente remato contro la Harris.

Ma attenzione: se i risultati fossero confermati, Trump non ha vinto solo per i demeriti della sua avversaria. L’ex presidente ha messo in campo una campagna efficace, mobilitando i settori strategici dell’elettorato negli Stati chiave: dai cattolici alle minoranze, per venire soprattutto ai colletti blu. La scelta di JD Vance nasce proprio dalla necessità di intercettare il voto operaio di Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Se i risultati fossero confermati, ciò significherebbe che la scommessa (non priva di rischi) di Trump si è rivelata vincente. Infine, ma non ultimo: attenzione all’attentato di Butler. Molti hanno cercato di farvi credere che si trattasse di un evento minore. Ma le cose non stanno così. Quel giorno, rialzandosi subito dopo essere stato colpito e rischiando di essere impallinato da un eventuale secondo cecchino, Trump ha dato un’indiscussa prova di leadership. E la leadership è stata una delle questioni dirimenti di questa campagna elettorale. Trump, a Butler, ha guardato la morte in faccia. La Harris, per tutto il primo mese di campagna, ha invece sistematicamente evitato di rilasciare interviste. Un comportamento antitetico insomma, che alla fine sembra aver fatto decisamente la differenza.

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