Nessun «effetto Schlein» sulle elezioni comunali

La tornata elettorale delle amministrative che ha chiamato alle urne gli abitanti di 595 tra città e comuni erano state presentate come il primo vero scontro tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Una bugia, dato che in realtà c’era già stata dopo la nomina a segretario della Schlein, una prima elezione: le regionali in Friuli e tutti sappiamo com’è andata. Allora però al Nazareno si difesero raccontando che il neo segretario era entrato in campo da troppo poco tempo per essere valutabile l’effetto del suo arrivo in pompa magna sulla scena politica. Sarà.

E così oggi si cercava, si sperava, di vedere la prima onda di piena della risalita dopo la siccità del Partito Democratico. bene: nessuna onda… nessun cambio di aria, nessuna rivoluzione.

Il centrodestra, con i dati non ancora definitivi, vince. Vince in 10 capoluoghi su 13: perde Brescia ma ruba alla sinistra Ancona. Dal canto suo la Schlein si riprende dopo il clamoroso furto di 5 anni fa, Siena ma non riconquista Pisa e Massa che restano nella rossa Toscana a panneggio del centrodestra. Certo, ci saranno i ballottaggi tra due settimane ma ad oggi nella stragrande maggioranza dei capoluoghi la coalizione di governo è in vantaggio.

Quindi nessuna rivoluzione rossa, nessun «effetto Schlein» sulle comunali.

Ed in realtà era anche abbastanza facile prevederlo dato che i sondaggi settimanali sulle intenzioni di voto degli italiani avevano si registrato una crescita del Pd, a scapito del Movimento 5 Stelle, ma da un mese circa la crescita si è arrestata, con il principale partito di opposizione stabilmente attorno al 20%. Non solo.

Anche il risultato dell’affluenza, scesa di 2 punti e mezzo rispetto a 5 anni fa, mostra come non c’è stata la corsa al voto soprattutto degli elettori scontenti della sinistra dopo il cambio di segreteria. O forse, e questo sarebbe peggio, nemmeno il giovane neo segretario li ha convinti a tornare nella cabina del voto. Insomma, gli elettori restano fedeli alla linea delle elezioni politiche dello scorso settembre: il centrodestra è maggioranza e soprattutto è più forte e compatto dei rivali di centrosinistra.

D’altronde il lavoro di Giorgia Meloni per il momento procede come da programma; i dati economici sono molto buoni (lo ha confermato oggi da Bruxelles persino Gentiloni, Pd, che ha confermato come nel 2023 l’Italia sarà di fatto la locomotiva economica della Ue con i dati del pin superiori alle attese), la considerazione a livello internazionale del nostro esecutivo è cresciuta, alla faccia di chi pronosticava un isolamento del governo di destra, la stagione turistica estiva si prospetta a livelli record, con tutto quello che ne consegue anche per l’indotto.

Per la Schlein quindi la serata non sarà trionfale, come sognava. E forse si faranno ancora più forti le voci che dall’interno del Nazareno raccontano di un malessere profondo attorno al nuovo Pd del nuovo segretario; malessere che potrebbe sfociare in altri clamorosi «addii» alla falce ed al martello.

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