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August 08 2019
In queste ore in cui siamo ad un passo dalla crisi di Governo ecco che si torna con sempre maggior insistenza a parlare di voto anticipato. Ma chi davvero ha interesse oggi ad andare a nuove elezioni? Insomma, chi rischia di perdere poltrone e chi invece le guadagnebbe.
Vediamo, e spieghiamo, partito per partito come stanno le cose:
Gli uomini di Salvini sono tranquilli. A guardare i risultati del voto delle Europee con quello delle politiche di un anno fa viene facile capire che sarebbe raddoppiata la parte degli eletti con la quota proporzionale ed aumenterebbe in caso di coalizione anche quelle maggioritaria, un anno fa più vantaggiosa per Forza Italia. Facile prevedere quindi che il numero dei parlamentari raddoppierebbe con tutti gli eletti attuali riconfermati. Quindi difficile pensare che qualcuno di questi disobbedisca agli ordini del Segretario.
Qui la cosa diventa divertente. Il Partito Democratico è in crescita di voti e consensi, quindi la sua rappresentanza in parlamento crescerebbe di conseguenza. Ma c'è un però. Deputati e Senatori di oggi sono a maggioranza renziana. Ora, con il cambio di guida nel partito, la compilazione delle nuove liste e dei nuovi candidati cambiarebbe e di parecchio. In molti, quindi, oggi rischiano il posto. E scatta il panico. Nei palazzi della politica si dice che sarebbero in molti quelli disponibili a sostenere un "Governo del Presidente" (Mattarella) nel caso servisse.
I grillini, racconta chi vive in Transatlantico, sono i più preoccupati. Ed è chiaro anche il perché. Il crollo elettorale ridurrebbe della metà, almeno, il numero degli eletti (sia nella parte proporzionale che in quella maggioritaria dove un anno fa alle politiche soprattutto al sud fecero il pieno). A questo poi va aggiunto anche il regolamento interno che vieta la rielezione dopo due mandati. Una norma che colpirebbe 50 parlamentari tra cui: Di Maio, Roberto Fico ed il ministro Bonafede. Insomma, in tantissimi resterebbero senza poltrona, con tutte le complicanze del caso.
Con i grillini sono, dicono, i più preoccupati. Ed è anche chiaro il perché. Alle Europee hanno perso metà dei voti, che significa metà degli eletti nel proporzionale e poi, in caso di coalizione con il resto del centrodestra di sciuro non potrebbero fare la parte dei padroni nella parte maggioritaria come accaduto nel 2018. Ricordiamo infatti che oggi per avendo meno voti alle stesse politiche rispetto alla Lega il partito di Berlusconi ha più senatori. Si parla quindi di una perdita di circa il 70% delle poltrone. Cosa che ha scatenato il panico (con molti pronti, dicono, a trasferirsi da Salvini o dalla Meloni).
Con la Lega è l'unico altro partito che non ha preoccupazioni. Gli ultimi sondaggi raccontano di un partito in ulteriore crescita dopo le Europee e quindi posti in più.