Mannheimer: "L'esito delle prossime elezioni è apertissimo"

"Impossibile dire oggi come finirà. C'è una volatilità e fluidità dell'elettorato tra il 20 ed il 30%...". Renato Mannheimer è stato il primo grande sondaggista italiano; nessuno come lui quindi conosce gli umori dell'elettorato, le abitudini ma anche i colpi di testa dell'ultim'ora. Così, davanti al voto anticipato, il primo della storia della Repubblica in autunno, ci offre le sue considerazioni per cercare di capire cosa potrebbe succedere.

"La crisi di governo è stata così complessa che sarà difficile stabilirne le reali responsabilità e trasformare questo in un fattore sul voto degli elettori. Di sicuro dobbiamo avere chiara la situazione di partenza".

E quale sarebbe?

"I grandi schieramenti, destra e sinistra, sono superati. Sono pochi quelli che restano legati a questa divisione. Negli ultimi anni c'è stata grande volatilità, basti pensare ai picchi raggiunti da Renzi o da Salvini, picchi che si sono rivelati un po' delle bolle... In più c'è la grande incognita dell'astensione. Il trend è evidentemente in crescita ma è impossibile sapere se davanti ad elezioni politiche ci sarà una frenata se non addirittura un ritorno in massa alle urne".

Come stanno i partiti?

"Beh. Fratelli d'Italia ha sfruttato al massimo il suo essere unico partito all'opposizione. La sua crescita è frutto dei voti sottratti alla Lega. Nel complesso il centrodestra si aggira da mesi tra il 45 ed il 50%. Ma bisogna anche capire cosa succederà ora in Forza Italia. Gli addii di Mariastella Gelmini e Renato Brunetta possono essere pesanti anche in termini di consensi. Si tratta infatti di due fedelissimi, di figure di primissimo piano nel partito che da ministri hanno avuto grande visibilità e popolarità. La situazione qui va monitorata".

E la Lega?

"Il trend del partito di Salvini è in calo continuo, da mesi e mesi. Difficile che possa fermarsi ora. Ma di sicuro si tratta di voti che resteranno nell'orbita del centrodestra. va poi aggiunta una cosa. La sinistra proverà ad utilizzare lo spauracchio di Giorgia Meloni, leader del partito di destra, a Palazzo Chigi. Ecco, per l'elettorato del centrodestra questa ipotesi non è un problema, anzi. Tutti hanno apprezzato la leadership e l'autorevolezza della Meloni. Certo, sarà fondamentale la campagna elettorale; bisogna stare attenti a quello che verrà detto e a come verrà detto".

A sinistra invece come vanno le cose?

"Il campo largo sembra essere un progetto già finito ancor prima di cominciare. Anche se nel Pd e nel M5S c'è chi vorrebbe un'alleanza elettorale. Diverso il discorso del Centro. Toti, Di Maio, Calenda, Renzi, i fuoriusciti da Forza Italia, troppi galli nello stesso pollaio e, soprattutto, con lo sbarramento al 3% se non trovano un'accordo tra loro rischiano di non entrare neanche in Parlamento".

Certo che, se avessero Draghi come loro candidato...

"Beh, Draghi è l'uomo del momento; oggi ha una popolarità ed un gradimento che nessun altro ha. Attenzione però a pensare che possa diventare la carta vincente. Anche perché pare molto difficile una sua discesa in campo diretta con questo o quel partito o schieramento. Anzi; rischierebbe di trasformarsi in un boomerang, come già successe a Mario Monti".


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